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Hugh Ryan per “Daily Beast”
Che significa essere gay in un paese dove la politica del governo si basa sulla felicità nazionale? Il Bhutan è noto per questo concetto, ispirato al buddismo e alternativo al prodotto interno lordo. L’immagine è di un luogo pacifico, fra la Cina e l’india, dove la popolazione LGBT finora non ha subito violenza o persecuzione. In realtà, molti non credono nemmeno che lì esista una comunità LGBT. Gay e trans ci sono, ma non se ne parla molto, la distinzione linguistica fra lesbica e trans è poco chiara.
Due anni fa Karma Dupchen, 23 anni e ora figura LGBT pubblica del paese, creò la pagina Facebook “LGBT Buthan” per riunire la comunità, dato che non c’erano librerie, bar, club, istituzioni o organizzazioni per la categoria. In seguito Passang Dorji, si è fatto intervistare ad un talk show per raccontare la sua omosessualità, e il giovane trans Dechen Seldon ha chiesto di poter indossare gli abiti tradizionali femminili a scuola.
In teoria il Bhutan ha ancora una legge contro la sodomia, risalente all’epoca coloniale, che, se infranta, può costare un anno di galera. In pratica nessuno è mai stato accusato di sodomia e alcuni membri del Parlamento hanno espresso la volontà di revocare la norma, in linea con l’impegno ad instaurare ideali democratici. Il paese è passato dalla monarchia assoluta a quella costituzionale ed è unico nel suo genere, un posto dove si preservano identità religiosa e nazionale contro la globalizzazione.
Questo isolamento benigno si riflette nella politica verso la comunità LGBT, ad esempio il Ministero della Salute fornisce trattamenti gratuiti a chi ha contratto AIDS. Non è facile comprendere quanti siano gli appartenenti alla comunità LGBT, forse 4.000, in un paese di 770.000 abitanti, ed è più facile contare gli uomini che fanno sesso con altri uomini piuttosto che le donne che fanno sesso con altre donne. A differenza di molti paesi cristiani o musulmani, qui la religione è la soluzione, non il problema. Ad esempio quest’anno Dzongsar Jamyang Khyentse Rinpoche, regista e lama locale, ha caricato un video su You Tube dove parla della sua diversità sessuale: «Non dovreste tollerare una cosa simile, dovreste rispettarla. Se la tollerate, significa che pensate sia sbagliata. Andate oltre».
La situazione in Bhutan migliora dunque di anno in anno. Più cresce la visibilità LGBT, più diminuisce l’ignoranza. Perciò la pagina di Facebook “LGBT Bhutan“ è importante: in un paese così piccolo, ogni “mi piace” conta.
Foto di Allen in Bhutan
THIMPHU IN BHUTAN
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