1. ADESSO SCATTERÀ IL SOLITO DIBATTITO PSEUDO-LIBERTARIO ALL’INSEGNA DEL “LO STATO CI SPIA!”. OPPURE QUELL’ALTRO, PIÙ PELOSO, DIETRO LO SLOGAN “MA LE TASSE SONO TROPPO ALTE”. E INVECE QUESTA STORIA CHE LA GUARDIA DI FINANZA STA MANDANDO CENTINAIA DI QUESTIONARI “AI CITTADINI ONESTI” PER CHIEDERE SE HANNO PAGATO IN NERO PROFESSIONISTI E ARTIGIANI SEMBRA UN BEL SEGNALE. ROBA QUASI DA PAESE CIVILE 2. RISPONDERE NON È DELAZIONE: È DIMOSTRARE CON I FATTI CHE VOGLIAMO VIVERE IN UN PAESE DOVE TUTTI PAGANO LE TASSE E I SERVIZI PUBBLICI HANNO I SOLDI PER FUNZIONARE 3. COMUNQUE AD ARCORE C’E’ IL PARCO E RE GIORGIO HA BISOGNO DI TEMPO PER L’INGUACCHIO

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a cura di Colin Ward (Special Guest: Falbalà)

1 - CHAPEAU! SPRAZZI DI SERIETA' IN UN PAESE ALTRIMENTI RIDICOLO?
Adesso scatterà il solito dibattito pseudo-libertario all'insegna del "Lo Stato ci spia!". Oppure quell'altro, più peloso, dietro lo slogan "Ma le tasse sono troppo alte". E invece questa storia che la Guardia di Finanza sta mandando centinaia di questionari "ai cittadini onesti" per chiedere se hanno pagato in nero professionisti e artigiani sembra un bel segnale. Roba quasi da paese civile.

La racconta Giuliano Foschini su Repubblica: "Diteci dove avete pagato in nero'. La Finanza chiede aiuto ai contribuenti. Questionari ai clienti dei professionisti. Sanzioni a chi mente. Il Fisco ha già in mano tutti gli indizi sulla presunta evasione e cerca le conferme" (pp. 1-13). Le lettere stanno arrivando un po' in tutta Italia.

Rispondere non è delazione: è dimostrare con i fatti che vogliamo vivere in un paese dove tutti pagano le tasse e i servizi pubblici hanno i soldi per funzionare. Abbiamo una sola perplessità ed è sul funzionamento della burocrazia italica. Uno stato che funziona le tasse le fa pagare brevemente ed efficacemente (la famosa ‘tax compliance' che Attilio Befera ammette essere assai bassa), senza ammazzare i cittadini di adempimenti prima e di controlli dopo. Speriamo solo che queste letterine non diventino l'ennesima rottura di scatole.

2 - CANCELLARE LA CONDANNA AL CAINANO
Dunque un giudice un po' vanitoso, e sicuramente imprudente, concede a un cronista che credeva amico un'intervista totalmente suicida. Ovviamente al Mattino estrapolano la frase più infelice (Berlusconi "non poteva non sapere") e adesso la magna toga Antonio Esposito fa la figura di quello che ha anticipato a un giornale le motivazioni di una sentenza che devono essere ancora scritte.

Pare abbia in mano un fax in cui il testo dell'intervista è diverso da quello pubblicato, ma il Mattino ha sparato in rete l'audio della telefonata con il cronista e obiettivamente Esposito non ne esce benissimo. I berluscones naturalmente gridano allo scandalo e cercano di invalidare tutto, ma non funziona così in una democrazia occidentale: le sentenze definitive sono definitive a meno di revisione del processo per fatti nuovi e il diritto a una momentanea pirlaggine è costituzionalmente garantito anche ai magistrati.

Vanno a nozze i fogli bananiferi. Giornale: "Giustizia in mutande. Il bugiardo. Il giudice Esposito spiega in un'intervista perché ha condannato il Cav. Poi nega tutto ma l'audio lo incastra. E la sua scorrettezza finisce al Csm. Berlusconi: è la prova che la sentenza era già scritta" (p. 1). Libero: "Sentenza da cassare. Processo al giudice. Sul banco degli imputati finisce il magistrato che ha condannato Berlusconi. Esposito straparla col Mattino e si becca la reprimenda del suo presidente: ‘Inopportuno'. Il Guardasigilli vuole vederci chiaro" (p. 1). Capirai, ci mancava solo Nonna Pina in questa storia.

