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sex doll come veraroxxxy primo robot per il sesso
Eva Wiseman per The Guardian
Il mondo sta finendo. I campetti sportivi sono vuoti, i laboratori scientifici chiusi. Da anni non nascono bambini, sullo schermo un uomo bacia appassionatamente un robot. Era un episodio di Futurama del 2001, sviluppato in un mondo post-apocalittico ma il cartone aveva sovrastimato i tempi che ci volevano affinché il concetto diventasse realtà.
Malesia, novembre 2015: David Levy organizza il secondo annuale congresso su “Amore e sesso con i robot”. La polizia vieta l’evento perché illegale, perché secondo le autorità «non c’è nulla di scientifico nel sesso fra uomo e robot e perché il sesso anale è reato in Malesia». Eppure Levy e altri accademici sono convinti che il futuro del sesso (se non addirittura il presente) sia teledildonico.
Ogni settimana escono invenzioni di tech-sex, dall’oceano di possibilità di Oculus Rift alla nuova generazione di bambole androidi. Stiamo raggiungendo un punto in cui preferiamo le relazioni con le macchine piuttosto che con le persone e gli animali. Subiamo da anni il fascino erotico della tecnologia e lo schermo lo racconta, da “La donna bionica” nei ’70 ai recenti “Her” e “Ex Machina”. Un recente studio dell’Università di Stanford rivela che le persone possono provare sentimenti di intimità verso la tecnologia. Oggi la “RealDoll”, azienda produttrice di realistiche “sex doll”, investe in un sistema di intelligenza artificiale in grado di far eseguire i comandi e far rispondere all’utente. Questa sorta di testa parlante può essere attaccata al corpo delle bambole, costerà 10.000 dollari e sarà in vendita nel 2017. Dice il proprietario David Mills: «Le donne si godono i vibratori da 50 anni, gli uomini invece sono ancora stigmatizzati. Voglio diventare la Rosa Parks delle “sex dolls”».
David Levy è un ex campione di scacchi che dal 1970 si è dedicato a programmi di computer che simulavano la comunicazione umana, vincendo molti premi. E’ convinto che così come la società sta lentamente accettando le unioni fra persone dello stesso stesso, presto accetterà quelle fra uomo e macchina. L’ intelligenza artificiale sarà la risposta a molti problemi: «La prostituzione diventerà obsoleta, le persone si sentiranno meno sole, ameranno e si sentiranno amate, e il mondo si trasformerà in un posto più felice». E se non si vivesse più la realtà ma ci si trasferisse in quella virtuale come un avatar? E se la gente usasse i robot per soddisfare desideri vietati dalla legge?
il futuro vedra relazioni fra macchine uomini
I robot si stanno evolvendo in fretta. Nel laboratorio di Bristol i ricercatori parlano con una quasi umana Molly, che interagisce nella conversazione, ha un tablet sul petto e può fare una cosa tipo sfogliare le fotografie e chiederti: «Ti ricordi di Parigi?», lasciandoti senza parole. Qui si costruiscono “nanobot” per applicazione biomediche, e si modella no idee per combattere il cancro.
Levy invece vive recluso altrove, nel suo laboratorio dove mette a punto “Do-Much-More”, un robot che cucina e presto sarà in grado di tenere una conversazione. A Levy non interessano le questioni filosofiche, semmai quelle etiche. Andare con un robot è tradimento? «Solo se usare un vibratore è considerato tradimento». Il robot può dare il consenso a certi atti? «Le pratiche sessuali cambiano con il tempo e, con loro, la moralità.
Fino a qualche anno fa era impensabile legalizzare un matrimonio gay, ad esempio». Non mancherà empatia fra i due agenti? «L’ intelligenza artificiale sarà perfezionata e proveremo per i robot quello che oggi proviamo per gli animali». Questo futuro non fa paura?«La tecnologia che fa paura è quella che oggi ti permette di comprare ovunque un drone e trasformarlo in una bomba che ucciderà centinaia di persone. Questo fa paura».
E se il robot è usato da un pedofilo? «Si spera nella creazione di robot programmati con conoscenze psicoanalitiche per trattare i pedofili. Nel caso non funzionasse, credo sia meglio che queste persone abbiano rapporti con una macchina piuttosto che con un bambino vero».
Per quanto si evolvano, i robot saranno sempre distinti dagli esseri umani. C’è un punto in cui gli uomini stessi non si sentono a proprio agio con “l’umanità” delle macchine, perciò la sostituzione totale non sarà possibile. Semplicemente diventeranno un’estensione delle nostre vite.
L’antropologa Kathleen Richardson non concorda: «Levy sbaglia. Usa le insicurezze della gente e offre una soluzione inesistente. Pedofili e stupratori hanno bisogno di terapia, non di bambole». In Corea del Sud si è deciso che entro il 2020 ogni casa avrà un robot domestico. Secondo la Richardson: «Con la scusa dell’aiuto domestico, in realtà ci si mette in casa una compagnia. L’idea dei robot socializzanti è tipica delle società iper-capitaliste trainate dal neoliberismo, dove la gente diventa sempre più distante, concentrata sull’individualità. Un robot non è, come dicono, l’evoluzione di un vibratore. La questione è ben più pericolosa».
Chi ha comprato il robot Pepper ha dovuto siglare un accordo in cui si impegna a non usarlo per atti sessuali, ma la “True Companion” sta sviluppando un robot donna di nome Roxxxy che sarà “sempre accesa e pronto a giocare”. Non pulisce e non cucina ma fa tutto il resto. Ha pelle che sembra umana, è alta 1 metro e 70, pesa 27 chili, ed è specifica per il sesso. Va in commercio nel 2016, costa circa 800 euro e ha già registrato 4000 preordini.
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