
DAGOREPORT – ASPETTANDO L'OPPOSIZIONE DE' NOANTRI (CIAO CORE!), VUOI VEDERE CHE LA PRIMA BOTTA…
"LE CASE PARLANO DI NOI. HO CAPITO CHE ROCCO SIFFREDI E DAVIDE OLDANI SONO DUE PERFEZIONISTI" - GIANLUCA TORRE, L'AGENTE IMMOBILIARE STAR DEL PROGRAMMA "CASA A PRIMA VISTA", SI RACCONTA: "QUANDO MI HA CHIAMATO DISCOVERY È STATO UN SALTO NEL BUIO. LE PRIME 10-15 PUNTATE ERANO UNA SPECIE DI TORTURA. PENSAVO A COSA AVREBBERO DETTO GLI ALTRI" - "NON MI ASPETTAVO QUESTO SUCCESSO. I BAMBINI A CARNEVALE SI VESTONO DA ME. È ASSURDO DAI. CI HANNO FATTO DI TUTTO, ANCHE I PUPAZZETTI…"
Estratto dell'articolo di Chiara Maffioletti per il “Corriere della Sera”
Gianluca Torre ha vissuto molte vite. L’ultima, però, è stata una sorpresa anche per lui. Perché se tu fai l’agente immobiliare è difficile ipotizzare che la gente ti fermi per fare un selfie, Fabio Fazio ti inviti a Che tempo che fa , Ubaldo Pantani faccia la tua parodia, Geppi Cucciari scherzi con te in tv. Eppure, da un anno a questa parte, questa per Torre è la normalità. […] grazie al programma di Real Time Casa a prima vista , è diventato uno dei volti televisivi del momento, alla guida anche di un videopodcast, Casa perfetta , in cui i vip (da Diletta Leotta a Linus) si raccontano con generosità.
[…] Lei è diventato uno degli agenti immobiliari più noti d’Italia, eppure questo non è da sempre il suo lavoro, vero?
«No, ho iniziato a lavorare nel mondo della pubblicità, in particolare nel digitale, ai suoi alborissimi, nel 1997. Mi ero da poco laureato in Economia e sono entrato in questo mondo molto luccicante, in un settore che stava esplodendo ma di cui ancora si capiva poco: in Italia c’erano soltanto 600 mila persone che usavano internet. Da lì a poco sono diventati il doppio, poi il triplo, poi è esploso. È stata un’esperienza esaltante perché, dal niente, siamo arrivati a fatturare oltre 10 miliardi, quando c’erano le lire, e con gli euro siamo arrivati a 7 milioni e mezzo».
E poi cosa è successo?
«La crisi del 2008. I fatturati calavano e io non vedevo più futuro in quel mondo. L’immobiliare è stato il bivio più intelligente e comodo: mi calzava alla perfezione».
mariana d'amico gianluca torre e ida di filippo
Perché proprio l’immobiliare?
«Da osservatore dei costumi, ho assistito a questa grossa crescita di Milano: l’ho respirata da subito. Quando c’è stata l’ultima finale di Champions League in città, il 28 maggio 2016, ricordo che ho camminato a lungo, da solo, e ho avvertito la conferma di una grossa internazionalizzazione. Milano è entrata sempre più in orbita europea e questa cosa si riflette sull’immobiliare: la città stava decollando ma, al contempo, i prezzi degli immobili erano ancora bassi. Ci ho intravisto una possibilità. Poi ho comprato una piccola casetta, l’ho rifatta e l’ho rivenduta al doppio. Mi sono detto: non è un abbaglio».
[…] Poi è entrato più o meno sempre nella top five di chi vendeva di più in Italia.
«Mi sono trovato come un topo nel formaggio. Credo abbia funzionato il fatto che molto facilmente entro in empatia con il 90% delle persone. E questo ti favorisce, perché l’agente immobiliare deve essere una persona di cui ti fidi. Vendere casa è un processo delicato. Serve anche tanta serietà: devi essere credibile».
Tra tutti gli agenti di «Casa a prima vista» lei è quello con il seguito più clamoroso sui social.
