carlo cottarelli

ERIC CLAPTON JE FA UN BAFFO! CARLO "MANI DI FORBICE" COTTARELLI IMBRACCERA’ LA CHITARRA E SI ESIBIRA’ IL 3 OTTOBRE A SANREMO: “SUONERO’ 'IL RAGAZZO DELLA VIA GLUCK'. MI ISPIRO A BATTISTI. QUANDO PENSO A CERTI FANATICI DELL'USCITA DALL'EURO, MI VIENE IN MENTE LUCIO: 'PER UNA LIRA IO VENDO TUTTI I MIEI SOLDI'. I CANTAUTORI RENDONO SEMPLICI TEMI COMPLESSI. È LO STESSO OBIETTIVO CHE MI PONGO QUANDO CERCO DI SPIEGARE L'ECONOMIA: DEVO AMMETTERE PERÒ CHE LA MUSICA HA UNA MARCIA IN PIÙ…” - VIDEO

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Marco Sodano per lastampa.it - Estratti

 

Sanremo La Banca d'Italia, l'Eni, il Fondo Monetario, il Parlamento e l'incarico da presidente del consiglio. Ora il palco dell'Ariston, che ha visto passare i più grandi cantautori italiani, dal Festival alla storia della musica: Sanremo.

 

Tra le dita di Carlo Cottarelli scorrono i numeri, le note, le formule e i ritornelli. Oggi è docente alla Cattolica e alla Bocconi, presto sarà al teatro mito di Sanremo. Il 3 ottobre imbraccerà la chitarra e canterà "Il ragazzo della via Gluck".

 

carlo cottarelli

Professor Cottarelli, da dove arriva la sua passione per la musica?

 «In famiglia il vero talento è mio fratello, un polistrumentista vero. Io lo seguivo, sono di due anni più grande, con un misto di ammirazione e invidia. Lui suona tutto, io ho cominciato a strimpellare la chitarra cercando di accompagnare le canzoni. Con Lucio Battisti ho trovato il mio terreno: pochi accordi, ma emozione pura».

 

E la chitarra è rimasta con lei.

«Sì, soprattutto negli anni dell'università. Lì la musica era il collante delle amicizie: passavamo serate intere a cantare, a ridere, a provare e riprovare gli stessi brani. Da quel momento la chitarra è diventata una compagna di viaggio. Anche durante i miei anni all'estero non l'ho mai abbandonata.

 

Quando vivevo fuori dall'Italia, ogni primo giugno, con gli amici italiani, celebravamo la nostra festa nazionale in anticipo di un giorno sulle celebrazioni per la Repubblica: le canzoni, i ricordi, tanta nostalgia. Mi preparavo settimane prima per non fare brutta figura. Sono andato avanti così fino a una decina d'anni fa. Poi, una volta rientrato in Italia, ho quasi smesso. La mia chitarra, quella cui sono più affezionato, è ancora a Washington: un pezzo di vita lasciato là. In Italia me ne sono procurata un'altra»

 

 

(...)

 

carlo cottarelli francesco gabbani

E adesso arriva l'Ariston. Non le fa un po' tremare le gambe?

«Senz'altro è un palco che incute rispetto. L'occasione è un evento organizzato dall'associazione Bordigotti e dalla Banca Passadore, che ha una sua band. Suonano pezzi dei cantautori italiani e hanno un bel repertorio. Durante la serata ho anche dovuto scegliere un pezzo per esibirmi da solo. Ho deciso per "Il ragazzo della via Gluck". È un brano che mi emoziona molto, parla di radici e cambiamenti, di case che spariscono per lasciare posto al cemento. Temi che restano attuali».

 

Non è semplice da cantare.

«Non ho mai studiato canto. Il mio range di voce non è particolarmente ampio, ma si adatta bene a questo brano. E poi credo che in canzoni così serva più l'intensità che la tecnica. D'altra parte nella musica un po' di coraggio non guasta: bisogna accettare di non essere perfetti e buttarsi».

CARLO COTTARELLI 22

 

Ci racconti i suoi compagni musicali di sempre.

«Battisti resta il faro. Poi Paolo Conte, con la sua ironia e il suo stile inconfondibile. Ho sempre avuto una grande passione per Franco Battiato e Ivano Fossati: autori che hanno saputo mescolare poesia e sperimentazione. Mi piace anche Enrico Ruggeri, il suo ultimo disco è strepitoso. Tra i più giovani, seguo Francesco Gabbani».

 

La musica, quindi, non è solo un passatempo.

«È molto importante, anche se non la vivo quotidianamente. È un rifugio, una dimensione diversa. 

 

(...)

Ha fatto entrare i cantautori persino nei titoli dei suoi libri.

«Sì, è vero. Uno l'ho intitolato Pachidermi e pappagalli, una dedica a Francesco Gabbani. Il libro parla di bufale economiche, ma ho voluto prendere in prestito la sua capacità di evocare immagini fortissime con parole insolite.

 

mina lucio battisti 1

E ho citato Mogol ne I sette peccati capitali, perché con i suoi testi è sempre stato capace di trasformare concetti enormi in testi immediati. A volte mi diverto anch'io a giocare con quei riferimenti: quando penso a certi fanatici dell'uscita dall'euro, mi viene in mente Battisti: "Per una lira io vendo tutti i miei soldi". È un modo per sorridere di cose che altrimenti sarebbero pesanti».

 

 

È questo che la affascina nei cantautori italiani?

«Esattamente. Hanno la capacità di parlare di temi profondi con leggerezza, di rendere semplici cose complesse. È lo stesso obiettivo che mi pongo quando cerco di spiegare l'economia: non semplificare, ma rendere comprensibile. Devo ammettere però che la musica ha una marcia in più. Parla dritta al cuore, e in questo modo dribbla le trappole del cervello».

CARLO COTTARELLI A CHE TEMPO CHE FACARLO COTTARELLI 22enrico giovannini carlo cottarelli foto di bacco (3)ernesto maria ruffini carlo cottarelli foto di bacco (2)ernesto maria ruffini carlo cottarelli foto di bacco (1)CARLO COTTARELLI ANNUNCIA LA CANDIDATURA CON PD E PIU EUROPACOTTARELLI