
DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING…
CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI - TITOLO DAL SITO DELLA “REPUBBLICA”: “COREA DEL NORD, KIM JONG-UN INAUGURA UNA NAVE DA GUERRA DA ‘CINQUEMILA TONNELLATE CON LA FIGLIA’”. STRANO CHE LA RAGAZZA POSSA INCIDERE SUL PESO DI UNA NAVE DA GUERRA: ANCHE SE È FIGLIA DI CICCIO KIM, CI PAREVA PIÙ MAGRA – “il SOLE 24 ORE”: “LEAPMOTOR RILANCIA L’UOVO DI COLOMBO: L’ELETTRICA RICARICATO CON LA BENZINA”. IL GENDER DILAGA…
“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi”
(http://www.stefanolorenzetto.it/pulci.htm)
Iacopo Scaramuzzi sulla Repubblica ragguaglia i lettori sui tentativi di delegittimare i papabili sgraditi: «È un classico di ogni Conclave. (...) Parolin non è il solo bersaglio: per Louis Antonio Tagle un sito della destra cattolica statunitense (di nuovo) ha tirato fuori un video di anni fa nel quale il filippino canta Imagine di John Lennon: è da vedere se queste operazioni non finiscano per avere l’effetto contrario, rendere cioè il personaggio simpatico, ma per i detrattori un porporato canterino mostra mancanza di ortodossia oltre che di serietà».
Premesso che Tagle si chiama Luis, e non Louis come scrive Scaramuzzi, qual è il sito della destra cattolica statunitense citato dal vaticanista della Repubblica? Lui non lo dice, ma siamo in grado di rivelarlo qui: è Repubblica.it.
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Titolo di un post del Corriere della Sera su Facebook: «Installato sui tetti della Sistina il comigliolo da cui uscirà la fumata delle votazioni del Conclave per l’elezione del nuovo Papa». È tutto nuovo: pontefice e anche comignolo.
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Sul Giornale, Camilla Conti si occupa dell’Ops da 6,3 miliardi di euro lanciata da Mediobanca su Banca Generali e specifica: «Mediobanca potrebbe però invocare la clausola di reciprocità, sostenendo che Mps, partecipata al 68% dal Tesoro, non è soggetta a normative equivalenti sulla passivity rule, data l’influenza statale». Non è più così da anni. Alla data dell’8 gennaio scorso, il ministero dell’Economia e delle Finanze deteneva nel capitale sociale del Monte dei Paschi di Siena una partecipazione dell’11,731 per cento.
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la repubblica 5.000 tonnellate con la figlia
Titolo dal sito della Repubblica: «Corea del Nord, Kim Jong-un inaugura una nave da guerra da cinquemila tonnellate con la figlia». Strano che la ragazza possa incidere sul peso di una nave da guerra: anche se è figlia di Ciccio Kim, ci pareva più magra.
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Sommario dalla Verità: «Bloomberg promuove il piano di investimenti sulle Ferrovie da 25 miliardi». Esistono Ferrovie da 25, 50 o 100 miliardi? No? Allora bisognava scrivere: «Bloomberg promuove il piano di investimenti da 25 miliardi sulle Ferrovie».
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Titolo dal Sole 24 Ore: «Leapmotor rilancia l’uovo di Colombo: l’elettrica ricaricato con la benzina». Il gender dilaga.
i cardinali nella cappella sistina 2013
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Sui quotidiani vanno di moda i titoli con le parentesi. Eccone alcuni tratti da un’unica edizione del Corriere della Sera: «I sorrisi, gli applausi e Dante / Il discorso del re (in italiano)». «La Cina risponde con l’84% (ma non chiude il dialogo) / Xi cerca la sponda dei vicini». «L’Ue (intanto) vota i controdazi / “Sfruttare al meglio questi giorni”».
