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CORTO CIRCUITO TRA NETANYAHU E TRUMP: UNO NEGA LA CARESTIA, L’ALTRO NO - "BIBI" SPERA ANCORA CHE LE ORRENDE IMMAGINI DEI BAMBINI DI GAZA NON ABBIANO FATTO IL GIRO DEL MONDO, MA È TROPPO TARDI - PERSINO L’AMICO DONALD NON SE LA SENTE DI NEGARE L’EVIDENZA E, IN GRAN BRETAGNA, LO CONTRADDICE: “DA QUELLO CHE VEDO IN TV, QUEI BAMBINI SEMBRANO AFFAMATI, NON SI PUÒ NEGARE LA CARESTIA” - MA DAL PUNTO DI VISTA MILITARE IL PRESIDENTE AMERICANO CONTINUA AD APPOGGIARE L’OPERAZIONE MILITARE A GAZA…
Estratto dell’articolo di Fabiana Magrì per “la Stampa”
donald trump benjamin netanyahu
Il botta e risposta sul tema della fame a Gaza fra Benjamin Netanyahu e Donald Trump si consuma in differita. Il premier israeliano, ospite di una conferenza organizzata da pastori evangelici americani a Gerusalemme, dichiara risoluto che «non c'è carestia, non c'è alcuna politica della fame a Gaza» e promette di portare avanti la campagna militare con l'obiettivo di estirpare Hamas dalla Striscia.
Il presidente degli Stati Uniti, durante una visita in Scozia, lo contraddice: «Da quello che vedo in tv, posso dire che quei bambini sembrano affamati». Poi aggiunge: «A Gaza c'è vera carestia, non si può negare». Al suo fianco, il premier britannico Keir Starmer si unisce alla denuncia: «una catastrofe assoluta. La gente in Gran Bretagna è indignata».
Ma è una nube passeggera. Alla domanda sulla salvaguardia dei civili nella Striscia da parte di Israele, Trump si fa elusivo: «Nessuno sta facendo davvero nulla di eccezionale lì». E annuncia l'intenzione di aprire nuovi «centri alimentari», in collaborazione con partner internazionali. Su tutto il resto, Trump si mostra allineato all'amico Bibi (questo il diminutivo ufficiale del premier Netanyahu). Soprattutto militare di Israele contro Hamas – «Se non avessero gli ostaggi, le cose andrebbero molto velocemente. In alcuni casi sappiamo dove li tengono» – e quella diplomatica – «Sto parlando con Bibi e stiamo elaborando diversi piani. Israele deve inventarsi qualcos'altro a Gaza». Sì, ma cosa?, si chiedono tutti.
[…] Israele rinnova le misure per alleggerire la crisi che sta sfinendo la popolazione civile a Gaza: un flusso più abbondante di aiuti via terra e dal cielo, corridoi sicuri per i convogli umanitari delle Nazioni Unite e «pause tattiche» dai combattimenti in zone designate per dieci ore al giorno, per consentire maggiore libertà di azione all'Onu e alle Ong per la distribuzione e somministrazione di pacchi alimentari e pasti.
«Le pause sono un passo nella giusta direzione – commenta il responsabile umanitario delle Nazioni Unite, Tom Fletcher – ma fermare il conflitto è la chiave». Poi assicura alla Bbc che l'Onu ha un piano per raggiungere tutti i bisognosi a Gaza nelle «prossime due settimane», se solo i valichi di frontiera venissero aperti e se fossero garantiti permessi e sicurezza.
donald trump e benjamin netanyahu a washington
Tsahal non interrompe le operazioni militari. Soldati e civili continuano a morire nella guerra dentro la Striscia. La storia più straziante arriva da Khan Yunis. Una neonata – riferisce l'Associated Press – è morta poche ore dopo la nascita da un cesareo d'urgenza. La madre, incinta di sette mesi, è stata uccisa in un raid israeliano che in tutto ha causato 12 vittime palestinesi nella zona umanitaria di Mawasi sulla costa di Khan Younis. […] le fonti locali palestinesi aggiornano il bilancio dei morti: 98 nelle ultime 24 ore secondo il ministero della Salute di Hamas, di cui 25 mentre cercavano di accaparrarsi pacchi alimentari e almeno 14 per fame e malnutrizione.
Gli aiuti continuano a piovere dal cielo, fra critiche e polemiche. L'esercito israeliano ha paracadutato 20 pacchi alimentari nel Sud e nel Nord della Striscia e anche la Germania, dice il cancelliere Friedrich Merz, organizzerà un ponte aereo.
Mentre il premier britannico Starmer, nell'incontro con Trump, dichiarava che Hamas non può avere alcun ruolo nel futuro governo di uno Stato palestinese, alle Nazioni Unite, si apriva […] la conferenza franco-saudita per promuovere la creazione di quello Stato.
[…] In un inedito appello, il primo ministro palestinese Mohammad Mustafa ha sollecitato Hamas a «deporre le armi», «rilasciare gli ostaggi» e rinunciare al controllo di Gaza. L'ha fatto alla presenza dei rappresentanti di 125 Paesi, ma non di Israele e Stati Uniti, che si sono rifiutati di partecipare. […]
benjamin netanyahu e donald trump nello studio ovale
carestia a gaza 6
carestia a gaza 2
benjamin netanyahu
carestia a gaza 1
carestia a gaza 3
forno preso d'assalto a gaza
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