FEMEN, LA SCIENTOLOGY DEL CAPEZZOLO DESNUDO - UNA EX AFFILIATA DEL MOVIMENTO DENUNCIA LAVAGGI DEL CERVELLO, DISCRIMINAZIONI E DERIVE SETTARIE: “SE SEI DENTRO, DEVI ACCETTARE LA SOTTOMISSIONE CONTRO CUI MANIFESTI IN PUBBLICO”

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1. LA EX ALICE: HO DETTO ADDIO ALLE FEMEN, SETTA DI FANATICI, INDOTTRINANO TUTTI
Paolo Levi per ‘La Stampa'

È la prima a denunciare dall'interno i metodi usati dalle Femen per «indottrinare» e «asservire» i propri membri. Derive settarie, discriminazioni, lavaggio del cervello: sarebbe questo il volto nascosto del movimento femminista, secondo la testimonianza di Alice, trentenne parigina, uscita dal «clan» dopo un anno e mezzo di attivismo, decisa a scrivere un libro sulla sua esperienza.

La donna, che partecipò all'irruzione a seno nudo nella cattedrale di Notre-Dame, quando le Femen esultarono per le dimissioni di Papa Benedetto XVI, non rinnega la sua prova ma si dice «delusa» e «disillusa». E parte alla carica contro metodi di indottrinamento degni di una setta. Le Femen, racconta la donna al Figaro, «plasmano il tuo spirito», «non esisti più in quanto individuo», ma solo «attraverso il gruppo». «Femen - avverte ancora Alice, che ha preferito proteggere il suo anonimato con un nome fittizio - trasforma il tuo corpo e il tuo spirito. Vieni assorbito naturalmente, senza violenza, verso una totale abnegazione, tralasciando ogni spirito critico».

Da recluta, devi «ripetere sempre i principi fondamentali del movimento, interiorizzarli in modo che possano essere ricordati meccanicamente come una lezione imparata a memoria». E chi «parla troppo» viene indotto ad allontanarsi, lascia intendere Alice. Tra pochi giorni, il 19 febbraio, la capofila delle Femen, Inna Shevchenko dovrà comparire, insieme alle altre, davanti al tribunale di Parigi per quell'azione shock a Notre-Dame, per cui hanno detto di non essersi mai pentite.

In Francia è il primo processo contro le militanti del gruppo nato nel 2008 in Ucraina e che ha scelto la capitale francese come quartier generale. Anche se di recente le giovani hanno dovuto lasciare la «base» parigina per trasferirsi a Clichy, in periferia. Da una quarantina di militanti «sono diventate una quindicina», racconta ancora Alice, dicendosi sicura che «con tali principi il movimento non può andare avanti». «Bisogna restare disponibili 24 ore su 24», a scapito del proprio lavoro e della propria vita privata. «In fondo - osserva - accetti quella stessa sottomissione contro cui manifesti in pubblico. Ti batti per una libertà a cui in realtà non hai diritto».

Un paradosso, commenta il suo agente letterario, Omri Ezrati, secondo cui le Femen «non rispettano le donne, le componenti del gruppo vengono trattate dai loro capi come carne da macello». In Francia, è la prima volta che una Femen osa testimoniare contro il clan. Se verrà pubblicato, quello di Alice sarà il primo racconto dal di dentro e nei dettagli del vissuto di una ex militante, dall'arruolamento, all'indottrinamento fino agli allenamenti per partecipare alle azioni a seno nudo. Mentre si moltiplicano gli appelli al governo di François Hollande affinché ritiri il controverso francobollo in cui i tratti della «Marianne», emblema della République, sono ispirati a Inna Shevchenko.

2. LE RAGAZZE FEMEN LOTTANO NUDE PER LA LIBERTÀ MA LA LORO SETTA PRETENDE TETTE E OBBEDIENZA CIECA
Annalena Benini per ‘Il Foglio'

Fiori nei capelli e scritte sui corpi, le ragazze hanno tette al vento e sguardi fieri, gambe lunghe e passi decisi: atee, sextremiste, ma soprattutto femministe, non violente ma aggressive, combattono per la libertà, urlano, si fanno arrestare, usano il corpo per manifestare il dissenso.