Sul cuore della vicenda, pezzo onesto di Dino Martirano: "Smentite e sintassi, l'ardua arringa del magistrato. ‘L'intervista? Quel giornalista ci teneva tanto'. La prima difesa: mai dette quelle frasi. Poi l'imbarazzo per l'audio del colloquio" (Corriere, p. 2). Ci balza sopra il grande sconfitto del processo, il montatissimo Coppi Franco, che parla a giornali unificati: " Mai visto niente di simile. Faccia i nomi di chi avrebbe informato il Cavaliere. Anticipate le motivazioni. La sentenza non è inficiata, ma a volte pesano i pregiudizi" (Corriere, p. 3).

Preciso il ritratto di Esposito fatto da Paolo Colonnello sulla Stampa: "Preparato e di alto profilo'. Il magistrato conservatore che prosciolse il Cavaliere. Il Csm ha sempre sottolineato le sue doti professionali. E nel 2000 fu lui a confermare la sentenza All Iberian" (p. 4).

Ezio Mauro si conferma un direttore che scrive poco, ma sempre al momento giusto e si espone con la firma perché non cerca la direzione di qualche tiggì: "Di che cosa stiamo discutendo? Non più della responsabilità di Berlusconi definitivamente accertata dalla giustizia (frode fiscale, reato penale, truffa al mercato, fondi neri per 270 milioni di euro), perché la destra ha accuratamente spazzato dal tavolo tutto questo un minuto dopo la sentenza, con il contributo decisivo di una sinistra sordomuta e di un giornalismo che evita i fatti concreti: come se non fossero il cuore del problema, di cui rendere avvertita e consapevole la pubblica opinione".

Al Corriere invece schierano Polito El drito, che parte in prima ma per fortuna gira a pagina 31 sotto Ostellino, nel reparto vecchie glorie. Dopo alati paragoni calcistici, l'ex direttore del Trasformista sentenzia: "Sembrerebbe dunque doveroso, oltre che opportuno, aprire un procedimento disciplinare".

3 - COMUNQUE AD ARCORE C'E' IL PARCO E RE GIORGIO HA BISOGNO DI TEMPO PER L'INGUACCHIO
Re Giorgio si perplime per come sono state riportate ieri le veline quirinalizie e quindi monita. "Mediaset, l'altolà di Napolitano. ‘Sull'agibilità politica di Berlusconi non ho preso alcuna posizione'. Il capo dello Stato: questa è solo una fase di riflessione" (Repubblica, p. 2). Sì, vabbè, "una fase di riflessione". Dicono tutti così i vecchietti che dormono quando non dovrebbero. Comico il titolo della Stampa: "Napolitano in campo. ‘Niente intrusioni. Devo riflettere" (p. 2).

Scusi tanto, Maestà. "E Berlusconi spera ancora ‘nel miracolo del Quirinale" (Stampa p. 3). Scoop di Barbara Romano su Libero: "Silvio prepara il tour delle spiagge. Da Ferragosto scattano le incursioni nelle località di villeggiatura: aerei, palchi, manifesti e una petizione per invocare la salvezza del leader azzurro. Che non si rassegna ad essere eliminato e ha messo a punto una grande campagna mediatica" (p. 5).

Fuori linea il Cetriolo Quotidiano: "Carceri, affari e numeri finti dietro l'inferno. Negli istituti strapieni molte celle sono inutilizzate e il governo insiste: ‘Costruire nuove strutture'. M5S: ‘Il loro obiettivo finale è l'amnistia per gli amici". "Regina Coeli, l'ultima carta del ‘martire' B." (Luca De Carolis, p. 5). Strano, è agosto e non ci sono ancora le solite rivolte nelle carceri per il caldo.

4 - NULLA RESTERA' IMPUNITO
In attesa dei prossimi magheggi "istituzionali", la magistratura si porta avanti con il lavoro sul Banana. "Spuntano nuove accuse dai nastri di Tarantini e Bertolaso. Berlusconi rischia un'altra inchiesta a Bari. Tra le ipotesi che potrebbero contestargli ci sono il favoreggiamento e la concussione. I pm stanno riesaminando le vecchie intercettazioni del caso escort" (Repubblica, p. 4). Ah, bei tempi quando alla procura di Bari il capo era Laudato Laudati, che teneva chiuse in cassaforte le intercettazioni del Sultanino di Hardcore e si accaniva sui giornalisti con perquisizioni e pedinamenti di ogni tipo.

