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Aldo Grasso per il "Corriere della Sera"
Beato chi può scegliere di andare in pensione quando vuole: niente conti con l'Inps, niente calcolo d'anzianità o di vecchiaia (mai capita la differenza), niente quota 96 sull'Ortigara. Sere fa, il cantautore Ivano Fossati si è presentato in tv per comunicare che, raggiunta la rispettabile età di anni 60, riteneva giusto tirare i remi in barca. Fossati viene descritto come artista schivo e intimista, uno che non ha mai accettato compromessi con l'industria e con i media. Per questo, l'annuncio del ritiro dalle scene ha preferito darlo nel salotto di Fabio Fazio, fra amici, davanti a una platea di soli tre milioni di spettatori.
Se uno è schivo è schivo. Per giunta, questo doloroso strappo è avvenuto, malgré lui, alla vigilia dell'uscita del suo nuovo album «Decadancing» , di un libro autobiografico, « Tutto questo futuro» , e di una tournée che si aprirà agli Arcimboldi di Milano per concludersi, sold out, dopo una ventina di tappe. Per uno che non ha mai accettato compromessi con i media dev'essere stato un momento difficile. Per rincuorarlo, Fazio gli ha promesso, a nome e per conto del Servizio pubblico, una prima serata di consolazione su Raitre, al termine della tournée, in modo tale che il lungo addio, The Long Goodbye, possa diventare ancora più long.
Beato chi può scegliere di andare in pensione quando vuole; di questi tempi, poi. Fossati non ce la faceva più: troppo faticosa l'attività discografica, troppo stress per promuovere i dischi e verificare i rendiconti della Siae. A lui piace tanto girare il mondo, ha confessato. Ma non ce la faceva più a girare e « dover stare attento a vedere tutto per catturare tutto, prestando attenzione agli avvenimenti, ai colori, a tutto quello che avrebbe potuto servirmi per scrivere canzoni».
Che sfacchinata! Ieri è uscita la notizia che la classifica ufficiale Fimi- Gfk ( la graduatoria tra vendite dei dischi nei negozi e download da Internet) premia, guarda caso, l'ultima fatica di Fossati, sbaragliando l'agguerrita concorrenza di Adele e Marco Mengoni. «Decadancing » , questo struggente inno alla decadenza dei tempi, è anche un invito ai ragazzi, meglio se indignati, perché guardino «il futuro negli occhi, tenendo lo sguardo in alto, perché se si vuole incontrare il proprio futuro bisogna alzare la fronte». Guardate lontano, molto lontano, che dopo la passione viene la pensione. Forse.
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