LA FESTA NON S’È DESTA - SULLA ROMANELLA CINEMATOGRAFICA ALEGGIA IL FANTASMA DEL NEMICO GALAN: NESSUNO SA SE VERRÀ, E COME VERREBBE ACCOLTO - OVAZIONI PER NAPOLITANO E CLIO, CHE SI SONO COMPRATI IL BIGLIETTO DA SOLI - BULGARI CERCA DI ARGINARE L’INVASIONE COATTA ALLA FESTA DI DOMANI AL GRAND HOTEL - RAGAZZINE IN DELIRIO ORMONALE PER DUE “COMPARSE” DI “TWILIGHT” - CROPPI S’OFFRE PER IL DOPO RONDI, MA IN LIZZA C’È ANCHE AVATI, CHE IERI HA AVUTO UN INFARTO…

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1 - PER NIKKI E JACKSON FAN SFRENATE
Silvia Fumarola per "la Repubblica"

1 - Le fan di Jackson Rathbone e Nikki Reed, gli attori di "Twilight saga: Breaking Dawn", non hanno freni. Grida, spintoni, foto con telefonini, libri da autografare usati come armi, una rappresentanza del club "Twilight italian moms". Stavolta i vampiri si sposano e si amano, la scrittrice cattolica Stephenie Meyer finora non lo aveva mai permesso. Le ragazze tatuate che urlano a Jackson "Nudoooooo" non hanno dubbi: «Perché ci piace la storia d´amore del vampiro? Lui è irraggiungibile, è molto romantico». Liala aveva capito tutto prima.

2 - Duetto Cucciari-Donatella Finocchiaro. Geppi si leva un sassolino: «A "Victor Victoria" vado a salutare un´attrice ospite e lei mi fa: "Sei la truccatrice?". Sapere chi lavora nei programmi è il minimo se ci vai a promuovere un film». Caccia alla diva ignorante.

2 - ROMA FILM FEST: AVATI COLTO DA MALORE, FAMILIARI "STA BENE"...
(AGI)
- Solo tanta paura ma niente di grave per Pupi Avati, il regista bolognese colpito da un malore ieri pomeriggio al Festival internazionale del film di Roma durante l'evento dedicato a 'L'illazione', pellicola inedita del 1972 di Lelio Luttazzi. Avati e' stato ricoverato in ospedale per uno scompenso cardiaco e a tarda sera si erano diffuse voci che fosse stato sottoposto a intervento chirurgico. "Nulla di piu' falso - dicono i familiari - solo un malore dovuto allo stress" .


3 - IL PROBLEMA GALAN NON SOLO DIPLOMATICO
Fabrizio Roncone per il "Corriere della Sera"

Tutti affabili, di buon umore (quasi sempre), tutti premurosi, collaborativi.
Poi gli chiedi: avete idea di quando verrà il ministro Giancarlo Galan?
Allora il cielo sopra l'Auditorium diventa grigio, le facce diventano grigie, l'atmosfera diventa grigia.

Il presidente del Festival Gian Luigi Rondi: muto.
Il direttore artistico Piera Detassis: muta.
Il direttore generale Francesca Via: muta.
Non c'è freddezza.
C'è silenzio.
Attesa.

Sapete com'è andata finora. Galan (nato a Padova ed ex governatore del Veneto) appena nominato ministro della Cultura disse due cose. La prima: «Grazie». La seconda: «In Italia basta e avanza un Festival del cinema. Ed è quello di Venezia, non certo quello di Roma». Il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il giorno della presentazione di questa sesta edizione, qui all'Auditorium, replicò: «Nessun ministro verrà a romperci le scatole». Galan, a ruota, l'altro giorno: «Non ho ricevuto alcun invito, e comunque non sarei venuto». Per poi però correggersi, con il solito trucchetto: «Veramente sono stato frainteso. Io, infatti, verrò».

Ecco, appunto: quando?
Forse mai. Forse Galan non verrà. O forse no, forse ha deciso di presentarsi. Certo il problema di Galan, a questo punto, per come s'è incartata tutta la storia, non è solo diplomatico ma anche e soprattutto pratico: chi può dire infatti come verrebbe accolta la sua presenza sul tappeto rosso e poi in sala?

