DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Giovanni Terzi per "Libero quotidiano"
GIANCARLO LEONE DIAMARA PARODI DELFINO 1
Ho il ricordo netto di mio padre, Antonio Terzi direttore di Gente negli anni Settanta, che raccontava sgomento, in famiglia, quello che stava accadendo al nostro Presidente della Repubblica Giovanni Leone. Leone venne vilipeso e fatto oggetto di attacchi personali da Camilla Cederna insieme al gruppo dell' Espresso; mio padre non li amava particolarmente.
Già qualche anno prima, sempre Camilla Cederna, aveva attaccato Luigi Calabresi, il commissario della polizia ucciso a Milano in via Cherubini davanti a casa, e subito dopo toccò al Presidente "galantuomo", così era solito chiamarlo mio padre.
«Vi ho rovinato, dovete perdonarmi». Con queste parole inizia a raccontarmi Giancarlo Leone, figlio dell' ex Presidente, per rappresentare lo stato d' animo del padre in quegli anni.
Giancarlo Leone, giornalista professionista dal 1977 già direttore di Rai 1 oltre che, dal 2006 al 2011 vice direttore generale del servizio pubblico radiotelevisivo italiano, ricorda con emozione quegli anni in cui il linciaggio del padre avveniva quotidianamente sulla stampa italiana.
«Avevo in quegli anni il doppio ruolo di figlio e di giornalista. Ero il corrispondente a Roma del giornale Il Piccolo di Trieste e vivevo nella sala stampa San Silvestro dove, naturalmente, arrivavano tutte le veline dal Parlamento».
E come fu questo doppio ruolo?
«Doloroso. Mio padre soffriva profondamente, si sentiva responsabile nei nostri confronti ed iniziò ad avere una grande depressione che ha sempre cercato di mascherare. Però quella campagna stampa ebbe degli effetti sia psichici che fisici devastanti su di lui».
E lei insieme alla sua famiglia cosa cercavate di fare?
«Tutti noi avevamo un compito prioritario, far sentire a mio padre il nostro amore e la nostra presenza; vede quello che accadde fu devastante per tanti motivi ...».
GIANCARLO LEONE DIAMARA PARODI DELFINO 1
Mi dica ...
«Prima di tutto era falso. In secondo luogo non apparteneva al modo di essere di mio padre che non era un uomo cinico capace, come fecero in seguito Pertini e Cossiga, di usare la comunicazione in modo diverso, meno istituzionale. Mio padre, come si direbbe oggi, era un tecnico ...».
Pensare che il Presidente Giovanni Leone fosse stato un tecnico e non un politico fa riflettere. Perché dice questo?
«Non ha mai fatto parte organica dell' establishment politico. È stato Presidente della Camera e poi Presidente del Consiglio, prima di essere eletto a capo dello Stato; mio padre ha sempre servito le istituzioni e non i partiti».
Effettivamente il professor Giovanni Leone è sempre stato un giurista esterno alla partitocrazia ed estraneo ai "giochi conciliari" di quel periodo del compromesso storico. Non gli venne, proprio per questo, mai perdonato di essere stato votato, come Presidente della Repubblica, da una maggioranza che conteneva anche l' allora MSI. Così partì la macchina del fango. Un po' come adesso?
giovanni leone con henry kissinger
«In realtà è profondamente diverso. Nel caso di mio padre la "macchina del fango" partì con una tenaglia giornalistico-politico. Mio padre non ebbe mai a che fare con la magistratura come spesso accade, invece, ai giorni nostri. Il tutto nacque negli anni Settanta e riguardava la fornitura degli aerei Lockheed in Italia all' aeronautica militare. Lo scandalo della corruzione politico-militare della Lockheed si trasformò in un processo al sistema di governo che dal dopoguerra aveva come principale riferimento la DC».
In cui naturalmente suo padre nulla c' entrava ...
giancarlo leonecamilla cederna
«Nella maniera più assoluta. C' era un furore ideologico che divenne sempre più massiccio fino a che mio padre non si dimise, unico Presidente della Repubblica ad averlo fatto. Rimane a me impresso nella memoria il discorso che mio padre fece il giorno delle dimissioni "Sono certo che la verità finirà pei illuminare presente e passato e sconfessare un metodo che, se mettesse radici, diventerebbe strumento fin troppo comodo per determinare la sorte degli uomini e le vicende della politica. A voi ed al nostro Paese auguro progresso e giustizia nel vivere civile"».
Ma oltre a questo passo del discorso che è stato premonitore su un metodo politico per distruggere un avversario, la delazione, c' è ne è un altro che personalmente mi ha molto colpito ed è quando suo padre disse: "Credo tuttavia che oggi abbia io il dovere di dirvi - e voi, come cittadini italiani, abbiate il diritto di essere da me rassicurati - che per sei anni e mezzo avete avuto come presidente della Repubblica un uomo onesto, che ritiene d' aver servito il Paese con correttezza costituzionale e dignità morale". Suo padre era davvero preoccupato di non essere degno di rappresentare lo Stato italiano?
camilla cedernacamilla cederna
«Mio padre nel 1947 fu un giovane costituente; ossia diede il suo contributo al nascere della Carta costituzionale firmata da Enrico De Nicola ed è a quella carta che si ispirò quotidianamente in ogni suo comportamento».
