DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI…
A QUESTO LINK L’ELENCO DELLE EMITTENTI LOCALI CHE RICEVONO I CONTRIBUTI:
1 - ART. 616 E SEGUENTI – LEGGE DI BILANCIO 2021
616. Al fine di semplificare le procedure contabili di assegnazione delle risorse, tenendo conto dello stabile incremento delle entrate versate a titolo di canone di abbonamento alle radioaudizioni ai sensi degli articoli 1 e 3 del regio decreto-legge 21 febbraio 1938, n. 246, convertito dalla legge 4 giugno 1938, n. 880, a decorrere dal 1° gennaio 2021 le predette entrate sono destinate:
contributi alle emittenti locali
a) quanto a 110 milioni di euro annui, al Fondo per il pluralismo e l'innovazione dell'informazione istituito nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, quale quota di cui all'articolo 1, comma 2, lettera c), della legge 26 ottobre 2016, n. 198.
Nel predetto Fondo confluiscono, altresi', le risorse iscritte nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico relative ai contributi in favore delle emittenti radiofoniche e televisive in ambito locale;
b) per la restante quota, alla societa' RAI-Radiotelevisione italiana Spa, ferme restando le somme delle entrate del canone di abbonamento gia' destinate dalla legislazione vigente a specifiche finalita', sulla base dei dati del rendiconto del pertinente capitolo dell'entrata del bilancio dello Stato dell'anno precedente a quello di accredito.
617. Le somme di cui al comma 616, lettere a) e b), non impegnate in ciascun esercizio possono essere impegnate nell'esercizio successivo.
618. Il Ministro dell'economia e delle finanze e' autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio, anche nel conto dei residui.
619. A decorrere dal 1° gennaio 2021:
a) il comma 292 dell'articolo 1 della legge 23 dicembre 2014, n. 190, e' abrogato. Conseguentemente, il comma 4 dell'articolo 21 del decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 giugno 2014, n. 89, riacquista efficacia nel testo vigente prima della data di entrata in vigore della citata legge n. 190 del 2014;
b) i commi 160, 161 e 162 dell'articolo 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208, sono abrogati;
c) al comma 163 dell'articolo 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208, le parole: «del Fondo di cui alla lettera b) del comma 160» sono sostituite dalle seguenti: «del Fondo per il pluralismo e l'innovazione dell'informazione istituito nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze».
Contributi per l’emittenza locale
Se stai cercando le graduatorie relative ai contributi per le radio e le tv locali, consulta la sezione dedicata.
contributi alle emittenti locali 2
Il Regolamento DPR 146/2017 disciplina i criteri di riparto e le procedure di erogazione delle risorse finanziarie del Fondo per il pluralismo e l'innovazione dell'informazione assegnate al Ministero per la concessione dei contributi di sostegno alle emittenti televisive e radiofoniche locali.
I contributi sono destinati alle emittenza locale (tv titolari di autorizzazioni, radio operanti in tecnica analogica e titolari di autorizzazioni per la fornitura di servizi radiofonici non operanti in tecnica analogica, emittenti a carattere comunitario) e vengono concessi sulla base di criteri che tengono conto del sostegno all’occupazione, dell’innovazione tecnologia e della qualità dei programmi e dell’informazione anche sulla base dei dati di ascolto.
Requisiti di ammissione
I requisiti di ammissione al contributo tengono conto di un numero minimo di dipendenti e giornalisti in regola con i versamenti dei contributi previdenziali che l’emittente deve avere per il marchio e la regione per i quali presenta la domanda di accesso ai contributi. Ad ogni emittente che accede ai contributi verrà assegnato un punteggio in base al quale viene quantificato il contributo.
Per le emittenti Tv
numero di dipendenti pari a 14 (di cui 4 giornalisti) dedicati alla fornitura di servizi media audiovisivi se il territorio in cui sono diffuse le trasmissioni nell’ambito di ciascuna regione per cui è stata presentata la domanda ha più di 5 mln abitanti. Numeri che scendono a 11 (di cui 3 giornalisti) se il territorio nell’ambito di ciascuna regione per cui è stata presentata la domanda ha tra 1,5 e 5 mln abitanti; a 8 ( di cui 2 giornalisti) se il territorio nell’ambito di ciascuna regione per cui è stata presentata la domanda ha fino a 1,5 mln abitanti;
impegno a non trasmettere (per i soli marchi/palinsesti per i quali si è presentata domanda) programmi di televendita nelle fasce tra le 7 e le 24 superiori al 40% relativamente alla domanda per il 2018. Percentuale che scenderà al 30% relativamente alla domanda per il 2019 e 20% a partire dalla data di presentazione della domanda per l’anno 2020;
adesione ai codici di autoregolamentazione su televendite, tutela dei minori e avvenimenti sportivi;
aver trasmesso nei marchi e palinsesti per cui presentano domanda, nell’anno solare precedente a quello della presentazione della domanda, almeno due edizioni giornaliere di Telegiornali con valenza locale (con decorrenza dalla domanda per l’anno 2019).
Regolarità nel pagamento dei contributi e diritti amministrativi dovuti dagli operatorie di rete al Ministero.
È previsto un regime transitorio per le domande relative agli anni di contributo che vanno dal 2016 al 2018.
Per le emittenti radiofoniche
Numero minimo di 2 dipendenti con almeno un giornalista;
È previsto un regime transitorio per le domande relative agli anni di contributo che vanno dal 2016 al 2018.
