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Barbara Cortese per Dagospia
TERME DI CARACALLA LA BOHEME SENZA ORCHESTRA
Nell'imbarazzante bellezza della cornice delle antiche terme di Caracalla si è consumato l'imbarazzante avvio della stagione estiva del teatro dell'opera di Roma. La messa in scena della prima della Bohème si ferma di fronte allo sciopero degli appartenenti ad alcune sigle sindacali.
Ecco i fatti: nelle 24 ore precedenti la prima si diffonde la minaccia di uno sciopero da parte di alcuni dipendenti iscritti a Cgil e Cisal che lamentano il taglio delle risorse e del personale. La minaccia assume i toni della concretezza all'avvicinarsi della prima. Ciò nonostante gli addetti ai lavori confermano che la rappresentazione si terrà regolarmente.
Di fronte alla presa di posizione della direzione artistica, gli scioperanti intimano il ricorso a mezzi di tutela contro condotte antisindacali in caso di ricorso alla banda magnetica in sostituzione dei cori e dell'orchestra.
In tutto questo, gli spettatori rassicurati dagli addetti alla comunicazione si recano fiduciosi al teatro all'aperto, sfidando anche il maltempo che, come se già non bastasse il resto, si abbatte sulla capitale poco prima dell'orario di inizio. Tutto sembra svolgersi regolarmente fin quando il sovrintendente Carlo Fuortes sale sul palco avvisando che l'opera sarà messa in scena priva di orchestra e che l'accompagnamento musicale si avrà per il solo tramite del piano, a causa dello sciopero.
TERME DI CARACALLA CONCERTI ESTIVI
Il pubblico è messo davanti a due possibilità: può andar via subito e farsi rimborsare il biglietto, o potrà godere della messa in scena alternativa e in più di uno sconto del 50% sul tagliando di altri spettacoli in programma. A quel punto la quasi totalità degli spettatori si alza imbufalita e si reca alle uscite, dando via al caos.
Inevitabilmente il rimborso diviene una mission impossibile. Ai botteghini c'è il delirio. Si tratta almeno di 500 persone. Si opta per l'apporre una sigla sui biglietti che dovranno essere presentati entro le successive 48 ore alle biglietterie del teatro per il rimborso.
A siglare i biglietti vengono addirittura chiamati gli attori. Gli spettatori sono furiosi; i turisti stranieri sono basiti e stentano a capire cosa stia accadendo. È evidente che tutto ciò poteva essere evitato con un minimo di buon senso, rimandando la prima, ad esempio; oppure comunicando subito ai singoli spettatori che la rappresentazione avrebbe avuto una modalità alternativa, sì da consentirgli di scegliere come impiegare il proprio tempo.
a caracalla un mare di persone chiede il rimborso del biglietto
Invece il tutto si risolve in una figuraccia, con spettatori inviperiti e un dialogo fra parti in conflitto che chiaramente dopo l'accaduto non potrà che essere più aspro. Alla faccia della gelida manina.
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