giancarlo dotto

ROMANZO DOTTO - IL CARNEVALE TRISTE DI UN UOMO CHIAMATO PRESUNTO TRA CAMIONISTI, TIGRI FINTE E MAIALE VERE: “NON MI SONO MAI PIACIUTI GLI SPECCHI. NESSUNO SEMBRA QUEL CHE È E NELLA PARTITA DELLA VITA IL PAREGGIO È IL PIÙ IMPROBABILE DEI RISULTATI...”

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Malcom Pagani per il “Fatto Quotidiano”

 

DOTTODOTTO

Dei bravi giornalisti, non si sa niente. Non è dunque chiaro perché Giancarlo Dotto, indiscusso campione di entrambe le categorie per infantile, provocatorio divertimento nella scrittura e per averci lasciato in dote alcune delle interviste migliori degli ultimi anni, abbia aspettato l’alba dei propri sessantatré per tradurre in romanzo viaggi, ossessioni, amori, incesti, infarti, pensioni sudamericane, ernie e “cantanti esistenziali”.

 

Forse perché da altrui biografo (Vanoni, Costanzo) osservare pur travestite le proprie schegge di passato deve essergli costato: “Non mi sono mai piaciuti gli specchi. Ti raccontano le cose che non vuoi sapere”.

 

DOTTO COVER LIBRO 1DOTTO COVER LIBRO 1

O forse soltanto perché nel carnevale triste di “Sono apparso alla mia donna” tra “baldracche, camionisti, tigri finte che non si vergognano di essere finte e maiale vere che si vergognano di essere vere”c’è più fauna e affollamento di quanto un convinto discepolo di Carmelo Bene sia disposto a tollerare: “Si nasce e si muore soli, che è già un eccesso di compagnia”.

 

Presunto, il protagonista del racconto di Dotto, in amore mistico per Maria e in drammatica crisi d’identità fin dall’infanzia per il nome dettato da suo padre all’anagrafe, finirà per riempire pagine di un libro di memorie inondandole di lacrime. Dotto nel descriverci la sua parabola piena di rimpianti, rancori, allucinazioni e gesti troppo meditati per essere davvero definitivi, alterna il pianto all’allegria.

 

L’indole malinconica, alle riflessioni sul reciproco inseguirsi tra maschio e femmina: “Che sono fatte così le nostre donne. Prima ti gettano nel deserto, poi t’inchiodano e, una volta che sei lassù o laggiù, versano lacrime per la tua sorte”.

giancarlo dotto e carmelo benegiancarlo dotto e carmelo bene

 

Le poche certezze acquisite sul nostro scomposto vagare, all’illusione che nella “cronaca del cronico”, nella consapevolezza di essere stampelle “appese a una vita immaginaria”, si possa nascondere e disvelare con il talento dell’osservatore il tanto ridicolo che permette di guardare con pietà ai figli di un dio minore attesi da un destino che le loro spalle non possono sorreggere.

 

Il destino di Presunto, ad esempio, chiamato a uccidere il padre Vanni, ex stella della tv – “Una commistione del peggio, del vuoto, della vanità e dell’arroganza che circola in quell’universo” dice Dotto – al solo scopo di lenire le ustioni dell’odio e vendicare tutti i figli incompresi della storia del mondo e sublimare il desiderio di Maria, un’altra figlia delusa, è al di sopra delle sue forze.

giancarlo dotto francesca brienza rudi garciagiancarlo dotto francesca brienza rudi garcia

 

“Nessuno sembra quel che è” suggerisce Dotto e nella partita della vita (quella calcistica, declinata tra prosa, poesia e avvelenata per Dagospia, gli ha restituito la sincera ripulsa degli juventini di ogni gradazione e il ritorno di una santa polemica, più o meno sopita dai tempi di Dino Viola e Boniperti) il pareggio è il più improbabile dei risultati. Per chiunque.

 

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A iniziare dai suoi protagonisti. Quelli irrisolti, quelli perduti, quelli atei e quelli che guardando programmi su Padre Pio Network: “Inizia un nuovo giorno, rendiamo grazia a Dio”, cercando l’assoluzione impossibile, la misericordia negata agli altri, il sorriso conclusivo all’ultima curva di un’esistenza votata al ghigno, al chiagni e fotti, all’egoismo che non si pente né si interroga perché di sé non ha contezza. 

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