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Marco Giusti per Dagospia
Il caso Spotlight di Tom McCarthy
Daje! Svegliate i giornalisti italiani che parlano solo del nuovo corso a “Repubblica” e di prepensionamenti e mandateli subito a vedere Spotlight, che qui esce come Il caso Spotlight, diretto Tom McCarthy, ambientato nel 2001, quando i giornali erano ancora giornali.
Nel film di Tom McCarthy, già candidato a ben sei premi Oscar, miglior film, miglior regia, migliore sceneggiatura dello stesso Tom McCarthy e di Joshua Singer, miglior montaggio, Michael Keaton è a capo di un gruppo di pistaroli del "Boston Globe", il gruppo Spotlight appunto, che nel 2001 partendo da una serie di casi di pedofilia, rivelò il sistema di incastri e di coperture fra Chiesa Cattolica, preti pedofili e maggiorenti locali, tutti cattolici irlandesi.
Una scoperta che diventò una bomba atomica non solo a Boston, ma si estese a tutta l’America fino a arrivare al Vaticano. Nemmeno i Travaglio e i Gabanelli boys avrebbero osato tanto. Michael Keaton, già Batman e Birdman, veste i panni del vero super-pistarolo Walter Robinson che scoprì appunto che il 6 per cento dei preti cattolici era pedofilo. Ma se a Boston il 6 per cento dei preti significava 90 preti pedofili, chissà quanti erano a Roma?
Chiamate Papa Bergoglio. Eppure nell'elenco finale dei preti pedofili scoperti in tutto il mondo, mancava solo Roma, anche se il pessimo cardinale Law di Boston venne mandato per punizione a San Maria Maggiore. Detto questo, però, neanche il grande giornalista interpretato da Michael Keaton, e che nella realtà vincerà il Pulitzer per i suoi servizi sui pedofili di Boston, è così innocente. Il suo vecchio capo glielo dice. Avrebbe potuto scoprire molto prima questa pessima storia che pesa sulla città e dove nessuno è fuori dagli intrighi. Aveva pure tutte le prove sotto il naso.
Ma l'arrivo di un nuovo direttore, esistono, Marty Baron, interpretato da Liev Schreiber già fratello cattivo di Wolverine, scatena la squadra di Keaton, composto dalla graziosa Sacha Pfeiffer di Rachel McAdams e dall'aggressivo Mike Rezendes di Mark Ruffalo, già Hulk, che mette a soqquadro la città, divisa tra preti pedofili, vittime sotto shock, e avvocati che ci hanno fatto i soldi.
Alla fine, quando l'editore manda il giornale in stampa, i vecchi giornalisti non potranno che commuoversi pensando ai tempi gloriosi della professione. Tom McCarthy, regista poco noto in Italia, che ha diretto l’ottimo L’ospite inatteso con Richard Jenkins (qui fa un cameo), il curioso The Station Agent con Peter Dinklage e film mai arrivati da noi, come The Cobbler con Adam Sandler, è una vera rivelazione costruisce con un gran cast un film serio, ben tenuto, asciutto, tra i migliori dell’anno. In sala dal 18 febbraio.
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