NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON…
- SANTORO - FRANCESCHI (AZIONISTA DEL 'FATTO QUOTIDIANO') A MIX24 SU RADIO 24: "PACE FATTA TRA SANTORO E TRAVAGLIO"
Da “Radio24” - “Pace fatta fra Santoro e Travaglio. Diciamo che c’è stato un piccolo battibecco, sono due caratteri un po' spigolosi, purtroppo quella serata era una serata un po’ difficile. Stimo Marco, perché penso che sia uno dei più grandi giornalisti. E con Santoro non si può discutere, lo sappiamo tutti quanto è difficile”. Lo dice Fabio Franceschi, azionista de Il Fatto Quotidiano e amico di entrambi a Mix24 di Giovanni Minoli su Radio 24. Franceschi è il patron di Grafica Veneta, che controlla il 4% del “Fatto”.
- IL FONDO
floris conduce tutto e prende il posto di travaglio con santoro
Sebastiano Messina per “la Repubblica”
Marco Travaglio ha scritto una delle sue articolesse quotidiane per sostenere che lui non ha mai insultato nessuno. E implora di fargli un esempio, uno solo, dei suoi insulti. Senza rendersi conto di avercene appena offerto uno, all’undicesima riga del medesimo sermoncino, accusando il governatore Burlando di avere “un faccione deforme”.
innocenzi travaglio vauro santoro
Il fatto è che lui ormai non si rende più neanche conto del veleno che colora il suo inchiostro, e dunque mescola senza scrupoli l’etica e l’estetica, il peccato politico con il difetto fisico.
Non è il primo, certo - Mussolini chiamava Gramsci “quel sardo gobbo' - ma Travaglio ha battuto tutti quando dedicò all'ottantasettenne Napolitano un raffinato ritratto intitolato 'Funeral party' dove parlava di 'un cadavere putrefatto e maleodorante' e dipingeva delicatamente 'prostate inerti e scroti inanimati'. Toccato il fondo, ha continuato a scavare. E quando glielo dicono, cade dal pero, come il tizio della barzelletta che dice: “Razzista mi? L’è lu che l’è negher”.
- CAIRO: SANTORO O TRAVAGLIO? SCELGO MICHELE NON AMO LE RISSE IN TV
Leandro Palestini per “la Repubblica”
Nel gioco della torre, l’editore di La7 Urbano Cairo dovendo scegliere tra i litiganti Michele Santoro e Marco Travaglio, non avrebbe dubbi: butterebbe giù quest’ultimo. «Santoro ha fatto bene a riaffermare il principio che Servizio Pubblico offra a tutti la possibilità di dire quello che pensano e anche di replicare», scandisce forte e chiaro l’editore. Dopo la lite in diretta di giovedì, Santoro e Travaglio vivono da “separati in casa”.
Si parlano a distanza. Mantengono le rispettive posizioni con puntiglio. A La7 temono che giovedì prossimo Travaglio, severamente rimproverato dal conduttore, possa dismettere i panni dell’editorialista del programma. Il pubblico era abituato ai politici che lasciavano gli studi tv (Berlusconi, Brunetta, Santanché), ora la crisi dei talk politici produce inedite crisi di nervi tra conduttori e collaboratori.
Cairo, per lo scontro Santoro Travaglio lei si è messo le mani ai capelli o ha pensato che stava salendo lo share?
«Le mani ai capelli no, i confronti possono essere anche duri. Ma neppure il cinismo di gioire per un litigio. La rissa non porta ascolti. In tv lo share cresce nel momento in cui ci sono le idee».
Ha sentito i due litiganti?
«Ho parlato solo con Santoro. Travaglio non lo sento mai. Io ho fatto un accordo con Michele: lui è libero di fare il talk con chi vuole, ha scelto Travaglio, che ha dato ottimi contributi».
Travaglio non ha gradito i richiami di Santoro. Nel gioco della torre chi dei due salverebbe?
«Non butto nessuno dalla torre. Travaglio è molto bravo nel fare le domande. Ma è giusto che anche a lui possano fargliene. Non è reato di lesa maestà ricevere domande da un ragazzo genovese (un angelo del fango) che ha dimostrato personalità anche di fronte a Beppe Grillo. Ero pienamente d’accordo con Santoro quando diceva che Burlando doveva poter dire la sua».
Dicono che la coppia stia scoppiando per Grillo...
Michele Santoro e Beatrice Borromeo Infophoto
«A me non risulta. Una così rodata coppia televisiva non credo scoppierà per un diverso modo di vedere la politica grillina. Comunque io non intervengo sulla linea politica, Santoro sceglie in assoluta libertà ospiti e collaboratori».
Il 30% della società che produce Servizio Pubblico è del Fatto Quotidiano , di cui Travaglio è condirettore. Un intreccio che può creare problemi a Santoro?
MICHELE SANTORO MARCO TRAVAGLIO
«Non direi. Santoro ha piena autonomia e libertà nel fare Servizio Pubblico : è lui l’anima della trasmissione, sua la linea editoriale. E smentisco le voci su una anticipata chiusura del programma. L’arrivo di Giulia Innocenzi, il 13 di novembre con il suo Anno Uno ( in sei puntate) era programmato da tempo ».
I talk sono in crisi ma La7 ne ha uno a sera. Pentito?
beatrice borromeo michele santoro
«No. In questa stagione c’è un calo complessivo degli ascolti, ma per noi non va così male. Floris con diMartedì cresce poco a poco, mentre Ballarò cala. I fatti della politica condizionano l’audience di La7. Se ci sono le elezioni cresciamo. Nel 2011 il Tg era al 9.60% di share, l’anno scorso siamo scesi al 6.5-7%. La rete aveva il 3.8% di share nell’anno dello spread (2011) oggi siamo al 3.3 %. Per Rai e Mediaset le perdite sono peggiori».
