FLASH – LA DISPERATA CACCIA AI VOTI PER ELEGGERE SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA RAI FA UN’ALTRA…
Marco Giusti per Dagospia
Siete andati al cinema? Pochino, eh… Il potente post-pandemico “A Quiet Place 2”, che in tutto il mondo ha incassato 248 milioni di dollari, da noi, primo nella classifica settimanale, ha un totale di 329 mila euro. E penso che non andrà meglio l’ultimo film della saga Fast & Furious, cioè “F9: The Fast Saga”, primo questa settimana in Usa con 70 milioni di dollari e forte in tutto il mondo di un incassuccio di 404 milioni.
Da noi troviamo al secondo incasso della settimana “Una donna promettente” con 91 mila euro, mentre l’unico film italiano nella top ten della settimana è “School of Mafia” con 35 mila euro. Una fotografia di Zendaya su Instagram ha decisamente più follower.
Non sappiamo bene cosa abbia portato in streaming l’arrivo di “Crudelia”, ormai divisa tra grande e piccolo schermo, e ancora meno sappiamo di “Luca”, ultimo film della Pixar, programmato solo su Disney+ nei paesi dove arriva, mentre tra Russia, Polonia, Hong Kong, dove Disney+ non esiste, ha incassato 11 milioni di dollari.
Dopo aver terminato tutte le serie mistery sul grande nord e sul grande sud, cioè “Katla” e “The Head”, stasera non posso che invitarvi in chiaro a rivedervi il mitico Don Buro di “Vacanze in America” dei Vanzina, Cine 34 alle 21, quello di "Ma beata la 'gnoranza si stai bene de mente, de core e de panza". Con lui, lo sapete bene, ci sono Jerry Calà, Edwige Fenech finalmente in un ruolo dignitoso e vestito, Claudio Amendola, Antonella Interlenghi, Fabio Ferrari, la partita Juve-Roma a Death Valley in ricordo di “Zabrieskie Point”, l’arriva a Las Vegas ribattezzata La Sfigas, le battute scorrette, "Come sei antica! ma come sei frocia!", gli anni ’80 modellati dalle reti Mediaset.
Alternative sono un thriller davvero ignoto su Iris, “La vendetta di Luna” di Khaled Kaissar, dove una ragazza, Lisa Vicari, scopre dopo l’arrivo di una violentissima gang che sequestrano la sua famiglia uccidendo i genitori, che il padre è una spia. Da lì la vendetta.
Non mi sembrava bellissimo “Operazione U.N.C.L.E.”, canale 20 alle 21, 10, rilettura di Guy Ritchie con Henry Cavill e Armie Hammer di una celebre serie tv degli anni ’60 con Robert Vaughn e David McCallum. Molto avemmo a che dire, ricordo, anche su “… e poi lo chiamarono il Magnifico” di E.B.Clucher alias Enzo Barboni con il solo Terence Hill, Rai Movie alle 21, 10. Al posto di Bud Spencer troviamo il grosso Gregory Walcott, un attore americano che non fece mai molta fortuna.
Doveva essere il terzo dei Trinità, ma Bud Spencer chiese un ruolo da vero co-protagonista e non da capo del gruppetto degli amici. Senza Bud la cosa non funziona così bene come nei due film precedenti di E.B.Clucher. E neppure la produzione di Alberto Grimaldi, che prende il posto di quella del grosso Zingarelli sembra ben adattarsi all’operazione.
Terence Hill fa un raffinato signorino inglese figlio di un rozzo e forte cowboy che verrà svezzato da una banda di amici del padre capitanata dal grande caratterista fordiano Harry Carey Jr. È sicuramente il miglior film che gira in Italia. Ritorna gran parte del cast dei Trinità, da Steffen Zacharias a Pupo De Luca, a tutti i cattivi e i maestri delle botte. Notevoli anche Sal Borgese e Tony Norton come killer nerovestiti che affrontano Terence Hill. L’assenza di Bud è pesantissima.
