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Pierluigi Diaco per "Oggi"
FRANCA VALERI COOPERATIVA 7607
Roma. Un venerdì d’inverno. Cena a casa degli amici Carlo e Lilli Giuffrè. Chiacchiere, racconti, battute, cibo delizioso. Insieme a me ci sono la divina Irene Ghego, il mitico Enrico Lucherini, un formidabile Pippo Baudo e poi…poi c’è un mito, una leggenda, “la signorina snob”, l’autrice più intelligente ed ironica dello spettacolo italiano: Franca Valeri. La scruto, la ascolto parlare, ogni tanto mi permetto di catturare la sua attenzione, godo della sua lucidità e del suo mai perduto ed elegante cinismo. Il giorno dopo non trattengo l’entusiasmo e chiedo a Lilli Giuffrè di darmi il suo numero di telefono: ho un grande desiderio di intervistarla.
La chiamo, ricevo un invito, ma ad un patto: “Non voglio autocelebrarmi. Non voglio parlare dei ricordi e nemmeno della mia carriera. Voglio parlare di due o tre cose che mi stanno a cuore, ma soprattutto di futuro”. Adorabile e spiazzante! 95 anni portati con la consapevolezza e la disinvoltura che solo una donna spiritosa e forte può vantare. Sceneggiatrice, attrice, animatrice culturale, generosa amplificatrice del talento altrui. Indimenticabile ne “Il Vedovo” di Dino Risi per quella battuta che la moglie rediviva rivolge allo stupefatto marito impersonato da Alberto Sordi: “Cosa fai cretinetti, parli da solo?”.
Porta i capelli sempre allo stesso modo, stesso colore, un taglio a caschetto creato per lei da Vergottini: “Diffido delle donne che cambiano spesso pettinatura: è indizio di scarsa personalità”. Senza trucco perché, fuori di scena, quello non c’è e non ci deve essere. Oggi si alza un altro sipario, quello del suo stato d’animo.
Allora, parliamo del futuro
“Come può vedere mi annoio moltissimo. Sono qui a casa e non nella mia casa naturale, il teatro. Non recito e non capisco nemmeno il perché. Avrei tutte le qualità per farlo. Mi stupisco io stessa dell’amore del pubblico: per strada la gente mi abbraccia e mi ringrazia. Vorrei ripagare questo affetto continuando a lavorare”
Glielo auguro
“Me lo auguro anche io. Mi piacerebbe tornare al Teatro Valle”
Lei è stata, negli ultimi anni, una delle prime sostenitrici dell’Occupazione del Valle. Quell’esperienza è finita con non pochi strascichi, nessuno ne parla più e il Teatro è ancora chiuso
malgioglio fa gli auguri a franca valeri
“Ecco, questa è una delle poche cose importanti di cui vorrei parlare con lei. Ho sostenuto l’Occupazione del Valle nelle prima fase: mi sembrava una cosa indipendente, libera e utile per mettere in campo nuove energie. Poi, con il passare del tempo, questa esperienza si è trasformata, era diventata una cosa insostenibile, sembrava di proprietà degli occupanti. Mi spiego meglio: non si può pensare di gestire un teatro con gli ideali, perché la gestione di una cosa così delicata ha bisogno soprattutto di disciplina. Dopo che gli occupanti si sono rasseganti ad andarsene, però, nessuno ne ha più parlato. E utilizzo volentieri questo spazio su Oggi per rivolgere un accorato appello al Ministro Franceschini affinchè se ne occupi con più premura e serietà: il Teatro Valle è il più bello di Roma”
Una volta lei ha dichiarato che “Roma non dovrebbe più essere la capitale d’Italia”
“E lo ribadisco. E’ una città magica, unica ma non può più essere continuamente ostaggio di dimostrazioni e manifestazioni, di diverso orientamento politico, che molto spesso la offendono, la deridono e la danneggiano. Roma ha bisogno di preservarsi ma l’essere al centro della politica non contribuisce affatto a salvarla da chi non la rispetta”
Lei, quindi, non crede nel valore della “piazza” come strumento di lotta o di ribellione?
