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Giuseppe Videtti per "la Repubblica"
Il coming out di un rapper assomiglia a un suicidio. Il mondo dell'hip hop, dieci anni fa, lo avrebbe considerato uno smacco. LL Cool J e Ice T, vent'anni fa, avrebbero deriso e insultato il malcapitato. Il romantico coming out che il 24enne Frank Ocean, campione del nuovo soul americano, ha pubblicato nel suo blog su Tumblr.com pochi giorni fa avrebbe certamente provocato reazioni oscene in tipi come Sen Dog dei Cypress Hill.
Contro i «faggot» predicò anche Eminem («Odio le checche? la risposta è sì»), prima di mostrare segni di ravvedimento duettando con Elton John alla cerimonia dei Grammy. L'uscita allo scoperto di Ocean (al secolo Christopher "Lonny" Breaux), autore per artisti come Brandy, Justin Bieber e John Legend, prima di diventare l'apprezzato solista che ha appena pubblicato l'album Channel Orange (esce in Italia l'11 settembre; dal 28 agosto sarà in tour in Europa con i Coldplay) - osannato da tutti, New York Times compreso - più che un gesto clamoroso sembra una tenera confidenza, le parole di un ragazzo che vuol mettere le cose in chiaro nel momento stesso in cui il suo astro comincia a brillare, «così d'ora in poi non avrò più nulla da nascondere ».
Non assomiglia a quello asciutto di Michael Stipe - «Sono gay» - ma è la cronaca della prima storia d'amore della sua vita»: «Avevamo 19 anni. Fummo inseparabili quell'estate, e anche la successiva. Quando era con me il tempo volava. Non avevo occhi che per lui e il suo sorriso; non avevo orecchi che per le sue parole e i suoi silenzi ». Sembrano parole uscite da "Chiamami con tuo nome", il romanzo di André Aciman, più che le confessioni della più giovane star della Def Jam, l'etichetta più maschilista della storia dell'industria musicale.
Per un attimo, la prima settimana di luglio, l'attenzione si è focalizzata sull'artista, sulle sue capacità vocali, sul talento, che è stato paragonato a quello di Stevie Wonder, Prince e Pharrell Williams, per le belle canzoni scritte per Beyoncé e le collaborazioni eccellenti con Kanye West e Jay-Z; ora non si parla altro che del coming out.
Matthew Todd, direttore di "Attitude", il mensile di cultura omosessuale, è molto cauto: «Il
coming outall'inizio di una carriera è un fatto straordinario e da alcune reazioni di Twitter si capisce che l'omofobia è ancora un problema grave. Ma bisogna anche riconoscere che gli Usa stanno facendo passi da gigante ora che Obama si è schierato a favore dei matrimoni gay. Nel caso di Ocean, il supporto di un'autorità dell'hip hop come Jay-Z non è certo secondario».
Non solo Jay-Z ha lodato il gesto del suo pupillo, ma anche sua moglie Beyoncé ha postato una foto di Ocean con su scritto: «Non aver paura, sii onesto, sii generoso, sii coraggioso, sii poetico, sii aperto, sii libero, sii te stesso, sii felice». Russell Simmons, fondatore della Def Jam, si è unito al coro («Oggi è un grande giorno per l'hip-hop»), mentre Tyler the Creator, del collettivo hip hop Odd Future (quelli che un tempo dicevano: «Frocio scavati la fossa, che io ti ordino la bara»), ha sentenziato: «Sono fiero di te negro, perché so che questo è un gesto difficile».
Sorprendente l'atteggiamento di 50 Cent (a Playboy disse: «Non mi piace avere froci tra i piedi»); non benedice la scelta del collega, ma neanche la condanna: «Non m'importa delle sue preferenze a letto... Ognuno fa le sue scelte e vive la vita a modo suo». Non tutti la pensano allo stesso modo: l'anno scorso quando il rapper (eterosessuale "gay friendly") Lil'B pubblicò un album intitolato I'm gay (Sono allegro) ricevette minacce di morte e fu costretto a mettere la sua abitazione sotto sorveglianza. Il mondo dell'hip hop non è del tutto nuovo al coming out.
All'inizio dell'anno, Azealia Banks, una rapper ventenne e di belle speranze, ha confessato al New York Times di essere bisessuale. Più esplicito è stato il collega ebreo nero Y-Love: «Ho sprecato anni a preoccuparmi di quel che potesse pensare il pubblico. Ora che ho superato i trenta, non m'importa nulla di cosa pensano gli altri e la mia stessa comunità ».
Ocean, nativo di New Orleans, ora vive a Los Angeles. Nel 2005 l'uragano Katrina distrusse la sua casa e lo studio di registrazione che si era costruito, da lì la decisione di trasferirsi a Los Angeles.
«Cominciai a scrivere canzoni per star come Brandy, Justin Bieber e John Legend, sperando di far carriera decisi di restare». Un ragazzo con i piedi per terra: «A 12 anni accompagnavo mio nonno nel centro di riabilitazione dove faceva il tutor ai tossicodipendenti - anche lui era stato vittima di alcol, eroina e crack, forse per questo ho il terrore di qualsiasi dipendenza, amore compreso».
Alla luce del coming out, i testi delle sue canzoni sono più chiari, evidentemente scritti con l'idea di svelare al pubblico la propria sessualità . Ocean non solo si pronuncia a favore dell'aborto («Una scelta che spetta alla donna ») ma anche delle unioni gay («Credo che il matrimonio non sia tra un uomo e una donna / ma tra un amore e un altro amore»).
Ai primi di luglio Anderson Cooper, anchorman della Cnn, nel suo tagliente coming out ha scritto: «Le cose stanno così: sono gay, lo sono sempre stato, lo sarò sempre; ne sono felice e orgoglioso. In un mondo perfetto, questo dovrebbe essere solo affar mio e di nessun altro». Ma a un reporter del suo calibro non sarà sfuggito quanto imperfetto è invece il nostro mondo. Non solo in tema di omofobia, non solo negli ambienti dell'hip-hop.
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