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DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO…
1- "FROCI", L'ULTIMA CASSANATA: IL WEB LO METTE A NUDO IN UN GIOCO
Blitzquotidiano.it - Dopo le polemiche scoppiate per le affermazioni di Antonio Cassano riguardo ai possibili calciatori gay nella Nazionale Italiana nella conferenza stampa di martedì 12 giungo, sul web, tra ironia e sarcasmo, impazza un nuovo "gioco": videodedica di Cassano agli omossessuali.
Qui il giochino: http://maledestro.blogspot.it/2012/06/videodedica-di-cassano-agli.html
2 - E IL CRONISTA STRANIERO CHIESE: WHO ARE THE TWO GAYS?
Fabrizio Roncone per "Il Corriere della Sera"
Fine dell'allenamento, docce bollenti, il tempo di asciugarsi (Cesare Prandelli è all'antica e non tollera che i suoi ragazzi stiano lì, davanti allo specchio, a spalmarsi creme antirughe sul viso e olii vari sui corpi depilati. «à uno spogliatoio, non un salone di bellezza»). Poi, i nostri azzurri cominciano a uscire in ordine sparso, certi a gruppetti.
Un cronista polacco chiede, nel suo inglese incerto: «Who are the two gays?». Chi sono i due calciatori omosessuali?
La notizia è questa, resta questa anche nel pomeriggio di vigilia grigio e piovoso, qui, dentro i corridoi di cemento armato dello stadio di Poznan. I pettegolezzi di Alessandro Cecchi Paone - «Ho avuto rapporti con un giocatore della nazionale, e lui mi ha detto che i gay sono due, poi c'è un bisessuale, mentre i metrosexual sono tre: Giovinco, Abate e Montolivo» - e i commenti di Antonio Cassano, prima tragicamente grevi, poi misteriosamente forbiti come quelli di uno psicologo, sono rimbombati nel mondo. In Brasile, sul sito del network Rete Globo è stato l'articolo più letto. In Italia, uno degli argomenti più forti su Facebook e Twitter (e tra un po' vedremo anche la reazione ufficiale del c.t., in conferenza stampa).
Però intanto ecco, c'è Montolivo.
Dispiaciuto per questa storia?
«Dai, su...».
Cosa pensa dei discorsi di Cecchi Paone?
«Dai, lascia stare...» (i calciatori, quasi tutti, tendono a darti del tu anche se non ti hanno mai visto prima).
Montolivo aveva la faccia ancora paonazza del post-doccia, nient'affatto curata, liscia e con le sopracciglia tese, come usano fare i cosiddetti metrosexual (tipo David Beckham).
Giovinco passa veloce e, un po' è piccolo, un po' guarda per terra, sguscia via. Abate è incerottato. Cinque punti di sutura proprio sul sopracciglio destro. Sguardo torvo; chiedergli se si sente un metrosexual, sarebbe pura provocazione.
Però a Demetrio Albertini, vicepresidente della Federcalcio e capo delegazione agli Europei, qualche domanda si può porre.
Albertini, la storia di Cecchi Paone e Cassano...
«No, mi spiace: non parliamo di questo».
L'omosessualità è davvero un tabù, per il calcio italiano?
«Le ripeto: non parliamo di questo» (sorriso di circostanza, braccia allargate).
Tutti ne parlano, loro no. Del resto, l'atteggiamento di Prandelli in conferenza stampa è stato analogo. E considerate che Prandelli (arrabbiatissimo con Cassano: «Come si fa a usare la parola froci in una conferenza stampa? Me lo spieghi?») è quello che ha firmato la prefazione al libro di Cecchi Paone, «Il campione innamorato», e l'ha fatto per mandare un messaggio inatteso e coraggioso ai calciatori italiani: se siete gay, fate coming out, dichiaratevi, uscite dal buio e dal silenzio.
Poi però gli chiedono di Cassano, e lui dice: «Non ci facciamo mancare niente, eh? Meglio stemperare con un sorriso...».
Pensa di averla chiusa. Ma c'è Andrea Pirlo, seduto accanto, e Pirlo è un campione, e sarebbe autorizzato a commentare. Invece, nervoso, nemmeno ascolta la domanda.
Lei, Pirlo, pensa che...
