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Agnès Giard per “Libèration”
muybridge cavallo in movimento
In “Storia della sessualità” Michel Foucault distingue due modi dell’organizzazione del sapere sulla sessualità: arte erotica e scienza sessuale, quest’ultima cerca verità visibili e misurabili. Cos’è che si muove dentro di noi durante l’esperienza del piacere? In ‘La frenesia del visibile’ la ricercatrice Linda Williams spiega: gli apparecchi fotografici, le lanterne magiche, lo zootropio, il kinetoscopio e gli altri precursori del cinema, partecipano tutti ai processi che portano al porno, perché scompongono i movimenti.
E’ un caso che le invenzioni del diciannovesimo secolo nel settore ottico abbiano sempre come soggetto un cavallo? A Parigi, fino al 20 giugno c’è l’installazione di Adoka Niitsu, artista che si ispira proprio alla frenesia del visibile, a ciò che si muove e ci smuove. Ciò che si muove spesso è troppo piccolo per essere visto, più che altro lo si sente. Lei invece ci mostra questa intangibile dinamica della vita e non si sa bene se quello che vediamo è un batterio al microscopio o una zona della nostra coscienza.
E’ la Adoka a suggerire la connessione fra il porno e il cavallo. La più antica immagine di un processo fotomeccanico è una rotocalcografia di Joseph Nicéphore Niépce del 1825, intitolata ‘cavallo con il suo conducente’. Il primo film della storia, creato da Eadweard Muybridge nel 1878, si intitolava ‘Cavallo in movimento’, animale quindi sempre associato alle tecnologie che catturano l’immagine. Gli apparecchi altamente tecnologici che oggi usiamo per comprendere il reale derivano dalle prime serie equine.
Muybridge mise a punto il suo marchingegno grazie alla spinta di Leland Stanford, allevatore di cavalli e a divulgatore scientifico, nonché governatore della California al quale fu intitolata la Stanford University, cuore della Silicon Valley. Fu lui a chiedersi se esisteva un momento in cui i quattro zoccoli del cavallo lasciavano il suolo. I cavalieri si sentivano decollare, ma come provarlo? Ed ecco l’istantanea di Muybridge, fotografia di un movimento scomposto, che becca il momento preciso in cui il cavallo diventa ‘aereo’.
La scienza sessuale è nata nello stesso momento in cui è nato il nostro desiderio di catturare un momento al volo, quello in cui l’uomo che cavalca prova il sentimento gioioso di una fluttuazione. Muybridge realizzò lo zoopraxiscopio che permise la proiezione delle immagini davanti a più persone contemporaneamente, in pratica il precursore del cinema. Il pubblico era incantato dalle immagini di cavalli in corsa o di corpi seminudi che facevano salti e piroette. C’era quella voglia di sapere a che punto di un salto le tette della donna salivano e scendevano. Il corpo diventava meccanico, la vita poteva essere riprodotta sotto forma di una catena di posture scomposte.
L’illusione che la vita fosse un meccanismo riproducibile all’infinito non poteva che spianare la strada alla pornografia. Il porno è una successione di posizioni colte in una specie di atemporalità. Il montaggio di sequenze volutamente ripetitive permette allo spettatore di non preoccuparsi della comprensione del film. Il porno non è lineare, non ha inizio e non ha fine. E’ come il cavallo al galoppo. Siamo affascinati dai film che ci mostrano il desiderio come una meccanica eterna. Come nelle installazioni di Niitsu, vogliamo scoprire gli strati microscopici della materia e offrirli all’avidità degli occhi e alla luce del sole.
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