Voi faceste causa al gruppo Espresso?
«Noi figli sì. La cosiddetta "inchiesta dell' Espresso", non fu altro che una campagna diffamatoria conclusasi con il riconoscimento dell' estrema correttezza istituzionale di mio padre. Camilla Cederna dovette ammettere che le sue fonti non erano provate e soprattutto erano deviate».
La Cederna chiese scusa ?
«Mai».
Perché secondo lei ?
GIANCARLO LEONE DIAMARA PARODI DELFINO 1
«Non lo so. L' unica cosa che riuscì a dire che si era ispirata alle agenzie di stampa OP di Mino Pecorelli che, all' epoca, riusciva a fare uscire notizie assolutamente inventate come quella che mio fratello andava a caccia in elicottero».
Suo padre però fu completamente riabilitato?
«Questo sì. Però mi creda che dalle dimissioni mio padre non fu più lo stesso. Anche dopo i festeggiamenti dei suoi novant' anni a Palazzo Giustiniani in sala Zuccari nel 2008, davanti al Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro e alle più alte cariche istituzionali, alla fine tornò profondo il suo dolore».
In quella occasione però a restituire "l' onore" al Presidente Leone furono anche Marco Pannella ed Emma Bonino che, come loro stessi hanno riconosciuto, avevano approvato, sbagliando, le critiche e le polemiche nei confronti di suo padre. Non bastò?
«Purtroppo no. Anche Francesco De Martino con un messaggio sottolineò la correttezza di ogni attività istituzionale di mio padre e come fossero infondate le accuse mosse nei suoi confronti. Purtroppo il danno era già stato fatto: irreparabile».
Lei ha sofferto per tutto questo?
«La sofferenza era legata al martirio vissuto da mio papà».
Lei nella sua carriera si è occupato sia di informazione, da giornalista, che di comunicazione, anche come dirigente Rai. Come è cambiato il servizio pubblico negli ultimi anni?
giovanni leone con la moglie vittoria e i figli paolo, mauro e giancarlo
«È cambiata la comunicazione completamente. Il web ed i social hanno disintermediato il processo delle notizie dando grande democraticità da una parte ma volgarizzando e semplificando il linguaggio dall’altra. La vera scommessa sarà proprio nel fatto di riuscire a ricostruire qualità nella informazione anche sul web».
Come secondo lei ?
«Un riferimento deve essere il New York Times che è riuscito a trasformarsi sul web. L’informazione deve tornare ad essere una impresa con dei costi perché di qualità».
giovanni leone con giulio andreotti negli anni 50
E la Rai?
«Io credo che se si riuscirà a costruire una fondazione, purtroppo mancata dal governo Renzi, con personalità di altissimo livello capaci di individuare il perimetro dell’offerta ebbene questo consentirebbe alla Rai di mantenere una posizione centrale nel panorama televisivo multimediale».
In tutto questo racconto della sua vita che importanza ha avuto sua madre?
«Mia madre, che oggi ha novantatré anni, è stata il baricentro di tutto. La sua moralità ha generato in me un rapporto altissimo con le donne. Posso dire che prima di trovare una persona che potesse essere all’altezza per fare con me una famiglia ho impiegato cinquant’anni. Ma il tempo mi sta dando ragione visto che siamo ancora felici insieme».
mino pecorellimonica guerritore con giancarlo leoneGIANCARLO LEONE BENIGNI PRESTAgiovanni leone con margaret thatchergiovanni leoneACHILLE LAURO GIOVANNI LEONEGIOVANNI LEONE CON MOGLIE E FIGLI GIOVANNI LEONE AL SADATvittoria e giovanni leone con maria callas al teatro regio di torinogiovanni leone con la moglie vittoriagiovanni leone 5giovanni leone nel 1998 al quirinalegiovanni leone 1il terzo governo andreotti insieme al presidente giovanni leonegiovanni e vittoria leonevittoria leone con il figlio mauro ai funerali del marito giovannivittoria e giovanni leonegiovanni leonegiovanni leone al mare con la moglie vittoriagiovanni leone con la moglie vittoria e i figli paolo, mauro e giancarlovittoria michitto moglie di giovanni leonejohn fitzgerald kennedy giovanni leone mario segnivittoria e giovanni leone 1giancarlo leone gianpaolo lettaGiancarlo Leone Giovanni Minoli e Renzo Arbore diamara parodi delfino e giancarlo leoneGIANCARLO LEONE GIANNI LETTAgiancarlo leonevincenzo scotti giancarlo leone foto di baccogaetano blandini salvatore nastasi giancarlo leone foto di baccogiancarlo leone foto di bacco
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