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Daniele Dell’Orco per “Libero Quotidiano”
Nel suo celebre trattato militare, Sun Tzu sintetizzava così uno dei segreti del successo bellico: «L' arte della guerra consiste nello sconfiggere il nemico senza doverlo affrontare».
Juan Pujol Garcìa, una delle spie che ha deciso le sorti della Seconda guerra mondiale, è riuscito a fare molto di più: fu l' unico a essere nominato membro dell' Ordine dell' Impero Britannico dagli Alleati durante il conflitto, e allo stesso tempo a ricevere la Croce di Ferro per il contributo dato alla Germania.
La sua storia, raccontata da Domenico Vecchioni in Garbo. La spia che rese possibile lo sbarco in Normandia (Greco&Greco, pp. 150, euro 12), è a dir poco rocambolesca.
Da giovane avicoltore catalano, Garcìa venne arruolato tra i repubblicani durante la Guerra Civile. Il contatto con i tedeschi schierati con Franco gli fece maturare un odio verso la Germania nazista che lo spinse a voler annientare il Terzo Reich.
Si dà il caso che fosse anche un gran doppiogiochista, tanto che, dopo aver ricevuto numerosi rifiuti dai servizi britannici che lo ritenevano (a ragione) inaffidabile, decise di arruolarsi nell' Abwehr tedesco.
Dopo aver convinto i responsabili della stazione nazista di Madrid a farsi spedire a Londra grazie a dei falsi documenti rilasciati dal ministero degli Esteri spagnolo, Garcìa venne messo a libro paga dai tedeschi.
Più simile a Johnny English che a James Bond, non parlava inglese, non sapeva addizionare scellini, penny e pound, e fino al 1942 non mise nemmeno mai piede in Inghilterra. Inviava la corrispondenza standosene in completo relax a Lisbona, cosa che spesso gli faceva commettere gaffe clamorose.
Una volta scrisse che il corpo diplomatico britannico si sarebbe trasferito a Brighton, località balneare fuori Londra che vide su una guida turistica, per sfuggire al caldo della capitale, cosa che in realtà facevano gli spagnoli con San Sebastian. Un' altra volta comunicò che uno dei suoi sottoposti (ne inventò ben 27) ottenne alcune informazioni utili a Glasgow, dove «chiunque farebbe qualunque cosa per un litro di vino».
Peccato che in Scozia tutti bevano birra. Quando la faccenda stava diventando troppo rischiosa, fu la moglie a raccontare tutto a un agente dell' Oss (antesignana della Cia) in servizio in Spagna, che segnalò il personaggio all' MI5.
Grazie alle intercettazioni decriptate nella Stazione X di Bletchley Park (quella dove Alan Turing decifrò Enigma), gli inglesi iniziarono a prendere sul serio quel mitomane che, pur mandando informazioni inventate ai tedeschi, godeva di parecchia fiducia.
Così nel '42 venne reclutato nel Double Cross System, il programma di spie doppiogiochiste dell' MI5, col nome in codice di «Garbo», in onore della "Divina" attrice svedese.
Garbo iniziò allora a rilasciare ai tedeschi le informazioni che gli inglesi volevano far trapelare, venendo, ironia della sorte, finanziato dai nazisti stessi. Celebre l' episodio legato allo sbarco degli Alleati in Nord Africa, quando da Madrid chiesero a Garbo come mai uno dei suoi sottoposti in servizio a Liverpool (da dove partì la task force) non lo avesse informato per tempo. La spia riferì che il suo agente era deceduto e ottenne addirittura un indennizzo speciale per la vedova.
Il colpo di genio lo servì però durante l' operazione "Fortitude", la serie di depistaggi con cui gli inglesi impedirono ai tedeschi di individuare il punto esatto dove sarebbe avvenuto lo sbarco in Normandia. Garbo dapprima convinse i nazisti che si sarebbe verificato nella zona di Calais, a opera di una divisione, ovviamente finta, guidata da Patton (il FUSAG), salvo poi riferire la data e l' ora esatte dello sbarco nella notte tra il 5 e il 6 giugno 1944.
Rimasto irreperibile fino alle 8 del D-Day, dando colpa alla sfortuna, riuscì perfino a correggere il tiro comunicando che in realtà quello fosse stato solo il preludio a un secondo sbarco attuato di lì a poco. In questo modo rallentò, per scelta di Hitler in persona, l' invio di rinforzi in Normandia.
Un' esitazione fatale, che costò ai nazisti la sconfitta bellica e all' Abwehr lo scioglimento prematuro. I depistaggi furono efficaci proprio viste le rivalità interne ai servizi tedeschi, i cui capi furono tra gli organizzatori dell' attentato al Führer del 20 luglio 1944.
Quanto a Garbo, dopo la fine della guerra inscenò la sua stessa morte per evitare ritorsioni a opera di reduci nazisti e rimase in Venezuela per il resto dei suoi giorni. Solo nel 1984, in occasione del quarantesimo anniversario del D-Day, fece ritorno a Londra dove fu celebrato come un eroe.
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