IL TRIONFO DELL’ABENOMICS – Il GIAPPONE PUNTA SU ABE (E SUL WRESTLER MITO ANTONIO INOKI) PER FRENARE L’ASCESA DEL DRAGONE DI PECHINO….

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Giampaolo Visetti per "la Repubblica"

Anche Tokyo «vota Antonio». L'eroe-mito del wrestling giapponese ha vinto il suo ultimo match e, dalla leggenda, rientra nella storia. Antonio Inoki, a 70 anni, è stato eletto ieri per la terza volta nella Camera Alta, nel voto che sposta la terza economia del pianeta ancora più a destra e regala al premier Shinzo Abe la maggioranza per attuare le sue radicali riforme economiche e cambiare la Costituzione pacifista partorita dalla tragica fine della seconda guerra mondiale.

La lotta di Inoki, senatore per la prima volta nel 1989 e politicamente famoso per lo scambio di ostaggi con Saddam Hussein alla vigilia della Guerra del Golfo, era però tutta nel segno del nazionalismo. Candidato per il Partito della Restaurazione, fondato dai falchi del nuovo patriottismo nipponico, il sindaco di Osaka e l'ex primo cittadino di Tokyo, l'ex star della lotta in campagna elettorale aveva promesso di restituire dignità ai contadini e di battersi per il riavvio delle centrali atomiche, spente dopo la crisi a Fukushima di due anni fa. Da icona dei «manga», protagonista anche in Occidente della serie di cartoni animati
Uomo Tigre, a paladino delle cause che la maggioranza dei residenti nelle metropoli, a partire dal Nobel della letteratura Kenzaburo Oe, aveva definito «anti-moderne».

La sua popolarità, fondata su un fisico ancora perfetto da 102 chili per 191 centimetri di altezza, ha però riacceso l'orgoglio nazionale dell'elettorato più anziano del globo, rapito dalla nostalgia e dal sogno di recuperare la potenza smarrita. Di qui il trionfo di Inoki, 35 anni di epici successi e un nome d'arte rubato al campione italiano Antonino Rocca, nel 1995 ambasciatore del dialogo tra le due Coree e da ieri simbolo nel neo-nazionalismo che soffia sul Sol Levante e su tutta l'Asia.

Lo stesso vento che ha garantito il successo anche ai liberaldemocratici (Ldp) di Abe, ritornati padroni del Paese come, fino al voto del 2009, era accaduto per mezzo secolo. Lo schieramento del premier ha riconquistato la maggioranza anche nella Camera Alta e dopo 6 anni assicura ad una coalizione il controllo di entrambi i rami della Dieta. I giapponesi erano chiamati ad eleggere 121 senatori su 242. Secondo le proiezioni della notte, l'Ldp se ne è assicurati 62, rispetto ai 50 di prima, mentre gli alleati del New Komeito ne hanno conquistati 10.

In totale 72 seggi, che sommati ai 59 già occupati formano una maggioranza di 131. Nuovo tonfo invece per il Partito Democratico (DpJ), precipitato attorno ai 30 senatori, più che dimezzando il proprio consenso. Il significato del voto di ieri va però ben oltre il rinnovo parziale dei senatori.

Dopo il trionfo nelle elezioni anticipate di dicembre, per Shinzo Abe era il primo esame interno nel pieno delle polemiche internazionali attorno alla ribattezzata Abenomics, l'insieme delle misure varate con la promessa di sottrarre il Giappone a 15 anni di deflazione. La bocciatura avrebbe comportato lo stop a riforme che allarmano sia le cancellerie asiatiche che quelle occidentali e che stanno facendo salire pericolosamente la tensione con il vicino gigante cinese.

I giapponesi invece hanno scelto di scommettere su Abe fino in fondo e a Tokyo si annunciano decisioni cruciali. In economia, uno yen ancora più debole per favorire le esportazioni e rilanciare l'industria interna, oltre che un'inflazione al 2% entro due anni. Sul fronte politico, la possibilità di abrogare la «Costituzione americana » del 1945 e di riarmare il Giappone, sempre più preoccupato dalla corsa nucleare di Pyongyang e dallo scontro strategico con Pechino, scoppiato con la contesa per il controllo dell'arcipelago delle Senkaku-Diaoyu.

Rimpianto per la smarrita grandezza imperiale, per la ricchezza degli anni Settanta, ma soprattutto desiderio inconfessato di riaccendere i 53 reattori atomici fermati dopo lo tsunami del 2011. Shinzo Abe, aveva promesso il riavvio delle centrali e il taglio dei costi energetici per le industrie. I democratici erano rimasti fermi sul no all'atomo e sul sì agli investimenti in energie pulite.

Le ultime rivelazioni, oltre duemila operai Tepco a rischio cancro dopo l'impegno a spegnere i reattori in crisi a Fukushima, non sono servite a spaventare la gente. Tokyo punta così sul nuovo «sogno giapponese » dell'Abenomics, il contrario del rigore Ue con targa tedesca. Non è un caso che il suo volto sia quello del wrestler Inoki Kanij, in arte Antonio: ci sarà da lottare e servirà un miracolo come contro l'Uomo Tigre, per rallentare l'ascesa del Dragone di Pechino.

 

ANTONIO INOKI FESTEGGIA CON I SOSTENITORI DI SHINZO ABEshinzo abe SHINZO ABE FRUTTA E ORTAGGI MUTANTI FUKUSHIMA FRUTTA E ORTAGGI MUTANTI FUKUSHIMA FRUTTA E ORTAGGI MUTANTI FUKUSHIMA