“No, sono convinta che le manifestazioni non servono a niente. Chi le ascolta? Chi le valorizza? Qualcuno tra i potenti sta realmente a sentire chi ne partecipa? Chi le frequenta e le organizza quasi mai è contento. Mi chiedo che senso hanno. Magari servono pure a qualcosa, ma francamente a me sfugge a cosa”
Roma è anche la città di cui è vescovo Papa Francesco. Le piace?
“Non può non piacere. E’ benevolo, dice le cose giuste, è sincero, non è furbo…Mi piace perché, a differenza di altri papi, non fa il regnante. E’ un pastore e ha reso la figura papale molto popolare tra la gente”
A “regnare”, nei tempi che corrono, ci pensa Renzi
“Ma no, Renzi è semplicemente un politico, non ha la caratura del regnante. Ma non saprei aggiungere altro su di lui: non lo conosco personalmente e quindi non posso giudicarlo”
Mi può dire se lo giudica un buon politico o no
“Quello che sicuramente emerge è che ha le idee chiare, ma sono talmente delusa dal mio lavoro e dal fatto che non me lo fanno più fare, che trovo francamente di cattivo gusto giudicare quello altrui, compreso quello del Presidente del Consiglio”
Ma la fa ridere quando lo vede in tv?
“Ridere? No, direi proprio di no. Non è compito di Renzi farci ridere, anche perché quando guardo o ascolto i politici in tv mi sale una certa ansia..”
Mancano due settimane a Sanremo. Due anni fa lei salì sul palco dell’Ariston per un monologo e il pubblico le tributò un applauso lungo e sincero. Quest’anno ci sarà Virginia Raffaele che, recentemente, l’ha citata, insieme a Monica Vitti, tra le più brave attrici di sempre. La conosce? Ha mai visto le sue imitazioni?
“No, non la conosco. La ringrazio e sicuramente avrò modo di vederla a Sanremo quest’anno. Ma, se posso essere sincera, devo dire che non amo le imitazioni, non mi piacciono. Io non le ho mai fatte perché ho sempre preferito inventare e montare nuovi personaggi. La comicità è valida solo se scava nella vera e profonda realtà umana. Se si limita ad imitare, mi annoia”.
Se dovesse scrivere e portare in scena un nuovo personaggio, ispirato all’Italia di oggi, che caratteriste avrebbe?
“Purtroppo nell’Italia di oggi non percepisco nella gente cose e caratteristiche molto curiose o stravaganti. Detto questo quando penso a nuovi personaggi da interpretare, non faccio mai i calcoli. Prendo la penna in mano e scrivo quello che mi viene. Il mio immaginario è più largo e fantasioso della realtà che viviamo. Questo periodo, infatti, sto scrivendo parecchio. Presto uscirà un mio nuovo libro per Enaudi”
“Bugiarda no, reticente” è il titolo della sua autobiografia pubblicata nel 2010. La bugia è un valore?
“Un valore non lo so, sicuramente le bugie servono. L’importante è saperle dire e spesso sono necessarie per vivere e/o sopravvivere”
Chiuda gli occhi. Ha la possibilità di esprimere un desiderio. Qual è?
“Tornare a lavorare. Farmi rimanere a casa la trovo una grande ingiustizia”.
Aroldo (il nome del suo cane) è d'accordo?
"Certamente sì. Anche ad Arnoldo manca stare in camerino o dietro le quinte. Lo adoro, sta con me da sette anni. Ma ne ho altri 7 di cani: li tengo nella mia casa in campagna che affaccia sul Lago di Trevignano. E' un piccolo canile, o meglio dire un piccolo rifugio per cani di cui si prende quotidianamente cura il mio giardiniere. . Quando posso li vado a trovare"
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