DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA…
Adriana Logroscino per il “Corriere della Sera” - Estratti
Un emendamento spacca la maggioranza. Da un lato la Lega, e direttamente il suo leader e vicepremier Matteo Salvini che si schiera, attraverso i suoi seguitissimi canali social. Dall’altro il ministro della Cultura, meloniano, Alessandro Giuli, che per via istituzionale prova a bloccare la manovra leghista.
Sul tavolo una proposta, appunto di un deputato leghista, Gianangelo Bof, che mira a ridimensionare il potere delle soprintendenze, sempre sofferte dai sindaci: il parere su interventi urbanistici e paesaggistici, salvo che non riguardino grandi monumenti o rilevanti opere storiche, non dovrebbero più essere vincolanti. Immediato l’altolà del ministero che dà parere negativo e chiede il ritiro dell’emendamento presentato nel corso dell’esame del decreto Cultura.
I leghisti, però, non mollano e sferrano un uno-due.
ALESSANDRO GIULI - FOTO LAPRESSE
Salvini pubblica un post con cui si associa personalmente all’iniziativa rilanciando lo slogan «più semplificazione e meno burocrazia, seguendo la linea del salva casa». Poi una nota del partito insiste: «È una richiesta di migliaia di cittadini, imprenditori e associazioni e una battaglia per la sburocratizzazione che la Lega intende proseguire». Anche, confermano le stesse fonti, con una proposta di legge ad hoc, se l’emendamento di Bof non arrivasse al voto.
ALESSANDRO GIULI - FOTO LAPRESSE
Levata di scudi immediata dei rappresentanti del mondo culturale. «È incostituzionale», avverte Marcella Giorgio, presidente dell’Associazione nazionale archeologi (Ana). Il tema della tutela del patrimonio sta a cuore ad Angelo Bonelli, deputato di Avs e co-portavoce di Europa verde: «Vogliono avere mano libera su infrastrutture e lottizzazioni», è il suo allarme. Lo scontro ha evidenti ricadute politiche, sottolineano le opposizioni: «Si tratta di un colpo di mano inaccettabile. Stiamo con Giuli».
I componenti delle commissioni Cultura di Camera e Senato del M5S affondano il colpo: «La frattura è ormai clamorosa: il ministero della Cultura chiede il ritiro dell’emendamento ma il partito di Salvini non molla, incurante delle tensioni interne che procura. Per una volta, siamo dalla stessa parte di Alessandro Giuli. La tutela della nostra storia e della nostra identità non deve conoscere steccati politici».
Schierato anche il Pd che batte sul « gravissimo scontro».
(...)
Ultimi Dagoreport
L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA…
DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E…
DAGOREPORT - COME ANDRÀ A FINIRE LO PSICODRAMMA MASOCHISTICO DEL CENTRO-SINISTRA IN VISTA DELLE…
“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
DAGOREPORT - NEL GRAN RISIKO BANCARIO, L’UNICA COSA CERTA È CHE MONTE DEI PASCHI DI SIENA È ORA…