Sono famose, sono tutte donne, in guerra per le donne, e al posto delle armi hanno le parole, i fiori, e quelle barricate in mutande davanti al mondo. Sembrano allegre, decise, coraggiose, si dipingono i corpi l'un l'altra con le frasi della rivolta, si tengono per mano, marciano unite e sfrontate, e secondo una ex attivista francese, una Femen fuggita e delusa che il Figaro ha intervistato con un nome di fantasia, Alice, lottano per la libertà ma applicano la galera.

Alice, che ha partecipato all'invasione di Notre Dame un anno fa, descrive il movimento come una setta autoritaria, in cui le donne vengono usate dalle cape come pallottole, in un modo che ricorda molto tutto quello contro cui le Femen combattono: "Tu non esisti più come individuo, la tua mente vie- ne preparata per l'esterno: non pensi più per te stessa ma per il gruppo, Femen trasforma il tuo corpo e la tua mente".

Bisogna essere pronte e adatte a spogliarsi, non si può mai contestare il gruppo, mai parlare troppo, mai esprimere troppe opinioni, ed essere disponibili ventiquattr'ore su ventiquattro, non importa se si ha un lavoro, un marito, dei figli. Se si vuole cambiare il mondo bisogna gridare per la libertà di opinione e contemporaneamente rinunciare alle proprie opinioni.

"Dentro le Femen si accetta a poco a poco una sottomissione che all'esterno rifiuteremmo sdegnate. Che cosa combattiamo? La sottomissione delle donne. E che cosa vinciamo? Il diritto di dire, la sera, quando torniamo a casa da sole, che ci siamo battute per una libertà che lì dentro non esiste". Secondo questa dissidente del dissenso le reclute vengono usate dalle cape per un'ora di posa, di dimostrazione a seno nudo contro qual- che ingiustizia o corruzione, e ignorate un attimo dopo.

Le altre vengono a sapere delle cose che succedono da Facebook, nessuno le considera degne di essere informate. Utilizzate, sventolate come oggetti, come corpi utili ("carne da cannone", ha detto l'agente letterario di Alice, che ovviamente scriverà un libro sulla sua esperienza), fino a quando vengono di nuovo chiamate a spogliar- si, a ballare, ad arrabbiarsi con il corpo dipinto di ribellione (quella che non è ammessa all'interno del gruppo).

E' Scientology, o forse è l'irresistibile capacità femminile di litigare in qualunque contesto, oppure è il senso delle ribelli per lo star system: ci si mette la faccia, e non soltanto, si resta lì al freddo, in piedi su un'automobile o dentro una chiesa con le telecamere addosso e un poliziotto minaccioso davanti e ci si sente subito molto rock, meritevoli di molta attenzione, di più attestati di eroismo, di più foto in primo piano o autobiografie.

"Le pratiche all'interno del gruppo sono più violente delle azioni dimostrative", dice Alice, combattente delusa, che pensava di trovare la libertà assoluta e sfacciata e invece ha incontrato delle capobanda autoritarie, che addestrano le ragazze alla protesta, le indottrinano e pretendono obbedienza e tette. Se non fosse una missione femminista sembrerebbe qualcosa di molto sessista e dispotico, per niente rispettoso, per niente libertario. Qualcosa contro cui organizzare una protesta: tutte le ragazze del mondo, in topless o vestite, come preferiscono, in difesa delle Femen e della loro perduta libertà.

 

 

Le Femen al Parlamento europeo femen and aliaa elmahdy protest morsi in stockholm pIV YFnHN ALIAA MAGDA ELMAHDY BG AHx CMAA AL large jpegtopless femen with aliaa elmahdy pray for jailed activists in tunis FEMEN egiziana, Aliaa Magda Elmahdyfemen berlino FEMEN ALLA SFILATA DI NINA RICCI ALLA SETTIMANA DELLA MODA DI PARIGI