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DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO…
CHE (BRUTTO) TEMPO CHE FOA – ECCO IL PIANO B, SUGGERITO DAL M5S, PER IL PRESIDENTE RAI BOCCIATO: UN ALTRO INCARICO A FOA E AL SUO POSTO UNA "FIGURA DI GARANZIA" CONCORDATA CON LE OPPOSIZIONI - IL RAPPRESENTANTE DEI DIPENDENTI RAI IN CDA RICCARDO LAGANÀ SCRIVE A MATTARELLA: GLI ATTI DI FOA SAREBBERO NULLI
Giovanna Vitale per la Repubblica
E ora che pure i Cinquestelle cominciano a nutrire seri dubbi sulla strategia salviniana per la presidenza Rai, infastiditi per un' impasse che rischia di far slittare la rivoluzione promessa - quel cambio alla guida di Reti e Tg utile a raccontare il nuovo corso della politica italiana - ebbene ora anche il leader del Carroccio potrebbe convincersi a fare qualcosa di diverso che continuare a insistere sul nome di Marcello Foa. Il quale, è il piano che sta prendendo forma, potrebbe essere dirottato al vertice di qualche altra struttura del servizio pubblico, lasciando libero il posto in cda per una "figura di garanzia" concordata con le opposizioni.
Lo lascia capire chiaramente un autorevole esponente del Movimento in Vigilanza: «Premesso che questo è un problema che deve risolvere la Lega - prima con Forza Italia e poi con lo stesso Foa - noi gliel' abbiamo detto a Salvini che così non si può andare avanti. E siccome Foa si è dimesso dal Corriere del Ticino ma non può fare il consigliere anziano a vita, è bene iniziare a pensare a un' exit strategy » .
Che contempli, appunto, uno spostamento del giornalista sovranista ad altro incarico. Posto che gli azzurri non intendono fare retromarcia. « Noi non abbiamo tentennamenti » , conferma Maurizio Gasparri, « ho appena sentito sia Berlusconi sia Tajani, per noi la vicenda Foa è archiviata. In questo momento ci stiamo concentrando su altro, sul decreto dignità che farà perdere posti di lavoro e deve ancora passare al Senato, ma pure sulla questione dei vaccini, che mette a rischio la salute dei bambini».
Perché i mal di pancia non sono più solo degli alleati di governo, decisi a frenare sull' ipotesi di forzare la mano con un blitz ferragostano per cambiare i direttori dei telegiornali. Tutto il mondo Rai è in fibrillazione. A dar voce a « una preoccupazione » che ha ormai travalicato il perimetro della maggioranza giallo-verde, è il rappresentante dei dipendenti in cda Riccardo Laganà. Che ieri ha preso carta e penna e inviato una lettera al capo dello Stato Sergio Mattarella e alle massime cariche istituzionali - dai presidenti di Camera e Senato fino al procuratore generale della Corte dei Conti - per denunciare « l' inefficacia giuridica della carica di Marcello Foa in quanto consigliere più anziano facente funzione di presidente e degli atti eventualmente sottoscritti».
Una configurazione che, secondo Laganà, non è conforme a legge e può avere « gravissime conseguenze per la Rai» poiché il parere della Vigilanza «integra un requisito di efficacia, in mancanza del quale » l' iter resta incompleto e dunque privo «di qualsivoglia effetto » .
Con « il pericolo » , rilevato da Laganà con il supporto di un parere legale, « che tutti gli atti sottoposti alla firma di Marcello Foa in qualità di consigliere anziano » possano essere invalidati e provocare un «gravissimo danno per la Rai». Inequivocabile il messaggio: qualsiasi delibera del cda rischia di essere impugnata e giudicata illegittima, a partire da quelle in programma già alla prossima riunione, prevista tra martedì e mercoledì. Quando, fra gli atti di gestione ordinaria, il board di Viale Mazzini potrebbe essere chiamato a dare il via libera alle nomine nelle testate rimaste prive di direzione ( RaiSport, Tgr e Radio Rai), oltre che di Rai Pubblicità.
Una sorta di diffida a proseguire sulla strada indicata da Salvini. E nuovamente ribadita ieri: «Con tutto il rispetto per Laganà, valuto con più attenzione il parere di altri legali. Foa è la persona giusta al momento giusto » , ha insistito il leader leghista. Dopo aver illustrato la sua personale visione della Tv di Stato: « Smetta di essere romano- centrica » , ha esortato in un' intervista al Foglio, spiegando che «i canali sono troppi » e auspicando « almeno una rete senza pubblicità » con «un' ulteriore riduzione del canone sul modello di alcune tv straniere » . Parole che hanno fatto sobbalzare l' Usigrai: « Ridurre la pubblicità, ridurre il canone. E poi privatizzare. La ricetta perfetta per ridimensionare la Rai Servizio Pubblico».
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