DAGOREPORT - LA MAGGIORANZA VIAGGIA COSÌ “COMPATTA” (MELONI DIXIT) CHE È FINITA SU UN BINARIO…
Estratto dell’articolo di Arianna Finos per “la Repubblica”
Edoardo Pesce ha una fisicità cinematografica in bilico tra la rabbia distruttiva di Toro Scatenato e la potenza gentile del toro Ferdinando, il beniamino del cartoon campione d'incassi. Matteo Garrone lo ha trasformato a colpi di protesi e palestra in Simone, l'amico aguzzino del toelettatore di cani Marcello. Rendendolo irriconoscibile. «Ho amici non del cinema che mi hanno detto "siamo andati a vedere il film, ma 'ndo stai?". […]
[…] Sarà Franco Califano in una fiction su Mia Martini.
«Mi è sempre piaciuto Califano. A casa ascoltavamo più Gabriella Ferri, le canzoni popolari di Balzani e Petrolini. Ma il primo Califano lo considero un poeta. […]».
Da "Dogman" a "Dogsitter", il film che prepara con Fulvio Risuleo.
«Era un titolo provvisorio, ora lo cambieremo per evitare si pensi di sfruttare la scia di Dogman. Sono un metallaro-informatico onesto e buono che perde il lavoro: gli propongono delle truffe e dice di no. Ma poi qualcosa gli fa cambiare idea. […]».
Coronamento di una lunga gavetta, da "Romanzo criminale" a "I Cesaroni".
« […]La scuola di teatro l' ho iniziata ai tempi del liceo. […] Non pensavo di fare l'attore, ma mi piaceva stare in scena. Ho iniziato a macinare provini, sono diventato un "gavettaro"».
Il provino peggiore?
«Quello a cui tenevo di più: Lo chiamavano Jeeg Robot, Mainetti mi voleva come protagonista e poi io sono proprio di Tor Bella Monaca. Al provino ero talmente teso che ho dato il peggio di me. Invece al quarto provino con Sollima per Romanzo criminale avevo un appuntamento burocratico urgente così mi sono presentato al volo "sì, sono pronto, vai", ho fatto la scena e sono scappato. È andata bene».
Che ricordo ha di quel periodo?
«I miei amici nell' ambiente sono gli attori di Romanzo criminale, con Montanari, Marchioni e Caputo, con cui suono nell'Orchestraccia. Abbiamo rischiato di finire sotto sorveglianza della Digos perché ci telefonavamo parlando come i personaggi "domani c'è da ammazzare quello, poi arriva la partita di droga..."».
E dei "Cesaroni"?
«Un esempio di tv nazionalpopolare fatta bene. Il mio personaggio era un avvocato sposato con altro uomo. Su Gay.it mi hanno nominato icona gay perché non ho usato i soliti stereotipi.
[…]».
Lei è mai stato vittima di bulli?
«Al Mamiani no. Ma ritornato nella mia periferia, mi piaceva stare con i grandi, ho subìto atteggiamenti di bullismo psicologico. Devono sporcare il tuo candore, perché magari studi, suoni, o hai la ragazza: "Ma dove credi di andare? Devi essere come noi" […]».
Ha fatto pugilato per anni.
«Mi piace come forma espressiva […]».
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