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Simona Clair per Les InRocks
Tabù infrangibile, eden sessuale o semplicemente fantasma? Da sempre relegato al rango di mito, la donna-fontana è una realtà di cui la scienza comincia a scoprire le sfumature. E’ il getto emancipatore che rende visibile l’invisibile e rimette in paro il rapporto uomo-donna.
E’ una storia che inizia sempre alla stessa maniera: «Non ho capito quello che è successo, un getto potente che mi ha sfiorato la testa» oppure «All’improvviso, una colata che non mi aspettavo». L’effetto-fontana, qualcuno lo descrive come “un paradiso troppo violento”. Trattasi di eiaculazione femminile, anche se il termine è inappropriato. Le donne hanno una prostata, poco conosciuta, che emette un liquido biancastro in piccole quantità, meno di un millilitro.
E’ un fenomeno diverso dalla fontana, che di millilitri ne versa 300, anche se le due espulsioni possono essere associate. Esistono due categorie di donne-fontana, la più rara è quella di cui si parla da secoli, evocata nei testi di Aristotele e Ippocrate.I ricercatori la definiscono “autonoma”: esplodendo nel lobo frontale del cervello, l’orgasmo colpisce la zona che regola il bisogno di urinare, si avverte una forte contrazione al livello della vescica e si innesca un meccanismo di espulsione.
Al contrario, la seconda categoria, è legata all’evoluzione delle pratiche sessuali. Il fatto che gli uomini mettano le dita nella vagina delle partner è qualcosa di nuovo. Non si faceva fino a 50 anni fa, era ritenuta pratica da prostitute. Per secoli, una brava donna era quella che aveva il massimo di figli con il minimo di orgasmi. Le cose sono cambiate con l’emancipazione femminile. Gli anglofoni lo chiamano “squirting”: appoggiandosi sul punto G, il partner comprime anche la vescica, che, se piena, cola liquido sotto la pressione delle dita, spesso proprio nel momento dell’orgasmo. Da questo punto di vista, tutte le donne possono essere fontane.
Nonostante i tabù negativi sullo squirting, la maggior parte degli uomini vede di buon occhio questo tipo di gioia. I sessuologi riportano un numero crescente di pazienti che vogliono diventare “maghi”, è questo il termine usato anche dai medici. E’ eccitante e anche rassicurante, perché puoi star sicuro che le donne-fontana non simulano. Dice Vianney, quattro anni insieme a una donna-fontana: «Siccome il piacere è visibile, l’ego dell’uomo è lusingato. Se non vede la fontana, significa che non ha fatto bene il proprio lavoro e quindi quello di farla eiaculare diventa l’obiettivo principale nel rapporto. Altrimenti sente il fallimento, come una donna quando non riesce a fare eiaculare il partner».
Tracey è entusiasta di questa benedizione: «Con un orgasmo che non richiede troppo sforzo e che può essere ripetuto ancora e ancora, fare l’amore è più soddisfacente. A parte lo sfinimento, non c’è fine all’orgasmo-fontana. A volte l’ho avuto dieci volte in dieci minuti! Incredibile». Non stupisce quindi che ci si organizzi per fare corsi dedicati o che su You Tube i tutorial siano seguitissimi. Nell’ambito della riappropriazione sessuale, la donna-fontana quasi prende un significato politico. E’ una rivendicazione della sessualità femminile e cambia per sempre le caratteristiche della donna: non è più quella che non esteriorizza e che non sporca.
orgasmo femminile dura molto piu di quello maschile
Il mondo del porno porta ovviamente la pratica all’estremo, con la donna che stende l’uomo a terra e gli eiacula in bocca, come scambio definitivo dei ruoli. Essì, è finito il tempo degli unicorni.
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