L'OVAZIONE
Il pubblico romano è molto sensibile, imprevedibile, quasi del tutto privo di glamour, cinico, smaliziato e però capace di slanci improvvisi e, a volte, bellissimi. Ieri sera ha tributato un applauso lungo quattro minuti al Presidente Giorgio Napolitano e a sua moglie Clio, venuti ad assistere alla proiezione del film «L'industriale».

Tutti in piedi ad applaudire, un omaggio che è parso andare ben oltre il rispetto che si deve al Capo dello Stato, una scena magnifica, densa di puro affetto (tra l'altro, con gesto esemplare - qui dove molti politici mendicano biglietti omaggio - il Presidente, essendo venuto in forma privata, non ha chiesto biglietti alla direzione del Festival: se li è invece procurati come un normale cittadino, chiedendo solo la cortesia di poter sedere accanto a sua moglie, quando si è accorto che avrebbe avuto posto due file più avanti).

FESTONE
Cresce intanto l'attesa per la serata organizzata da Bulgari al Grand Hotel di via Veneto. Ora s'è appreso che ci sarà il dj del Buddha Bar di Parigi, un certo Ravin, un indiano coattissimo con il codino che, per me, non è nemmeno indiano.

4 - CROPPI O AVATI INDOVINELLI SUL DOPO-RONDI
Fabrizio Roncone per il "Corriere della Sera"

Indovinello: chi è quel signore alto e afflitto da pinguedine, elegante e sorridente, sempre in grigio, barbuto, gentilissimo e mai in impaccio, che s'aggira qui all'Auditorium con lo sguardo d'uno che cerca qualcosa?

Chi è?
Va bene, aiutino.
L'altro giorno, interrogato dai cronisti che gli chiedevano se fosse interessato a raccogliere l'eredità di Gian Luigi Rondi, presidente del Festival in scadenza, ha detto: «Sarebbe gratificante... ruoli di questo genere, del resto, mi sono abbastanza congeniali...»
D'accordo: avete capito che è un tipo modesto, ma non ancora chi è.

Aggiungiamo allora che è stato un apprezzato assessore alla Cultura di Roma, ha 55 anni, ed è politicamente cresciuto con Gianni Alemanno, sindaco e amico caro: Fronte della Gioventù (però lui non andava a picchiare davanti alle scuole) Fuan, Msi. Sempre insieme. Poi il nostro uomo deragliò: il movimento della Rete, i Verdi, nello staff di Rutelli. Quindi manager di un'agenzia pubblicitaria. E direttore alla casa editrice Valsecchi. Adesso con Fini, in Fli.

Sarà Umberto Croppi? Esatto, è proprio lui. Che ai cronisti ha poi aggiunto: «Non credo esistano veti su di me, esistono invece difficoltà oggettive da parte mia. Ora, infatti, sono in un partito che sta all'opposizione rispetto alla maggioranza che guida il Comune di Roma...».

Ma questo, per il sindaco Alemanno, che sull'argomento ha voce pesante, potrebbe non essere un problema (un incarico così prestigioso a Croppi sarebbe anzi un bel gesto diplomatico nei confronti dei finiani romani). Certo il «totoRondisuccessione» impazza: e ha pure altri nomi. Luca Barbareschi (dato però in calo), il consigliere di amministrazione della Fondazione Cinema per Roma Michele Lo Foco (stazionario, lui si muove al buio) e Pupi Avati (nome nuovo e in crescita, che ad Alemanno garantirebbe consensi tra i cattolici e l'Udc).

LA CONTESTAZIONE

Poi ci sono gli altri indovinelli quotidiani del Festival. Il primo: chi verrà a manifestare sul red carpet? Dopo i fascisti di giovedì, sono infatti arrivati, assai composti, gli abitanti di Riano, preoccupati per la costruzione di una discarica. IL FESTONE
E ancora: riuscirà lo staff di Bulgari a selezionare gli ingressi per la serata evento in programma martedì al Grand Hotel? Minacciose coatte già in seduta dal parrucchiere per diventare sempre più bionde, fidanzati a scegliere gel e ciondoli da sfoggiare sui loro pettorali depilati.

 

 

 

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