FLASH! - FERMI TUTTI: NON E' VERO CHE LA MELONA NON CONTA NIENTE AL PUNTO DI ESSERE RELEGATA…
Evelyn Wang per “Dazed Digital”
Ormai Trump lo si paragona a tutti i cattivi, agli episodi di ‘Guerre stellari’ e di ‘Black Mirror’, addirittura al Papa giovane di Paolo Sorrentino. Ci siamo dimenticati di ‘Salò’ di
Pier Paolo Pasolini, perfetto per il confronto.
Pasolini si era ispirato alle ‘120 giornate di Sodoma’ di De Sade, che a sua volta aveva scritto pensando all’‘Inferno’ di Dante, quindi ecco che lo scrittore italiano, nel 1975, ci presenta i gironi del nostro infernale presente, il nazismo, o il nuovo nazismo, cioè il capitalismo, con frasi attualissime come: «Nulla è più anarchico del potere. Il potere fa praticamente ciò che vuole, e ciò che il potere vuole è completamente arbitrario, o dettatogli da sue necessità di carattere economico che sfuggono alla logica comune».
Tutto del film, si può applicare a Trump. I quattro fascisti che instaurano una dittatura sessuale regolamentata da un Codice che impone ai ragazzi rapiti assoluta obbedienza, pena la morte, altri non sono che Trump, Mike Pence, Steve Bannon e Peter Thiel. Le quattro megere conniventi sono Tucker Carlson, Dick Spencer, Milo Yiannopoulos, Kellyanne Conway. I quattro capitoli del film (Antinferno, Girone delle Manie, Girone della Merda, Girone del sangue) sono i quattro anni di presidenza che ci aspettano. I giovani sequestrati costretti a mangiare merda, naturalmente, siamo noi che non l’abbiamo votato e voluto.
Nel film c’è pure una scena con ‘pioggia dorata’, calzante più che mai, per non parlare dei tanti genitali di cui si abusa. Purtroppo nel film non c’è nemmeno il lieto fine. Pasolini disse: «Non credo ci sarà mai una società dove l’uomo è libero. Speranza? Non dovremmo sperare in niente… la speranza è una cosa orribile inventata dai partiti politici per tenere il loro elettorato in fila». Anche solo guardare il film, rende lo spettatore complice di certe perversioni, inevitabilmente colpevole. Alla fine assistiamo al ritualistico annientamento degli innocenti, ma con un certo distacco, cosa che non riusciamo invece a fare con la America di Trump.
La Salò del 2017 inizia con un tweet. Ma che succede quando la distopia romanzata somiglia un po’ troppo alla realtà per essere solo una metafora? L’America di Trump ha fatto l’impossibile e cioè trasformare una allegoria politica in ‘torture porn’. La finzione non è più proiezione di cui siamo testimoni ma una emorragia invisibile. «Non c'è niente di più contagioso del male » dice l'Eccellenza nel film.
pier paolo pasolini salo o le 120 giornate di sodoma 00441074 001PASOLINIil sadomaso al potere
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