fanny ardant e riccardo rossi nel 1984 enrico lucherini

“ENRICO LUCHERINI È STATO IL MIO MAESTRO, E OGGI POSSO DIRE DI AVER PERSO IL PIÙ GIOVANE DEI MIEI AMICI” – RICCARDO ROSSI RICORDA IL PIU’ GRANDE "STRESS AGENT" DELLE DIVE, SCOMPARSO A 92 ANNI: "HO CONOSCIUTO ENRICO LUCHERINI NEL 1984 A “UN MILIONE AL SECONDO”, UN QUIZ CONDOTTO DA PIPPO BAUDO SU RETE4 DOVE SAREBBE STATA OSPITE FANNY ARDANT" – LA FOTO CON L’ATTRICE FRANCESE AVUTA GRAZIE A LUI: “PER RINGRAZIARLO COMPRAI IL SUO LIBRO 'C’ERA QUESTO, C’ERA QUELLO', E GLI CHIESI L’AUTOGRAFO: 'A RICCARDO, IL PIÙ GIOVANE DEI MIEI AMICI, ENRICO'. QUALCHE ANNO PIÙ TARDI MI CHIAMÒ PER FARGLI DA SEGRETARIO NEL SUO UFFICIO, MA MI AVVERTÌ: 'RICORDATI: NON È UN GIOCO!'” - VIDEO

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Lettera di Riccardo Rossi a Dagospia

 

Fanny Ardant e Riccardo Rossi nel 1984

o conosciuto Enrico Lucherini nel 1984 a “Un milione al secondo”, un quiz condotto da Pippo Baudo su Rete4 dove sarebbe stata ospite Fanny Ardant che, già protagonista de “La signora della porta” accanto per la regia del suo compagno Francois Truffaut, portava in promozione “Desiderio”, diretto da Anna Maria Tatò e curato per la stampa proprio da Enrico. 

 

Li vidi parlare e gli chiesi di farmi una foto insieme all’attrice:

 

- Non so fare foto! - mi disse e si rivolse a qualcuno che scattò fuori fuoco.

enrico lucherini

 

Non mi rimaneva altro da fare che chiamare per giorni lo studio Lucherini- Spinola per sapere l’orario del volo di partenza dell’Ardant di ritorno a Parigi ma ogni volta mi chiudevano il telefono in faccia.

 

La sera della prima al Cinema Fiammetta Enrico era lì davanti alle 22.15 e lo fermai di nuovo: “Per favore mi dica se l’Ardant parte domani mattina!” – “Perché lo vuoi sapere?” –

 

“Perché voglio farmi una foto con lei!” –  Si fermò un istante e finalmente mi rispose: “Mi ricordi quand’ero ragazzo, anche io smaniavo così, domani ha il volo alle 10.30 da Fiumicino, ciao!” 

    

Per ringraziarlo comprai il suo libro C’era questo c’era quello, e gli chiesi l’autografo: “A Riccardo, il più giovane dei miei amici, Enrico”. Qualche anno più tardi mi chiamò per fargli da segretario nel suo ufficio, ma mi avvertì: “ricordati: non è un gioco!”

 

È stato il mio maestro, e oggi posso dire di aver perso il più giovane dei miei amici.

Grazie Enrico!

 

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