50,24%! DAI CHE È FINITA. CI RISVEGLIAMO OGGI E FIORELLO È ANDATO, CON LA PREVISTA SBRONZA DI ASCOLTI, CON BOLLE (ROBERTO), I BOLLITI (JOVANOTTI) E I BOLLITISSIMI (BENIGNI), SEGUITO DALLA CORTE DEI SOLITAMENTE CRITICI IN GINOCCHIO DA RE MIDA, CINTURA NERA INDISCUTIBILE DELLA GRANDE RETORICA ITALIANA, LA LAVATRICE DEMAGOGICA CHE PIACE E SPIACE CON LA STESSA IDENTICA FACILITÀ, SINTONICA CON UN PAESE CHE NON VUOLE TROPPO PENSARE, E NEPPURE RIDERE, MA SOLTANTO ABBANDONARSI AL RITMO MITE DELL’OVVIO DEI POPOLI: L’APOTEOSI DEI LUOGHI COMUNI

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1- FIORELLO BATTE OGNI RECORD, OLTRE 13 MLN E 50.23%
(ANSA) - Fiorello record assoluto, batte se stesso: nella quarta e ultima puntata dello show su Rai1, #ilpiùgrandespettacolodopoilweekend, che ospitava tra gli altri Roberto Benigni e Jovanotti, è stato visto da 13 milioni 401 mila spettatori con il 50.23 per di share.

2- ARRIVEDERCI FIORE
Riccardo Bocca per "l'Espresso"

Dai che è finita. Finalmente, come è giusto che sia per ogni rito tribale. Ci risvegliamo oggi e Fiorello è andato, con la prevista sbronza di ascolti, con la corte dei solitamente critici in ginocchio da re mida, cintura nera indiscutibile di retorica italiana.

Abbiamo spento, insomma, l'appuntamento del lunedì sera, la lavatrice demagogica che piace e spiace con la stessa identica facilità, sintonica con un paese che non vuole troppo pensare, e neppure ridere, ma soltanto abbandonarsi al ritmo mite dell'ovvio.

Non perdonerò, al picciotto di Fiorello, e alla sua immensa platea, di aver fatto emozionare Lorenso, Jovanotti insomma, che ha cantato la sigla con il massimo dell'approssimazione, dell'ingiustizia verso un ritornello da dieci e lode.

Sarà difficile, sul breve, dimenticare il giocherello della "Fiera dell'est", con il testicolo modificato a base d'Iva e Iperf: ahahahahaha!, che matte risate, che sapido momento di allegria nazionale. Come fantastico, per noi dissociatos, è dire addio alle scenette sulla generazione pischelli, liquidati ogni puntata con l'apoteosi dei luoghi comuni.

Dopodiché non conta il resto. Non conta il duetto affettuoso sempre con Jovanotti, o la gaiezza artistica del divino Bolle. E ancora, non conta la melanconia di un Benigni che non fa ridere in scena, se non accenna al solito Silvio, e che si presta tromboneggiando a riciclare l'inno del corpo sciolto. Conta, invece, che Rosario Fiorello, in limine noias, abbia tirato fuori un jolly, dio sa quanto telefonato e furboide, ma comunque jolly.

Nel baratro di nonna Rai, s'intende, fatto di squallide censure e rivedibili omissioni, ha sparato a raffica la parola magica -preservativo- evitata con destrezza dalla televisione di stato nella giornata mondiale anti Aids. «Preservativo!», ha scandito da solo. «Pre-ser-va-ti-vo», ha rappato con Jova, e lo stesso ha fatto con il pubblico in sala.

Una catarsi ultrapopolare -e per questo semplice, bella- contro l'idiozia dirigenziale, madre di tutti i palinsesti e dello scempio in atto. Un sussulto di riscossa, creativa anziché no, che fa intuire cosa avrebbe potuto essere -giusto volendolo- "Il piùgrandespettacolodopoilweekend". Peccato, tenero Fiore. Sarà per la prossima volta: stessa spiaggia stesso mare. Magari con meno duetti, magari con meno scaltrezza. Che fa assai bene all'animo, sai, e anche al pubblico che ti vuole bene.

3- BENIGNI, SHOW FUORI TEMPO: RESTA ORFANO DI BERLUSCONI
Renato Franco per il "Corriere della Sera"

«Lo sai che ti voglio bene, io ti sarò sempre fedele, come l'Arma dei Carabinieri, io e i Carabinieri saremo sempre al tuo fianco». Benigni è da Fiorello, cambia il governo, ma l'obiettivo della sua satira sembra rimanere fuori tempo, perché la fissazione del comico è sempre lui, Berlusconi, anche da ex. «Fiorello sei rimasto l'unico showman d'Italia, a meno che non voglia dare le dimissioni anche tu».

