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“ALL’INIZIO, QUANDO MAMMA CI HA DETTO CHE SECONDO LEI MAURO ERA MOHAMMED AL HABTOOR, NON LE AVEVO CREDUTO. PENSAVO: COSA C’ENTRIAMO NOI CON GLI ARABI?” - IL FRATELLO DI MAURO ROMANO, IL BIMBO RAPITO A RACALE NEL GIUGNO DEL 1977 E IDENTIFICATO DAI GENITORI NELLO "SCEICCO" A “OGGI”: “AL HABTOOR MI INVITO’ A DUBAI, POI NON VOLLE VEDERMI E MI SENTII MINACCIATO. HO AVUTO PAURA. FORSE HO SBAGLIATO, MA SO CHE..."

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Mohammed Al Habtoor Manuela Arcuri

«All’inizio, quando mamma ci ha detto che secondo lei il nostro Mauro era Mohammed Al Habtoor, non le avevo creduto. Pensavo: com’è possibile che sia finito laggiù, cosa c’entriamo noi con gli arabi?».

 

Antonio Romano, il fratello di Mauro, il bimbo rapito a Racale nel giugno del 1977 e identificato dai genitori nello "sceicco" Al Habtoor, ha concesso una lunga intervista esclusiva al settimanale OGGI, in edicola da domani. A OGGI Antonio racconta la sua rincorsa allo "sceicco", che ha raggiunto per telefono e non solo. «Nel 2005 l’ho richiamato e gli ho detto:

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“Il tempo passa, ti vorrei vedere”. E lui mi ha invitato a Dubai. Il giorno dopo ho comprato il biglietto aereo, quello dopo ancora ero in volo», dice Antonio Romano. Ma l'incontro non ha luogo: «L'ho chiamato decine di volte, ma ha suonato sempre a vuoto. La sera tardi mi ha risposto un signore, in francese. E mi ha gelato: "Le consiglio di rientrare a casa al più presto"».

 

E Romano è rientrato senza incontrare Al Habtoor: «Ho avuto paura. Forse ho sbagliato, e me ne pento, ma il mattino dopo sono corso in aeroporto e ho preso il primo volo per Monaco di Baviera. Alla reception ho lasciato una scatola di cioccolatini svizzeri per Mohammed: so che è passato a ritirarla».

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