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PAESE CHE VAI, MAFIA CHE TROVI – UN LIBRO FOTOGRAFICO PER RACCONTARE 2 ANNI PASSATI CON LA YAKUZA TRA ARMI, PROSTITUTE E DITA MOZZATE – LA MAFIA GIAPPONESE NACQUE NEL 1600 E OGGI CONTA 100MILA MEMBRI - VIDEO

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un picchiatore di strada della yakuzaun picchiatore di strada della yakuza

Da http://www.left.it

 

 

Anton Kusters di professione fa il fotografo, ma ha avuto la possibilità di frequentare per un certo periodo di tempo una ristretta cerchia della Yakuza, la mafia giapponese, e di documentare il suo viaggio nel mondo del crimine organizzato con una serie di scatti capaci di descriverne la quotidianità. Il tutto senza finire ammazzato.

 

yamamoto kaicho   numero due del bossyamamoto kaicho numero due del boss

 

Per farcela Kusters ha dovuto negoziare per 10 mesi, assieme al fratello, le condizioni secondo cui gli sarebbe stato permesso di essere i primi e gli unici occidentali a seguire i membri di uno dei clan più importanti della mafia giapponese. Il risultato è stato pubblicato in un libro fotografico che si chiama “Odo Yakuza Tokio”. Quello che si intravede dalle immagini e dalle parole di Kusters è un codice sottile e silenzioso fatto di cenni e di poche parole, soprattutto basato su regole, limiti e su un rispetto tacito per chi comanda.

una giovane prostituta mostra il tatuaggio che ha sulla cosciauna giovane prostituta mostra il tatuaggio che ha sulla coscia

 

odo yakuza tokio di anton kusterodo yakuza tokio di anton kustermani tatuate con un dito amputatomani tatuate con un dito amputatonitto san    boss di souichirounitto san boss di souichiroustripclub a tokyostripclub a tokyoi tre boss della famiglia - il padrino al centroi tre boss della famiglia – il padrino al centroamamoto kaicho e due altri membri della famiglia nelle docce di un onsenamamoto kaicho e due altri membri della famiglia nelle docce di un onsenla veglia prima del funerale di miyamoto sanla veglia prima del funerale di miyamoto santatuaggio membro yakuzatatuaggio membro yakuza

“Con questo lavoro – ha spiegato il fotografo Anton Kusters –  ho trasmesso il complesso rapporto con la società giapponese che intrattengono i membri della Yakuza, e allo stesso tempo il conflitto personale che vivono frequentando allo stesso tempo due mondi  diversi, mondi che hanno codici e valori morali in conflitto. Si scopre che la realtà non è semplicemente dipinta dei toni del nero e del bianco, ma fatta di sfumature ben più complesse da leggere”.