«Non c'è più, non c'è più - ripete ridendo Benigni - non ci posso credere». Un quarto d'ora con qualche accenno a Monti ma il chiodo fisso è solo S.B.: «L'idea strepitosa del tuo show, quella che mi è piaciuta di più - dice rivolto a Fiorello - è quella di un comico che parla con i capi di Stato stranieri, è un'idea bellissima, ma non so se sei stato il primo».

Si rivolge a Monti: «Va bene che c'è la crisi, ma ho visto la partita della Roma: erano in otto. Ora Monti esagera veramente con i tagli, la serie A così diventa calcetto. Ai campionati europei giocheremo con Irlanda e Spagna, peggior girone non ci poteva capitare, mancava solo la Grecia. L'arbitro non c'ha manco un euro per fare il sorteggio». Un'unica stoccata al Pd: «Con il governo Monti, c'è stato un cambiamento, chi era di qua è andato di là e viceversa. Solo il Pd è rimasto sulle sue posizioni e continua a sostenere il governo».

Prosegue: «Prima che Berlusconi si dimettesse avevamo due grandissimi problemi, ora è rimasto solo il debito pubblico. Sono state le più belle dimissioni degli ultimi 150 anni. Quando ora Monti dice "Ce la faremo" sappiamo che si riferisce alla situazione dell'Italia, prima ci veniva qualche dubbio a cosa si riferisse». Punge Bossi, «fissato con la secessione, quando uno ha un'idea sola in tutta la vita alla fine ci si affeziona».

Ma non resiste a tornare su Berlusconi: «Come mai si è dimesso solo ora? Fa risanare tutto a Monti e poi si ripresenta. Silvio ha due ossessioni, la seconda è il comunismo: donne a Arcore, in Sardegna, a Roma, tutte queste escort a chilometro zero, ma come fa?». Rilegge a modo suo i 17 anni di berlusconismo, la storia ripensata come una favola: «C'era una volta un Cavaliere, che aveva tanti castelli, e tante principesse, tutte sul pisello... Poi arrivò una principessa più giovane, troppo più giovane, si disse che era la nipote del Gatto con gli Stivali. Quindi sopraggiunse un'orca dalla Germania e quando se ne andò lui noi vivemmo tutti felici e contenti». Il monologo si chiude con il basso («L'inno del corpo sciolto») e l'alto (l'omaggio e il ricordo di Pertini, «diceva: chi ha di più deve dare di più»).

Tutto era iniziato con Jovanotti a cantare «Il più grande spettacolo dopo il weekend», che dà il titolo (scritto tuttoattaccato) allo show. Poi entra Fiorello che parla di «lacrime e sangue, la frase che si sente ripetere più spesso in questi giorni». Si riferisce al ministro Fornero: «Se cominciano a piangere pure i politici, che succederà?». Quindi tocca a Monti: «Ma dove va? Pure lei da Vespa. Non ci doveva andare, perché l'ha già fatto un altro, quello che fece il contratto agli italiani, ora lei che farà? Il testamento?».

«Scusa se anche io non mi metto a torso nudo», dice rivolto a Roberto Bolle e al suo fisico da statua, la pelle che sembra plastica tanto non c'è un'imperfezione, non fosse per qualche goccia di sudore sembrerebbe finto: «Lui è un étoile, io sono un étoilette».
È anche la serata di due esclusi eccellenti: Baudo e il Profilattico. Il conduttore rimasto senza programmi per tornare su Rai1 ha dovuto approfittare dell'ospitalità di Fiorello.

Il Profilattico dopo la brutta faccenda della mail interna che ne vietava l'uso nelle trasmissioni di Radio1 nella giornata mondiale della lotta all'Aids ha avuto invece l'onore di essere nominato su Rai1. Anzi di più, Fiorello lo fa ripetere in coro a tutto lo studio, coinvolge pure il direttore Mazza: «Ha mai usato il profilattico?» e lui è costretto ad annuire.

Aggiunge rivolto ai giovani, ai «pischelli» come li chiama lui: «Mi hanno detto che con questa cosa qua non si prendono le malattie come l'Aids. Secondo me a viale Mazzini al posto del cavallo bisognerebbe mettere la statua di un profilattico. Il profilattico salva la vita, come il Beghelli, anzi lo chiamerei Salva la Vita Pischelli».

VIDEO - BENIGNI-FIORELLO, L'INNO DEL CORPO: http://video.corriere.it/benigni-mattatore-fiorello/10c27478-1f93-11e1-befb-0d1b981db5e8

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