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Marco Giusti per Dagospia
Oscar 2020
Una bomba! “Parasite” di Bon Joon-ho, primo film sudcoreano nominato agli Oscar, sbanca a sorpresa gli Academy Awards portandosi a casa miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura e miglior film straniero. Come accadde a Cannes lo scorso maggio. Inutile che il regista ringrazi i suoi avversari, Martin Scorsese, Quentin Tarantino, Sam Mendes, Todd Philips, che vanno via davvero a mani vuote malgrado i loro film, a parte “The Irishman”, avessero qualcosa come dieci candidature ognuno.
trailer once upon a time in hollywood 1
Certo, gli Oscar per i migliori attori vanno ai favoritissimi Joaquin Phoenix, Renée Zellweger, Laura Dern e Brad Pitt, che hanno già vinto tutto in questi ultimi mesi. Ma è lo stesso una doccia fredda per Hollywood alla fine di una stagione complessa e segnata da forti contraddizioni.
“C’era una volta a Hollywood” di Quentin Tarantino, ad esempio, si porta a casa il premio per il miglior attore non protagonista, Brad Pitt, per la prima volta premiato, e ha ringraziato Geena Davis e Ridley Scott che lo vollero nel ruolo di bonazzo in “Thelma e Louise”, il suo primo film, e la scenografia, ma non la sceneggiatura originale come tutti pensavano.
“Joker” di Todd Philips vince per il miglior attore protagonista, Joaquin Phoenix, che si è lanciato in un discorso un po’ confuso, "Questo è quando siamo al meglio, quando ci sosteniamo a vicenda. Non quando ci annulliamo a vicenda per errori passati, ma quando ci aiutiamo a crescere, quando ci educhiamo a vicenda, quando ci guidiamo a vicenda verso la redenzione” , e per la migliore musica, che va per la prima volta a una compositrice donna, la strepitosa Hildur Gudnadottir, islandese che vive a Berlino, che lo dedica “alle ragazze, alle donne, alle madri, alle figlie che ascoltano la musica facendola crescere dentro. Fatela uscire, abbiamo bisogno di ascoltare le vostre voci!”.
Il grande favorito come miglior film, “1917” di Sam Mendes, forte di qualsiasi premio negli ultimi mesi, 7 BAFTA, gli Oscar inglesi, vince solo per la migliore fotografia, Roger Deakins, e sarebbe stato un furto se non l'avesse vinta, gli effetti speciali e il mixing. “Judy” è premiato solo per la miglior attrice protagonista, Renée Zellwegger. “Le Mans 66 – La grande sfida” di James Mangold vince due premi tecnici importanti, suono e montaggio. “Jojo Rabbit” di Taika Waititi vince per la miglior sceneggiatura originale e il regista dedica il suo Oscar a tutti “i ragazzi indigeni nel mondo che sognano di diventare artisti o ballerini e scrivono storie”.
Netflix si deve accontentare del solo premio a Laura Dern come migliore attrice non protagonista per “Marriage Story”, più che meritato, ma niente va al suo campione, “The Irishman” di Martin Scorsese. “Piccole donne” di Greta Gerwig, unico film al femminile presente agli Oscar, vince solo per i costumi. “Bombshell” per il trucco, “Rocketman” per la migliore canzone, mentre “Toy Story 4” è premiato come miglior film animato e “Hair Love” come miglior corto animato. Bong Joon-ho, insomma, arrivato piano piano alla serata finale, esattamente come i suoi protagonisti in “Parasite”, si è portato a casa tutto quello che poteva.
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