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a cura di Colin Ward e Critical Mess (Special Guest: Pippo il Patriota)
1. SEPOLTO DI CARTA
Oggi i giornaloni confermano di essere un prodotto per vecchi e scaraventano una media di 10 pagine dedicate alla morte di Giulio Andreotti sulla testa dei loro (sempre meno) lettori. Poche le eccezioni alle ipocrisie su un leader politico mai amato dalla grande stampa del Nord, quella che era di stretta ortodossia massonico-cucciana ai tempi in cui il Divo Giulio era potente. E si sa che Enrico Cuccia e Giulio Andreotti, i due boss ricurvi, non si sono mai piaciuti.
Sulla Stampa di Torino ecco come saluta il caro estinto, quello che diceva di temere "la cattiveria dei buoni perché è pericolosissima", il buon Massimo Gramellini: "Se ne va con il suo carico intatto di misteri, ma dopo averne chiarito almeno uno: non è vero che tirare a campare è sempre meglio che tirare le cuoia, come recita uno dei suoi tweet più celebri. Proprio perché succede a tutti di tirarle, prima o poi, tanto vale campare a testa alta e a cuore acceso" (p. 1).
Duro anche Francesco Merlo su Repubblica: "State attenti: il monumento che in queste ore stiamo innalzando al caro estinto è il monumento che l'Italia fa a se stessa, al peggio di sé". E conclude con una serie di domande impietose: "C'è qualche studioso che possa seriamente citare uno dei tanti libri che Andreotti ha scritto, o una legge che ci abbia cambiato, o una vittoria sociale, o una significativa opera pubblica, una reale gloria politica, una riforma, un orfanotrofio, un grattacielo, una nave?".
E' forse questo vuoto politico, più delle accuse di mafia, a indicare la vera cifra di Andreotti. Contribuisce, senza volere, anche Giulia Bongiorno che a Repubblica dice: "L'unico suo cruccio era di non essere riuscito a formare degli allievi" (p.4). E certo, bastava vedere come si contornava: Sbardella, Ciarrapico, Evangelisti, Lima, Vitalone.
La stessa avvocata vede bene di consegnare al Corriere questo fondamentale ricordo: "Era goloso in una maniera sfrenata, lo vidi mangiare due cannoli siciliani dopo un'enorme pasta con le melanzane" (p. 9). Voleva renderlo simpatico, missione che le è riuscita un po' meglio sul Messaggero: "Passava per uomo freddo, era sensibile e popolano" (p. 3). Anche il Messaggero è "sensibile e popolano" e dimentica la prescrizione: "Da Cosa nostra a Pecorelli, anni di processi fino all'assoluzione" (p. 6). Il Cetriolo Quotidiano tiene il punto: "Mafia, era colpevole ma tutti in coro gridarono: âAssolto'. La sentenza d'appello, confermata in Cassazione, stabilì che il reato fu âcommesso fino alla primavera del 1980'. Lo salvò la prescrizione" (p. 6).
2. AVVISI AI NAVIGATI
Non abbiamo più sovranità nazionale e i nostri governi sono legati mani e piedi a quello che decidono a Bruxelles. Avete presente il gran dibattito sull'Imu, con annessa minaccia del Cainano di far cadere il governo se non verrà levata? Ecco, oggi da Bruxelles ci fischiano la fine della ricreazione.
"L'Europa avverte: Imu sospesa, le coperture entro metà mese. Il decreto la prossima settimana, rata congelata per la prima casa" (Corriere, p. 17). Prima di qualsiasi intervento, l'Italia dovrà presentare a Bruxelles l'aggiornamento del Programma di stabilità , con tutte le coperture necessarie.
E noi faremo alla vecchia maniera, con tagli di spesa qua e là e la solita storia delle dismissioni, come racconta Repubblica: "Nuova âspending' e fondo immobili, così il governo trova 6 miliardi. Via anche al piano Giavazzi sugli incentivi alle imprese. Nel decreto urgente il rifinanziamento della cig e prime misure per i giovani" (p. 12).
Commovente il titolo della Stampa: "Letta avvisa la Ue: basta rinvii, subito misure anti-crisi" (p.1). Sai che impressione, a Bruxelles.
3. CAINANI AMARI
Schiaffo della Cassazione agli avvocati del Banana: nessuna persecuzione giudiziaria a Milano, i processi possono andare avanti così. Sul Corriere, "Berlusconi, i processi restano a Milano. Ma la difesa chiederà un altro rinvio. La Cassazione: infondata la richiesta di spostare i casi Ruby e Mediaset. Il Cavaliere ordina ai suoi âbasso profilo'. Torna però lo spettro del voto in autunno" (p. 13). "Basso profilo" non arriva al Giornale di Feltrusconi, che titola senza ipocrisie: "La Cassazione non aiuta le larghe intese" (p. 1).
Le sentenze dovrebbero arrivare nel giro di due mesi e potrebbero essere due condanne da 7-8 anni complessivi, più l'interdizione dai pubblici uffici. Sulla decadenza del Banana da senatore dovrebbe votare la giunta per le autorizzazioni a procedere dove, se vogliono, Pd e M5S hanno una maggioranza schiacciante. Ma Re Giorgio può salvare il governissimo con due provvidenziali nomine a senatore vita: Romano Prodi (o Franco Marini) e Silvio Berlusconi. Un posto da senatore a vita s'è giusto liberato ieri.
4. PIDDI' ANNO ZERO
Solito casino in casa piddina. "Pd: le correnti vogliono un segretario di garanzia. Stallo su Epifani-Cuperlo. E nessun patto tra Renzi e Barca sul futuro", scrive la Stampa (p. 16). Sul Messaggero, "Pd, caos sulla segreteria. Girandola di nomi ma nessuna decisione" (p. 14). Invece la renzianissima (per ordine del Padrone) Repubblica vede il bicchiere mezzo pieno: "Pd, prove d'intesa tra Barca e Renzi. L'ex ministro: Matteo un valore. Il sindaco: giusto lavorare a un partito unito" (p. 18).
5. ULTIME DAL BAGNO DI SANGUE RCS
Perdite a rotta di collo e liti tra i soci. Non c'è pace a piani alti di via Solferino, con le banche creditrici preoccupate per l'esito dell'aumento di capitale. Su Repubblica, "Rcs chiuderà 10 periodici se non li vende entro giugno. Due offerte rifiutate dal cda. Manager contestati. Sul piano del debito banche in manovra per convincere i soci industriali a votare l'aumento" (p. 45).
Per il Giornale, "Rcs, rischio chiusura per i periodici. Il nodo dell'aumento: banche in stand-by; nessuna marcia indietro sulle linee di credito" (p. 25). Sarà decisiva la scelta di Giuseppe Rotelli, il re delle cliniche che controlla il 16% delle azioni ma non fa parte del patto di sindacato.
6. AGENZIA MASTIKAZZI
"Aria viziata, a scuola aumentano le allergie". Paginone sul Messaggero, con foto di bambini che si soffiano il naso (p. 16).
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