«No, la mia risposta è no!».
Mi faccia finire la domanda, poi risponderà come crede: lei pensa che per i calciatori sia arrivato il momento di fare coming out?
«No, io penso sia arrivato il momento di parlare di calcio».
A questo punto interviene, con la consueta eleganza, Prandelli. «Non vogliamo sembrare scortesi. Siamo sempre stati disponibili ad affrontare qualsiasi argomento... ma ora abbiamo una partita fondamentale alle porte...».
Quando, dopo alcuni minuti, la conferenza stampa si conclude, alzandosi Cesare Prandelli lancia uno sguardo eloquente. Una roba tipo: cerchi di capire, davvero non era il momento, e poi la Croazia è pure forte.
3 - L'AFFAIRE CASSANO
Andrea Scanzi per il "Fatto quotidiano"
L'affaire Cassano fa ancora discutere. Qualche considerazione. Cassano (sv). Molti lo hanno giustificato. Puerluigi Pardo, telecronista Mediaset e autore della sua biografia: " So che Cassano non è omofobo (lo conosco bene) ciò non toglie che abbia sbagliato grosso a dire quelle cose e a usare quella parola. (..) L'ho sentito. Era sinceramente dispiaciuto, non voleva offendere nessuno".
Stefano Menichini, direttore di Europa: " Fioroni è contro i matrimoni gay, Cassano parla come a Bari Vecchia. Punto. Francamente mi pare che qui si cerchi gente da mostrificare". E Stefano Meloccaro, volto Sky, ancora su Twitter: "Tutti quelli che fanno i bacchettoni con Cassano, in privato avrebbero detto la stessa cosa. Ma sai che vuol dire, tutti?" (secondo Meloccaro, evidentemente, tutti gli italiani chiamano "froci" i gay e si augurano di non trovarseli attorno).
La tesi: "Cassano è ignorante, poveretto, perché infierire?". Nessuno ha mai preteso che emulasse Heidegger, ma possibilmente neanche Giovanardi. Emblematica, del suo show, la frase: "Se penso quello che dico" (no). Notevoli le scuse: "L'omofobia è un sentimento che non mi appartiene". Più che altro, l'omofobia non è un sentimento.
Il giornalista che ha fatto la domanda (6). E' stato attaccato anche lui, perché doveva "parlare solo di calcio". Vecchia storia: a un tennista chiedi solo di tennis (altrimenti poi scopri che non sa chi è Freud, tipo Federer). A un calciatore solo di calcio. A un panettiere solo di pane. La dittatura della specializzazione. E della noia. Quella domanda andava fatta: era una notizia. Oltretutto, come prefatore del suo ultimo libro, Cecchi Paone ha scelto Prandelli.
I cronisti che sghignazzavano (3). Capita sempre così: quando un calciatore dice una sciocchezza, gran parte dei giornalisti ride. Si mostra solidale, amicona. E' la stessa gente che, poi, il mattino successivo tuona contro le "frasi choc".
La levità di Libero (2). Il giornale di Belpietro titolava ieri: "Ci vuole culo". E alè. Libero è così: per andare contro i "benpensanti", è convinto che basti scrivere castronerie grevi. Un po' come quelli che, per fare i simpatici a cena, mollano un rutto. Ovviamente, se Cassano avesse detto "Escort? Speriamo di sì", Libero avrebbe titolato: "Tutta questione di buchi". Oppure: "Fallo penetrante". O meglio ancora: "Campione di figa!".
Cecchi Paone (5). Con il suo coming out ha compiuto un capolavoro: se lo critichi sei omofobo, quindi non puoi criticarlo. Siamo tutti molto felici, per lui, se ha avuto storie con giocatori della nazionale di calcio. E magari di rugby, backgammon e financo di sumo (anche se quest'ultima immagine può generare traumi). Il punto è un altro: è davvero così indispensabile sapere a menadito ogni suo orgasmo? Più che una lotta per la libertà sessuale, il suo pare stalking: ai lettori, agli spettatori, al mondo. Che, avendo già i suoi problemi, delle esternazioni ormonali di Cecchi Paone farebbe a meno. Non per intolleranza: per disinteresse, o mera Legge dello Sticazzi.
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