giorgio panariello renato zero

"NON HO MAI SAPUTO CHI FOSSE MIO PADRE E SONO STATO ABBANDONATO DA MIA MADRE" - GIORGIO PANARIELLO SI TOGLIE LA MASCHERA PER RACCONTARE LA SUA INFANZIA DIFFICILE E IL RAPPORTO CON SUO FRATELLO, MORTO PER COLPA DI UN GRUPPO DI AMICI SBAGLIATI - QUELLA VOLTA CHE, INSIEME A PIERACCIONI, IMITÒ TALMENTE BENE RENATO ZERO CHE IGANNÒ LO STESSO CANTANTE: "QUANDO LA VIDE IN TV CI CASCÒ PURE LUI. TELEFONÒ AL FRATELLO CHIEDENDOGLI MA QUANDO L'ABBIAMO FATTA ST'INTERVISTA?" 

 

Emilia Costantini per il “Corriere della Sera”

 

giorgio panariello

 

La smania del protagonismo gli spunta addirittura alle elementari. «Quando la maestra spiegava o interrogava qualche compagno - racconta Giorgio Panariello - riempivo i quaderni con la mia firma: era già la prova del mio gusto per l'autografo. E poi mi chiudevo in bagno e, con la spazzola dei capelli di mia nonna, facevo finta che fosse un microfono e mi intervistavo, farneticando su quello che facevo o volevo fare... Però, quando alla fine delle medie gli insegnanti mi indicavano la scuola che avrei dovuto fare, ho sbagliato».

giorgio panariello

 

Perché?

«Mi consigliavano uno studio relativo al contatto con il pubblico e ho capito male: mi iscrissi alla scuola alberghiera, pensando che fossi portato a fare il cameriere».

 

Da domani lei torna in scena al Teatro Verdi di Firenze con «La favola mia»...

«È il racconto della mia vita, personale e professionale. Una chiacchierata col pubblico, per svelare chi è il Giorgio dietro al Panariello. Per questo l'ho intitolato come la canzone di Renato Zero, al quale rendo un doveroso omaggio, dove c'è una frase che dice: dietro questa maschera c'è un uomo...».

giorgio panariello con carlo conti 05b4bd5

 

È vero che Zero, all'inizio, non fu contento della sua imitazione?

«Proprio così. Una volta, quando ancora non ero molto noto, andò in farmacia a Roma. Una signora lo avvicina e gli chiede: scusi, ma lei è Renato Zero? Lui risponde sì, sono io. E la signora ribatte: mi saluti tanto Panariello!».

 

Giorgio Panariello

Ci rimase male?

«Beh, sì... Un'altra volta, anni dopo, lo imitai talmente bene in una finta intervista organizzata con Pieraccioni, che quando Renato la vide in tv, c'è cascato pure lui! Telefonò al fratello, chiedendogli: ma quando l'abbiamo fatta 'st' intervista?».

Giorgio Panariello

 

Dalla scuola alberghiera al cantiere navale di Viareggio: la passione per le imitazioni dove nasce?

«Mi ero stufato di fare il cameriere e mio zio mi portò a fare l'elettricista nel suo cantiere: altro mestiere assolutamente sbagliato, per me. Nessuna nave sarebbe riuscita a partire grazie al mio intervento elettrico. Nel frattempo avevo cominciato a fare pratica nelle radio libere dove ho scoperto la mia passione e mi sono posto il dilemma: continuare a svolgere un mestiere che non sapevo fare oppure lanciarmi in un'avventura?

 

Ho scelto di rischiare, d'altronde la vis comica non la impari a scuola di recitazione: o ce l'hai dentro o non ce l'hai e spesso i grandi comici nascono dai loro travagli interiori, da storie familiari difficili, a volte drammatiche...».

giorgio panariello con carlo conti b7779eac

 

Le sue vicende drammatiche quali sono state? Chi è l'uomo dietro la maschera?

«Un'infanzia difficile, non infelice, l'ho raccontata in un libro, Io sono mio fratello. Sono stato abbandonato da mia madre, che era troppo giovane per crescere un figlio, e non ho mai saputo chi fosse mio padre. Sono stato allevato dai nonni materni. Un anno dopo la mia nascita, è nato mio fratello Franco, anche lui abbandonato... però i miei nonni avevano già da crescere, oltre a me, i loro cinque figli e lui venne affidato a un istituto di suore.

barbara d'urso e giorgio panariello

 

Ogni tanto veniva a casa da noi, poi spariva e io, i primi anni, non sapevo che fosse mio fratello, lo credevo un amichetto con cui giocavo. Col passare degli anni, lui ebbe problemi con la droga e l'ho aiutato: lo portai a San Patrignano per farlo disintossicare. All'inizio tutto procedeva per il meglio, poi è scappato... in seguito è tornato ed era uscito dal suo faticoso percorso, totalmente "ripulito".

 

Ma una sera va a cena con degli amici, forse gli hanno offerto qualcosa... una pasticca, non so... ebbe un malore e quelli che erano con lui, invece di portarlo in ospedale, lo abbandonano sul lungomare di Viareggio: è morto per ipotermia».

 

giorgio panariello luisa corna al momento giusto

Carlo Conti o Pieraccioni: con chi è più in sintonia?

«È proprio necessario parlare di quei due anziani? - ride - Abbiamo caratteri diversi, per questo siamo compatibili, i contrari si attraggono. Leonardo è pigro, vive nel suo eremo sulle colline fiorentine. Carlo è tutto casa e bottega: quando va a lavoro timbra il cartellino come gli statali».

 

Mai liti fra voi?

giorgio panariello kasja smutniak al momento giustoleonardo pieraccioni giorgio panariello un fantastico via vai

«Con Carlo impossibile litigare. Con Leonardo, una volta litigammo di brutto, sull'impostazione di uno spettacolo. Aveva ragione lui e ci siamo riavvicinati ancora di più».

 

È più difficile far ridere oggi rispetto a ieri?

«Certo! Prima, la comicità era ragionata, sia aveva il tempo per costruirla. Oggi è diventata un fast food

manuela arcuri giorgio panariello bagnomariagiuliano sangiorgi e giorgio panariellogiorgio panariello finalmente soli