«No a “padre e madre” (come voleva la Lega) / Sulla carta d’identità torna “genitori”». «Il Terzani premia (alla memoria) i cronisti di Gaza». A parte che il troppo stroppia, ecco gli stessi titoli privi di parentesi: «I sorrisi, gli applausi e Dante / Il discorso del re in italiano». «La Cina risponde con l’84% ma non chiude il dialogo / Xi cerca la sponda dei vicini». «L’Ue intanto vota i controdazi / “Sfruttare al meglio questi giorni”». «No a “padre e madre” come voleva la Lega / Sulla carta d’identità torna “genitori”». «Il Terzani premia alla memoria i cronisti di Gaza». Cambia qualcosa?
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corriere della sera comigliolo
Nell’ambito del suo conflitto permanente con le virgole, registriamo questa frase di Maurizio Belpietro, direttore della Verità, tratta da un editoriale di prima pagina: «La Germania per anni ha lucrato sui rapporti commerciali con l’America, e dopo aver accumulato un surplus gigantesco che oggi usa per finanziare il suo piano di investimenti, vorrebbe che facessimo fronte comune contro le decisioni di Trump». La virgola dopo «l’America» separa il soggetto («La Germania») dal verbo («vorrebbe»). Bastava posporla di un carattere e metterla dopo la congiunzione «e».
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Incipit della rubrica Svolte firmata da Lisa Ginzburg sulla prima pagina di Avvenire: «La data in cui le donne italiane andarono la prima volta alle urne per votare e scegliere loro anche la Repubblica, il 2 giugno del 1945, fu un grande giorno per tutte (e tutti). Grande emozione di ogni singola donna d’Italia, comprese le scrittrici».
la repubblica il papabile tagle canta imagine
Le parrucchiere no? (Comunque, il referendum si svolse nel 1946, non nel 1945. E quella non fu la prima volta in cui le donne votarono: erano già state ammesse ai seggi dal 10 marzo al 7 aprile 1946 per le elezioni amministrative, che coinvolsero poco meno di 6.000 Comuni).
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Forse per evitare l’accusa di francofilia, Ilaria Proietti infila in due diversi articoli sul Fatto Quotidiano queste frasi: «Su come sganciare, va senza dire, l’argent: 700 euro» e «Con il Nostro – va senza dire – a giganteggiare all’incasso». Licenza linguistica piuttosto ardita, perché la locuzione avverbiale ça va sans dire (propriamente «va senza che lo si dica, è ovvio»), viene tradotta dallo Zingarelli 2025 con «non c’è bisogno di dirlo; ovviamente, naturalmente» e per il Grande dizionario della lingua italiana con «non c’è bisogno di dirlo».
il sole 24 ore l'elettrica ricaricato
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Stefano Lorenzetto intervista sull’Arena il chitarrista Massimo Luca, che ha collaborato con quasi tutti i grandi cantanti (fra gli altri, Lucio Battisti, Mina, Fabrizio De André, Paolo Conte, Francesco Guccini, Ornella Vanoni, Mia Martini, Pierangelo Bertoli, Bruno Lauzi), e annota: «È stato lo scopritore di Francesco Grignani». Che però si chiama Gianluca.
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Titolo dal sito della Repubblica: «Dazi, il piccolo Lesotho è il più colpito. In ginocchio l’industria dei jeans». Lo stesso sito titola così il racconto di Enrico Franceschini: «Il minuscolo regno del Lesotho è il più vessato. Missione a Washington per salvare i jeans». Per la verità, con i suoi 30.355 chilometri quadrati, il Lesotho si posiziona per superficie al 137° o 138° posto nella classifica degli Stati (dipende dalle fonti).
la repubblica il piccolo lesotho
La sua grandezza è quasi pari a quella del Belgio. Vi sono ben 58 Paesi più piccoli del Lesotho, fra cui Armenia, Albania, Burundi, Ruanda, Israele, Slovenia, Kuwait, Montenegro, Gambia e Libano.
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