la ragazza senza nome

IL CINEMA DEI GIUSTI - UN GIALLO SOFISTICATO MA NON RIUSCITISSIMO “LA RAGAZZA SENZA NOME” DEI FRATELLI DARDENNE - NON CI SI ASPETTAVA UN EPISODIO DEL DOCTOR HOUSE MA ALMENO UNO SPACCATO SOCIALE PIÙ APPROFONDITO DEL BELGIO: CON TUTTO QUEL CHE SUCCEDE IN QUEL PAESE...

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Marco Giusti per Dagospia

 

Diciamo che è una specie di giallo sofisticato, anche se non accade poi moltissimo, con una giovane protagonista bellissima, Adèle Haenel, che fa una dottoressa di poche parole in quel di Liegi.

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Però non è che i gloriosi fratelli Dardenne, Luc e Jean-Pierre, si siano dimostrati proprio a loro agio nelle atmosfere del giallo, non è proprio il loro genere, come dimostra questo interessante, ma non riuscitissimo La ragazza senza nome (La fille inconnue), già presentato senza grande successo a Cannes lo scorso maggio e girato, ahimé, col digitale.

 

Ovvio che non ci si potesse aspettare dai Dardenne un episodio del Doctor House, ma almeno uno spaccato sociale più approfondito, qualche frecciata ai problemi del loro paese. Con tutto quello che succede in Belgio, poi... Magari non si può essere sempre fedeli alle grandi missioni sociali. La ragazza senza nome del titolo è una giovane nera che ha ha avuto la sfortuna di suonare al pronto soccorso dove era di guarda la bella dottoressa Jenny, ma lei, indaffarata, non le ha aperto.

 

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E, poco dopo, la ragazza è stata trovata misteriosamente morta vicino al fiume che attraversa Liegi, la Meuse. Ma non si sa chi sia e chi l’abbia uccisa, se qualcuno l’ha uccisa. Piena di sensi di colpa la dottoressa Jenny, con un impeccabile golfino rosso o blu e un broncio totalmente dardenniano, sì, questa Aéle Haenel è bellissima, cerca di capire qualcosa sulla tragica fine della ragazza.

 

Così si improvvisa detective, sbandando su situazioni non chiare e personaggi ambigui, ritrova anche vecchi attori dei Dardenne come Jeremie Renier. Jenny, che non si capisce bene da dove venga e che tipo di vita faccia, ci crede patrecchio al suo lavoro, al punto di scegliere di rimanere coi malati dell'ambulatorio, pazienti di un vecchio medico colpito da ictus, che far carriera in un più ricco ospedale privata, dove aveva appena vinto un posto niente male.

 

Cerca pure di ricucire col suo assistente, un ragazzo che ha trattato malissimo perché non sapeva far niente e che, offeso, ha deciso di tornare al paesello. In tutto questo, tra ricerca poliziesca e problemi privati, finisce per dormire su una branda all'ambulatorio mentre rompe i coglioni a tutti per scoprire la verità sulla ragazza.

 

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Alla fine sapremo tutto, certo, come in qualsiasi giallo. Il pubblico, dai Dardenne, però, si aspettava qualcosa di più e di diverso. Detto questo, in sala dovrebbe funzionare bene, la storia si segue, il pubblico vecchiotto dell'Eden a Roma imparerà qualcosa sui propri malanni e la protagonista è notevole. In sala dal 28 ottobre.

 

 A chi non piacerebbe farsi curare da una ragazza cosi' bella? E' dai tempi della Fenech che aspettiamo una nuova dottoressa... La scena che preferisco e' un dialogo sul panino che viene offerto a Jenny, "salsiccia o formaggio?". Detta e inquadrata col metodo Dardenne questa battuta acquista una profondita' autoriale un po' assurda assolutamente irresistibile. Stavolta i Dardenne non vincono nulla, fidatevi.

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