Emittenti a carattere comunitario
Il 50% del finanziamento dedicato alle emittenti comunitarie sarà ripartito in parti uguali tra tutti i soggetti beneficiari ammessi; l’altro 50% sulla base dei criteri di merito riguardanti dipendenti e giornalisti. Usufruiranno dei contributi le emittenti televisive a carattere comunitario che si sono impegnate a trasmettere programmi di televendite per una durata giornaliera non superiore ai 90 minuti.
Fondi alle Tv locali, si cambia. Giacomelli: “Fine dei contributi a pioggia”
Da www.corrierecomunicazioni.it - 24 marzo 2017
Contributi alle tv locali, si cambia. Più risorse, ma più vincoli. Per le “Pmi” italiane dell’emittenza 50 milioni aggiuntivi provenienti dal canone oltre ai 67 previsti per il 2017. Ma per accedere ai finanziamenti dovranno dimostrare di investire su occupazione, innovazione tecnologica e pluralismo dell’informazione.
contributi alle emittenti locali
È quanto stabilisce lo schema di regolamento per l’erogazione dei contributi alle emittenti locali approvato oggi dal Consiglio dei ministri: manca il passaggio al Consiglio di Stato ed alle Commissioni parlamentari competenti prima dell’approvazione definitiva.
“Quello approvato oggi è senza dubbio un regolamento molto innovativo e più selettivo rispetto al passato – il commento del sottosegretario allo Sviluppo economico con delega alle comunicazioni Antonello Giacomelli -. Superata l’erogazione a pioggia dei contributi.
L’obiettivo del governo è destinare il sostegno dello Stato a chi davvero svolge la funzione di editore locale”. Soddisfazione delle Tv locali: Marco Rossignoli, coordinatore di Aeranti-Corallo che rappresenta 700 imprese del settore: “L’approvazione dello schema del nuovo Regolamento permetterà la ripresa degli interventi a sostegno del settore in un’ottica di stimolo dell’attività editoriale e di informazione sul territorio basata sulla qualità, realizzata mediante dipendenti e giornalisti e l’utilizzo di tecnologie innovative”. L’associazione chiede un’approvazione in tempi rapidi.
Più risorse: la Legge di stabilità 2016 ha destinato parte delle risorse derivanti dal recupero dell’evasione sul canone fino a 100 milioni di euro per il Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione, dei quali fino a 50 milioni per le emittenti radio televisive locali. Le somme si sommeranno a quelle già previste che ammontano a circa 67 milioni per il 2017. Contestualmente la legge di stabilità 2016 ha previsto di modificare le regole di riparto delle risorse con la definizione di un nuovo regolamento che tenesse conto di criteri selettivi di merito per l’erogazione dei contributi.
Requisiti di ammissione: terranno conto di un numero minimo di dipendenti e giornalisti che l’emittente deve avere per poter accedere ai contributi, del rispetto di un tetto giornaliero di ore di televendite e di un numero minino telegiornali giornalieri locali.
Ripartizione: lo stanziamento totale annuale è ripartito in base ai seguenti criteri: l’80% in base al numero di dipendenti e tipologia dei dipendenti, assegnando punteggi diversi per esempio a giornalisti, pubblicisti, dipendenti full time o a tempo parziale, con una maggiorazione del 10% del punteggio per chi incrementa le assunzioni rispetto all’anno precedente.
contributi alle emittenti locali 3
Il 10% per le emittenti televisive in base all’Auditel per premiare chi ha maggiori ascolti, per le radio sulla base dei ricavi dell’emittente per vendita di spazi pubblicitari ammissibili nell’anno precedente. Il 10% sulla base dei costi sostenuti per spese in tecnologie innovative. Prevista una maggiorazione del 15% del punteggio per le emittenti che operano nelle regioni del sud (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia.
Si modifica anche il processo di erogazione: fine delle graduatorie regionali stilate dai Corecom, si prevede ora una singola graduatoria nazionale ed una procedura totalmente on line. Un meccanismo in grado di superare le attuali distorsioni dato che il meccanismo attuale prevede una procedura complessa che coinvolge i Corecom che hanno il compito di elaborare le graduatorie regionali delle emittenti e solo quando tutti i Corecom hanno approvato le graduatorie regionali il Ministero può approvare il Decreto di riparto dei contributi. Un passaggio che ha generato in passato ritardi derivanti anche da contenziosi ai TAR sulle singole graduatorie regionali, bloccando per mesi il processo di erogazione.
“Ora si apre una fase di confronto – dice Giacomelli – che precede la definitiva approvazione del regolamento in cui si valuterà se il livello della proposta dei criteri di ammissione sia sufficiente a raccogliere le obiezioni finora sollevate dalla Corte dei conti e se per questa via si difenda con chiarezza il pluralismo dell’informazione con un sostegno alle realtà locali che realmente informano e innovano.
Sul fronte delle risorse, si è passati da uno stanziamento di quasi 43 milioni nel 2015 ai circa 120 milioni del 2017 comprensivi dei 50 milioni di recupero dell’evasione del canone – conclude Giacomelli – Con il regolamento, a cui a breve di aggiungerà l’intervento sulla numerazione Lcn, si completa la riforma e si volta finalmente pagina: si mettono infatti le basi per superare la logica, peraltro discrezionale, dei contributi a tutti e per avviare un percorso che comporti un impegno di stabilizzazione da parte dello Stato nel sostegno alle emittenti locali di qualità’’.
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