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Jill Foster per “Daily Mail”
“iPad” in oro, 17 tipi diversi di cuscini, un esercito di maggiordomi addestrati a colpi di “Downton Abbey”: niente è normale all’hotel a sette stelle “Burj Al Arab” di Dubai. I critici lo ritengono pacchiano, ma la pensano diversamente i capi di stato, i ricconi e le celebrità tipo Roger Federer, Claudia Schiffer e Ronan Keating, e altri 11.000 britannici che ci vanno ogni anno. L’albergo è protagonista del documentario “The Billion Pound Hotel”, in onda lunedì prossimo su “Channel 4”. Si celebra il quindicesimo anniversario della struttura e si rivelano i retroscena.
piscina interna del burj al arab
Lo staff è composto da 1.500 persone, tra cui 200 chef e 70 addetti agli arrivi, ovvero uomini e donne scelti per la loro bellezza, che sono le prime facce che i clienti incontrano nell’atrio. Chiunque chieda di lavorare come “concierge” deve passare un esame “di lusso” e rispondere a domande tipo “cos’è il cashmere?”. Ognuna delle 202 suite ha il suo maggiordomo. Sette esperti biologi marini si occupano dei tre acquari. Ogni desiderio viene esaudito: un cliente si è presentato con un alligatore morto, ha chiesto che gli venisse cucinato, e i cuochi hanno provveduto. Un altro, per chiedere la mano della sua fidanzata, ha importato 5.000 petali di rosa dalla Colombia e dal Kenya e i camerieri si sono occupati di spargerli nella stanza.
dubai film festival
eliporto della torre degli arabi
Il “Burj Al Arab” (la torre degli arabi) è alto 321 metri, ha 56 piani e, dal 1999, la sua vela è il simbolo dell’emirato. Ci sono voluti cinque anni per costruirlo, usando enormi quantità di marmo, vetro, e oro 24 carati. Il prezzo a notte va dai 1.200 euro in su (tasse escluse). Ogni suite ha due piani, un maggiordomo, un minimo di 14 telefoni, un “iPad” in oro, 17 tipi di cuscini, una scelta di lenzuola e un letto personalizzato, a seconda delle necessità posturali del cliente, due televisori a schermo gigante e in alta definizione, un telecomando che gestisce luci, tapparelle e musica. Anche lo scarico del water è elettrico.
uno dei bagni del burj al arab
Le suite più costose, in genere prese da capi di stato e famiglie reali, costano 23.000 euro a notte. Si trovano al 25° piano, hanno la vista sul Golfo Persico, e si estendono per 8.000 metri quadrati. Gli interni sono in marmo e legno, c’è una zona pranzo per 12 persone, letto a baldacchino rotante, biblioteca, e cinema privato.
Quando gli ospiti arrivano in albergo, vengono accolti con una bevanda a base di acqua di rose, salviette rinfrescanti e caffè arabo. Gli otto ristoranti a disposizione servono cibi di tutti i tipi: le ostriche arrivano dall’Irlanda, i tartufi dalla Francia, l‘aceto è invecchiato di cento anni. Al “Jusui Bar” il soffitto è composto da 29.000 cristalli Swarovski che formano la Via Lattea. Un tè pomeridiano costa 140 euro, ma in genere è una sorta di aperitivo con torte artigianali e pasticcini, champagne, caviale e mini-panini. Lo “Skyview Bar” si trova sott’acqua, il ristorante “Al Mahara” si trova nell’acquario.
Nell’hotel ci sono undici negozi e un centro benessere che offre trattamenti a base di oro e platino, dotato di sauna, stanze per massaggi e piscina per sole donne. All’ingresso dieci
“Rolls-Royce” bianche attendono i clienti per i trasferimenti in e dall’aeroporto. Chi vuole fare un’entrata ancora più grandiosa può prenotare un elicottero: laddove atterra ci hanno fatto una partita a tennis Roger Federer e Andre Agassi, e si sono sfidati a golf Tiger Woods e Rory McIlroy.
All’esterno la temperatura supera i 40°, all’interno ci sono cascate, fontane, una spiaggia privata e un ospedale per le tartarughe. Finora ne sono state salvate 600.
burj al arab a dubai
bagno suite reale di burj al arab
suite due piani al burj al arab
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