5 - NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
L'economia, si sa, oltre che una scienza triste non è una scienza esatta per cui anche oggi i giornaloni vanno in ordine sparso sulla presunta ripresa, a seconda delle simpatie per il governino di Lettanipote. Repubblica: "Ottavo trimestre di Pil negativo. Saccomanni: ma la recessione è finita. Letta: ripresa a un passo. Ecco i soldi alle imprese, ma con le addizionali Irpef il conto tocca agli italiani" (p. 12). Corriere delle banche creditrici: "Per l'Italia la recessione è finita'. Saccomanni punta alla svolta, no a stime pessimistiche. Pil in calo dello 0,2%" (p. 8). La Stampa dei Lingotti in fuga la spara addirittura a tutta prima: "Saccomanni: recessione finita". Ok, ma dove vivete? In fila al "Bolognese"?

6 - LA BAVA SEPARATA DALLE NOTIZIE
"Stabilità e sobrietà. Enrico riscopre il tratto antico dei democristiani. Staff al lavoro per la visita alla Casa Bianca già a settembre" (Stampa, p. 7).

7 - AGENZIA MASTIKAZZI
Gran Bretagna, "Duchessa o principessa? La confusione regna sovrana. Dubbi sul rango di Kate dopo la pubblicazione del certificato di nascita del ‘royal baby'. Kensington Palace costretto a rettificare" (Repubblica, p. 16).

8 - SAIPEM E LA BOCCA CHIUSA DEI SUPERMANAGER
Dopo lo scoop di Ferrarella sul Corriere di ieri si muovono anche gli occhiuti censori di Vago Vegas: "Saipem, Consob contesta il bilancio del 2012. Tangenti in Algeria, la Procura di Milano ha arrestato l'ex manager del gruppo Pietro Varone" (Repubblica, p. 24). Titolo in fotocopia sul Corriere: "Saipem, la Consob contesta il bilancio 2012. Nel mirino otto contratti, conti da rettificare per 630 milioni di euro" (p. 22). Finirà così. Finirà che salta Paoletto Scaroni, legato all'asse Putin-Berluskaiser, e il suo posto di ad lo prende il presidente "amerikano" Giuseppe Recchi.

9 - FREE MARCHETT/1
Il Corriere trova lo spazio per la seguente non-notizia: "Un nuovo Imi per le imprese. Così si rilancia lo sviluppo'. Poli: servono degli acceleratori per rilanciare gli investimenti. La proposta: ‘Cdp come socio principale, poi Intesa, Unicredit e magari fondi sovrani" (p. 8). Ma Poli è Poli Roberto, ex presidente Eni e commercialista di Berlusconi per le beghe ereditarie? No dai, ma allora è vivo!

10 - FREE MARCHETT/2
Il Giornale invece s'illustra così nelle pagine economiche: "Unicredit spinge l'utile, riparte l'Italia. Piazza Cordusio supera il test della semestrale" (p. 20). Che bello scrivere di cose belle!

11 - VIA CRUCIS SOLFERINA
"Rcs, Blackstone favorito per via San Marco. Sul piatto 120 milioni. In gara per il quartier generale del gruppo ci sono quattro società. Intanto si riapre la partita sullo storico palazzo del ‘Corriere'" (Giornale, p. 21).

12 - CON LO SPACCIATORE TUNISINO VALE TUTTO
"Pusher asfissiato dai carabinieri dopo l'arresto'. Sanremo, le accuse del pm: ‘Lo Stato si faccia carico della sua morte e chieda scusa'. Il giallo di quella foto-trofeo su Facebook del tunisino scattata in caserma" (Repubblica, p. 18). "Ucciso dai carabinieri dopo l'arresto'. Autopsia su uno spacciatore tunisino: fu soffocato. Tre militari indagati per omicidio colposo. Bohli Kayes, 36 anni, sposato a un'italiana, fermato e morto il 6 giugno" (Corriere, p. 14). Onore al procuratore di Sanremo, Roberto Cavallone.
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