Molto divertente, nel ricordo di allora, la commedia di Neil Simon “A piedi nudi nel parco” diretta da Gene Saks con Robert Redford e Jane Fonda, Paramount alle 21, 10. Già mi identificavo col personaggio di Charles Boyer che, negli anni’ 60, vede i vecchi film americani in tv a tarda notte.
Non funzionò del tutto il sofisticato horror diretto da Janusz Kaminski “Lost Souls” con Winona Ryder e Ben Chaplin, Rai 4 alle 21, 20. Kaminski è il geniale direttore della fotografia di Spielberg per “Salvate il soldato Ryan”, ma non basta per costruire un buon film. Mi piacque molto quando lo vidi a Venezia il super drammatico, quasi un horror, “Tom à la ferme” di e con Xavier Dolan che si trova imbottigliato in una terribile situazione, Cielo alle 21, 20.
Era una megaproduzione internazionale il fantasy con streghe e demoni “Il settimo figlio” diretto da Sergej Bodrov con un cast che va da Jeff Bridges a Julianne Moore, da Kit Harington a Alicia Vikander.
Da rivedere stasera, Italia 1 alle 21, 20. Ricordo meno riuscito l’adrenalinico “Flightplan – Mistero in volo” di Robert Schwenkte con Jodie Foster, Peter Sarsgaard, Sean Bean, Nove alle 21, 25.
In seconda serata, Rai 5 alle 22, 15, vedo che passa “Metti una notte”, curiosa opera prima di Cosimo Messeri, figlio di Marco Messeri, molto legato al cinema di Carlo Mazzacurati, anche comico sofisticato e di classe.
Nel film, con lui, ci sono una stravagante Amanda Lear, Cristiana Capotondi, Elena Radonicich. Non credo che si neanche uscito in sala…
La perla della seconda serata è però “Querelle de Brest”, ultimo film di Rainer Werner Fassbinder, tratto dall’opera di Jean Genet, con Brad Davis, Franco Nero, Jeanne Moreau, Cielo alle 23, 15, che non rivedo dai tempi di Venezia, quando non riuscì a vincere nessun premio malgrado la difesa a oltranza di Marcel Carné, presidente della Giuria, e il manifesto disegnato da Andy Warhol.
terence hill e poi lo chiamarono il magnifico
Fu una proiezione epocale, perché era un grande film, perché Fassbinder era morto e il film era un'esplosione di sensualità che ancora ricordiamo. L'impatto che ebbe nel mondo del cinema è paragonabile a quello di “Pulp Fiction” di Tarantino o di “Cuore selvaggio” di Lynch o di “Furyo” di Oshima.
Ricordo che Miguel Bosé lo amò così tanto che quel Natale mandò dei cartoncini di auguri con lui vestito e fotografato come il marinaio Querelle. Qualche tempo dopo Marcello Garofalo, devo avere il vhs da qualche parte, fece vestire addirittura Mario Merola da Querelle…
e poi lo chiamarono il magnifico
Rai Movie ripropone alle 23, 30 lo spaghetti western “I quattro dell’Ave Maria”, opera terza di Giuseppe Colizzi con Bud-Terence-Eli Wallach-Brock Peters. Già assistente di Leone, appassionato del romanzo di Harry Grey, “Mano armata”, che passò a Leone e che diventerà C’era un volta in America, per costruire il suo western parte proprio, senza citarlo, da un episodio importante del romanzo. Esattamente per la rapina al casinò.
Non è ancora un film della coppia Bud Spencer-Terence Hill, ma un western-con-il-colpo con quattro buoni protagonisti costruito tipo “Il buono, il brutto, il cattivo”. E infatti troviamo il grande Eli Wallach in un ruolo simile a quello del Brutto, anche se ufficialmente fa il greco Cacopulos. Qui evade dal carcere, insegue il dinamico duo, ribattezzati Cat Stevens (sic!) e Hutch, ruba il loro malloppo e scappa. I due, aiutati dal grande attore nero Brock Peters (doppiato da Ferruccio Amendola), lo raggiungono in un villaggio dove Eli Wallach è trattato come un Dio. Si metteranno in società tutti e quattro, appunto, per il grande colpo finale al casinò.
