DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Riceviamo e pubblichiamo:
Caro Dago,
la cosa, Selvaggia Lucarelli, ti ha scritto delle sciocchezze che sono costretto rettificare: non per evitare che il giudice Livio Cristofano la quereli (chi se ne frega) ma per essere certi che non quereli te, questo per aver riportato le sciocchezze omissive (al solito) che lei ti ha scritto. Non è vero, infatti, che io abbia risposto «tette da vecchia matrona» e «portasfiga» a un articolo della cosa sulla Regione Lombardia: cioè sì, l’ho anche scritto, ma su Facebook, questo mentre su Libero ho anche demolito l’articolo di una pagina: che lei aveva pubblicato sul Fatto facendo «disinformazione», titolammo.
La cosa, infatti, aveva intervistato con soddisfazione («l'incredibile racconto») un mentitore che aveva una polmonite interstiziale e che perciò aveva raccontato una balla ai sanitari (si era inventato degli incontri ravvicinati con dei codognesi) pur di farsi ricoverare, questo nel periodo in cui gli ospedali scoppiavano e talvolta dovevano selezionare chi doveva vivere e morire. Insomma: uno che non doveva neppure essere ospedalizzato, ma che, mentendo, aveva rubato un posto a gente morente: la polmonite interstiziale se la poteva curare a casa sua, come tanti altri, infatti lo tennero in corsia per una settimana con un po' di mascherina e poi ciao, tanti saluti.
Lo dimisero da positivo come da assoluta prassi: quando uno era clinicamente guarito, infatti, si libera e liberava il letto (al tempo c’erano moribondi in lista d'attesa) e lo si mandava a casa a fare una cosa che si chiama quarantena, come da linee guida risalenti al 24 febbraio precedente. Il dialogo accademico tra la cosa e questo Marco tuttavia fu il seguente.
Lucarelli: «Ma come guarito? Dimissioni non vuol dire per forza guarigione». Marco: «Infatti! Io ero positivo e lo sono stato ancora per 20 giorni, dopo che sono uscito». (la normalità assoluta per ogni malattia infettiva, ossia: non è che ti fanno fare pure la convalescenza in ospedale, servito e riverito). Poi Marco aggiunse, a peggiorare il duo dell’ignoranza: «Mia madre era stata qui mentre ero infetto, è tornata in Sicilia con l'aereo da Bergamo». E lo disse pure: era volata, cioè, a infettare la Sicilia. «Marco, alla fine sei tornato a casa da positivo» si stupì la Lucarelli. Scoop. Titolo dell'articolo: «Dimesso, ma infetto: Gallera disse che era guarito». Infatti lo era.
Da qui il mio invocare la pensione anticipata – più le cose che ho scritto su Facebook - piuttosto che la cosa, lei, potesse essere accomunata allo stesso mestiere che faccio io.
Scusa il disturbo, lo so che mi butto via, me lo dicono tutti, ma è è che mi diverto un casino, mi basta poco. Lei invece si inacidisce e querela, però marameo.
Filippo Facci
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