Sempre colpa della politica. Ma i conti tornano?
«La politica c’entra. Porro con Virus ha battuto Santoro perché ha ospitato una sorta di “conferenza stampa” di Renzi. Noi contiamo su un pubblico di “alti consumatori”, abbiamo 70 aziende in esclusiva di pubblicità tv. E nella prima serata i talk portano ancora il 60% degli investimenti pubblicitari».
STRETTA DI MANO TRA TRAVAGLIO E BERLUSCONI jpeg
- TELESE: «TRAVAGLIO FA SOLO PROPAGANDA. E SANTORO LO HA MESSO ALL’ANGOLO»
Andrea Barcariol per “Il Tempo”
Telese oggi che idea si è fatto di questa polemica mediatica?
«La televisione è il luogo della sintesi e del racconto. In questo caso c'è stata una rottura politica tra la visione di Travaglio e quella di Santoro che, con il suo fiuto, ha drammatizzato questa situazione. Ha voluto dire a Travaglio che deve confrontarsi con la diversità, senza stare sulla torre d'avorio. Inoltre in quella trasmissione era in corso un processo sulla crisi del grillismo e Marco, che è il giornalista preferito da quel mondo, andando via si è simbolicamente dissociato dal contenuto del programma».
BERLUSCONI SPOLVERA LA SEDIA SU CUI ERA SEDUTO TRAVAGLIO
Quindi si può parlare di scontro tra la vecchia sinistra e il grillismo?
«Direi più che altro tra un pezzo di identità della sinistra culturale e una parte dell'opposizione. Dentro "Servizio Pubblico" convivevano due anime, unite dall'opposizione al renzismo. Questa rottura tra i due, simbolicamente, ci dice che Santoro rivendica di poter criticare quel mondo in crisi, mentre Travaglio vuole sempre sottolineare la diversità del grillismo. Anche la posizione di Travaglio non va banalizzata, anche perché rappresenta un quinto del Paese che vota 5 Stelle. Io mi trovo maggiormente d'accordo con Santoro».
Quindi anche lei avrebbe preso, con decisione, le difese di Burlando?
«Travaglio è un genio della comunicazione ma c'è un punto limite che non va superato: la propaganda. Non basta dire che tutto fa schifo. Quindi preferisco Santoro che analizza la complessità delle cose, senza vedere tutto bianco o nero. Nella sua visione integralista Marco se l'è presa anche con un diciassettenne, ma può capitare a tutti noi di essere criticati. È come se Travaglio avesse detto: "Io sono il pubblico accusatore, nessuno può mettermi in discussione"».
Se il politico attaccato da Travaglio fosse stato di destra, Santoro si sarebbe comportato nello stesso modo?
MICHELE SANTORO CON MOGLIE E MARCO TRAVAGLIO
«Sì perché in questo caso ciò che è prevalso è stato il conflitto tra di loro. Santoro non è che sia un fan di Burlando. C'è stato anche un precedente di due anni fa, con un altro litigio su un tema molto simile. Travaglio disse che personaggi di destra, come Gasparri, non andrebbero invitati in trasmissione e Santoro si oppose a questa tesi sostenendo invece che per raccontare l'Italia bisogna sentire tutte le voci.
Fu un litigio molto meno violento che si chiuse con un accordo. Il momento politico del Movimento 5 Stelle però era molto diverso rispetto a oggi. Il problema non è Burlando o Gasparri, il problema è come si risponde alla crisi dell'opposizione? Non ci troviamo di fronte a due matti che litigano, questo è un dibattito molto interessante perché proietta due anime politiche che si scontrano».
Le giro la domanda che oggi ha fatto Travaglio nel suo pezzo su Il Fatto Quotidiano: "Cosa rimane del giornalismo nei talk show?"
«Su questo sono profondamente d'accordo con Santoro, perché Travaglio fa una domanda giusta ma dà una risposta sbagliata. Marco dice: "Se parlo senza contraddittorio è libertà d'informazione, se invece mi metti il contraddittorio allora non è più libertà di stampa, perché i cattivi inquinano con la loro presenza". Invece quello che Travaglio definisce il circo dei talk show è il sale della democrazia.
Anche il più grande tribuno si deve confrontare, è questa la bellezza dei talk. Adesso il duello è appassionante con Travaglio che, evocando il precedente di Luttazzi, ha sfidato pubblicamente Santoro. Praticamente gli ha detto: "Il tuo talk show mi fa schifo", definendolo un pollaio, "però sei tu che mi devi cacciare", come accadde con Luttazzi che fu spento dalla censura. In questo modo Santoro diventerebbe un censore».
Anche lei in diretta ha pensato a una sceneggiata per tirare su gli ascolti?
ISABELLA FERRARI CON MARCO TRAVAGLIO FOTO ANDREA ARRIGA
«Nemmeno per un momento, non era un litigio concordato. Penso che Santoro abbia la capacità di trasformare anche una cosa violenta in uno spettacolo. Che i talk non siano un pollaio lo dimostra questo dibattito che va avanti da quattro giorni. Che il grillismo sia in crisi lo dimostra il fatto che proprio quel giovedì il governo Renzi sia passato con il voto del senatore Orellana che è stato eletto dal Movimento 5 Stelle».
Ultimi Dagoreport
DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI…
DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA”…
C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA…
FLASH – COME MAI IL PRIMO MINISTRO UNGHERESE VIKTOR ORBAN, PUR INVITATO, NON È VOLATO A WASHINGTON…
DAGOREPORT - DANIELA SANTANCHÈ A FINE CORSA? IL CAPOGRUPPO DI FDI IN SENATO, LUCIO MALAN, È A…