«E dire che prima avevo un profilo privato. È stata Warner (Discovery, il gruppo a cui fa capo anche Real Time, ndr ) a chiedermi di aprirlo. Io non volevo: vedevo quelli degli agenti che parlavano di case sui social e non mi piaceva quel loro approccio, un po’ da maestri. Lo ritenevo poco coerente con la mia personalità. Per cui ho iniziato a fare dei reel, dei brevi video, in cui mostravo le case ma come farei a un mio amico, mettendo bene in evidenza i pregi o le caratteristiche che la rendono unica. È stato un esperimento, ma è piaciuto tantissimo, da subito».
Come è arrivata la proposta di partecipare a un programma televisivo?
«Mi hanno suggerito di fare il casting, ma quando è andato bene ho avuto più di un pensiero perché non credevo di avere il tempo per partecipare a una trasmissione. Allora mi dissero che era un esperimento, una puntata pilota e che nemmeno si sapeva se Discovery avrebbe poi prodotto il programma. Quando poi è arrivata la conferma per me è stato un salto nel buio e avevo moltissimi dubbi. Le prime 10-15 puntate hanno rappresentato una specie di tortura. Pensavo a cosa avrebbero detto gli altri agenti o in generale le persone. Sbagli una parola e ti criticano in tutta Italia e io non sono un imprudente, né amo il rischio. Credo che Casa a prima vista sia stata la cosa più rischiosa che ho fatto».
[…] I bambini a carnevale da due anni si vestono da Gianluca Torre.
«È assurdo dai. Ci hanno fatto di tutto, anche i pupazzetti. In poco tempo abbiamo registrato sei stagioni per quanto tutto va bene».
[…] Stato sentimentale?
«Ho una compagna e sono felice. Lei non vuole assolutamente comparire e si stupisce per prima di tutto questo successo».
Ha tante imitazioni, tra cui quella di Ubaldo Pantani. Che effetto le fa?
«È stata una consacrazione, lo devo ringraziare. Lui ma anche Vittorio Pettinato o Turbo Paolo, che mi imitano sui social. Vengono esponenzialmente esasperati dei miei tratti».
[…] Ci sono delle compravendite che le sono rimaste nel cuore?
«Di recente una bellissima villa di fine ottocento, che comprendeva anche un bunker, cinque posti auto, il giardino... sono venuti a vederla cantanti e personaggi noti, ma alla fine l’ha comprato un notaio appassionato di dimore d’epoca. Un’altra volta invece ho venduto una casa da due milioni di euro alla prima visita: l’hanno messa sul mercato e quel pomeriggio l’ho venduta a un principe tedesco. Poi ricordo un’altra casa ancora in cui vivevano anche otto conigli: dovevo fare le visite con gli animaletti che giravano per le stanze.
Solo che bisognava stare attenti: erano stati divisi per piano visto che non andavano d’accordo tra loro. Ma la più bella è stata forse quel giorno in cui un signore mi ha aperto casa sua per una visita. Io non c’ero mai stato prima, di solito la promuoveva un mio collega. Ho portato i miei clienti, abbiamo guardato tutti gli spazi, l’ho descritta nel dettaglio, solo che una volta usciti ho capito che avevo sbagliato civico: quel signore mi aveva aperto comunque e aveva assistito alla visita in silenzio perché credeva che sua moglie ci avesse autorizzati. Per fortuna i clienti non avevano fatto una proposta d’acquisto. Se ci ripenso rido ancora».
Nel suo podcast, «Casa Perfetta», è lei ad intervistare i suoi ospiti famosi.
«È molto interessante, sfidante. Anche in questo caso cerco di entrare in confidenza. La casa come tema è un pretesto, ma ti consente di analizzare molti aspetti: le case parlano di noi.
Ho capito che Rocco Siffredi e Davide Oldani — le persone più diverse al mondo — sono entrambi due perfezionisti che hanno voluto disegnare di persona dei dettagli di casa. Oppure ho scoperto che Diletta Leotta è appassionatissima di immobili, potrebbe fare lei il mio lavoro». […]
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