Ma nella notte arrivano altri grandi film di culto, come “Suspiria”, quello originale di Dario Argento con Jessica Harper, Stefania Casini, Alida Valli, Rai 4 alle 23, 50. O la black spy comedy dei Coen “Burn After Reading” con John Malkovich, Frances McDormand, Brad Pitt, Tilda Swinton, Rete 4 alle 00, 45. Meno visto il pur modesto “Sposi”, Cine 34 alle 00, 50, Avati Brothers productions costruito a cinque episodi, diretti dai due Avati, Cesare Bastelli, Luciano Manuzzi, Felice Farina e interpretati da Carlo Delle Piane, Jerry Calà, Nik Novecento, Simona Marchini.
Ma la cosa più interessante sono il prologo e l’epilogo diretti dal grande Luciano Emmer, se qualcuno pagava Luciano faceva di tutto, lo aveva sempre detto. I cinéphiles si butteranno però su un film di Vicente Minnelli che non vediamo da un bel po’, l’imperdibile “Nina” con Ingrid Bergman e Liza Minnelli, Charles Boyer, Fernando Rey, Spiros Focas, Gabriele Ferzetti, Tina Aumont e Isabella Rossellini al suo debutto, tutto girato tra Roma e Venezia. La lavorazione del film, prodotto dalla AIP di Samuel Z. Arkoff specializzata in horror e bikini movie, fu un casino.
Si sforò da un piano di 13 settimane a venti. Minnelli, già vecchio e malandato, non sapeva bene l’italiano e ebbe problemi con la troupe. Aveva anche firmato un contratto sbagliato, che non gli permise di imporre la sua versione di tre ore, che venne ridotta a 97 minuti. Si mosse in suo aiuto Martin Scorsese. Fu l’ultimo film di Minnelli, adorato dai cinefili più scatenato e meno dal pubblico.
Lo so, ci sarebbero anche “Ombre bianche” di Nicholas Ray con Anthony Quinn, Yoko Tani e Peter O’Toole, Rai Movie all’1, 50, così amato da Bob Dylan che ci compose “Quinn the Eskimo”, poi “Città canora” di Mario Costa con Giacomo Rondinella, grande amico di Ciro Ippolito, Cine 34 alle 2, 25, “Fronte del porto” di Elia Kazan con Marlon Brando, Lee J. Cobb, Rod Steiger, La7 alle 3, e perfino “Il ginecologo della mutua” di Joe D’Amato, Rete 4 alle 3, 05, con Renzo Montagnani, Paola Senatore, Aldo Fabrizi, che è sicuramente il più stracult di tutti.
Fece un incasso pazzesco, un miliardo di lire, anche se scivolava non poco dalla commedia alla Laurenti o da sotto Medico della mutua nel porno vero e proprio. Del resto molte delle sue attrici qui presenti, già si facevano valere nell’hard.
La grande presenza trash del film è quella del povero Aldo Fabrizi in un tardo cammeo di professore romano invischiato nei traffici di Montagnani. Ma sono forti anche le presenze femminili, da Paola Senatore a Marina Frajese, fresca di hard massacesiano, a una giovane Anna Bonaiuto, non ancora in odor di cinema d’autore, nei panni di una siciliana brutta e focosa che si fa visitare dal ginecologo. Cult tostissimo.
Il film, doveva essere prodotto in un primo tempo da Edmondo Amati con la Fida. Nel cast erano previste, oltre a Montagnani, anche Gloria Guida, Silvia Dionisio, Simonetta Stefanelli, Jacques Dufilho e Paola Senatore. Rimarranno solo Montagnani e la Senatore. Magari ci si vergognava un po’ di Joe D’Amato e dei suoi hard…
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