cristina donadio

GRAZIE A DIO C’È DONADIO - IN ‘GOMORRA’ È LA MITICA SCIANÈL, ORA AL CINEMA È UNA ‘PARRUCCHIERA’ DIRETTA DA STEFANO INCERTI - ‘DA DIECI ANNI A QUESTA PARTE, NAPOLI RIBOLLE DI CINEMA, TV, MUSICA, CULTURA. DOPO TEMPI BUI, STIAMO VIVENDO UN PERIODO DI RINASCITA’ - VIDEO

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VIDEO - CRISTINA DONADIO, SALUTI DA SCIANÈL

 

 

 

CRISTINA DONADIO: "SOLARI O DANNATE, LE MIE DONNE LE TENGO A DISTANZA DI SICUREZZA"

Fulvia Caprara per la Stampa

 

CRISTINA DONADIO LA PARRUCCHIERACRISTINA DONADIO LA PARRUCCHIERA

Alla fine, quando ritrova la sua pupilla Rosa e con lei capisce che la rivalità tra donne è un controsenso, Patrizia si sfila la parrucca di capelli lisci e rossi, liberando una testa bionda e scolpita che fa pensare a Sharon Stone: «La parrucca rappresenta il sopra le righe, toglierla significa destrutturare un personaggio fallimentare e comprendere che, per vincere, bisogna rompere con il passato e formare una squadra al femminile».

la parrucchiera tony tammaro cristina donadiola parrucchiera tony tammaro cristina donadio

 

Nel meridione la figura della matriarca ha sempre avuto un grande peso e Cristina Donadio, impareggiabile Scianél di Gomorra , ma anche teatrante di lungo corso specializzata in donne cruciali della letteratura e della storia, lo sa fin troppo bene: «La mia Patrizia è dura e determinata, sa quello che vuole e ama quello che fa. Ma anche lei ha le sue fragilità, nascoste sotto la corazza con cui affronta il mondo».

 

Mondo multietnico

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Un mondo contraddittorio, variopinto e multietnico, come la Napoli contemporanea descritta da Stefano Incerti nella Parrucchiera (da giovedì nei cinema con Good Films), sfida all' OK Corral tra Patrizia (Donadio) e la sua allieva Rosa (Pina Turco) che, esasperata dalle molestie del marito della sua datrice di lavoro (Tony Tammaro), prova ad aprire un negozio in proprio: «Due donne che si ribellano, due persone a cui la città offre l' opportunità di inventarsi un' alternativa per andare avanti».

 

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In un' altra Napoli, diversa da quella della Parrucchiera che ricorda da vicino il cinema di Pedro Almodóvar e Pappi Corsicato, Cristina Donadio gira in questi giorni la prossima serie di Gomorra, di nuovo a tu per tu con quella «iena bionda» di Scianèl. Personaggio che, dopo tanti anni di lavoro in palcoscenico, le ha regalato l' immensa popolarità della tv: «Il coinvolgimento del pubblico è fortissimo, Scianèl affascina ed è amata a tutti i livelli, ma, proprio grazie alla mia ampia esperienza teatrale, riesco a tenerla a distanza di sicurezza, mi sto prendendo tutto il bello, stando attenta a non esserne travolta».

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Per costruirla, Donadio racconta di essersi ispirata a sue vecchie conoscenze: «Scianèl è un regalo, ci ho messo dentro tutto il mio vissuto di attrice, non mi sono rapportata al cinema, ma l' ho guardata come archetipo del male, pensando a Lady Macbeth e a Clitennestra, e ai burroni dell' anima in cui quelle figure sono precipitate». Conviverci non è semplice: «In lei, nel modo con cui fuma, guarda e parla, abitano anche i miei demoni e, ogni tanto, la sento, come se volesse tornare a galla».

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Alla Napoli di Gomorra in tanti si sono ribellati, accusando la serie, e prima ancora il libro di Saviano e il film di Garrone, di offrirne un ritratto solo negativo: «Raccontare il male è sempre stato più attraente che descrivere il bene. In realtà Scianèl e quelli come lei sono tutti morti viventi, persone che non possono fidarsi nemmeno dei parenti stretti, che i soldi non se li godono perché devono farne sempre di più, che sanno di avere un' esistenza a tempo. E poi le nostre mamme hanno sempre mandato in giro i bambini vestiti da Diabolik, non per questo sono diventati tutti criminali. Sappiamo bene che se Gomorra esiste è perché, purtroppo, esiste la camorra».

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Sui nuovi sviluppi della malavitosa, solo un sorriso e un avvertimento: «Cosa farà Scianél nella prossima serie? Diciamo che chi nasce quadro non può morire tondo».

 

Teatro primo amore

E poi non c' è solo Gomorra .

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Negli ultimi dieci anni, osserva l' attrice, Napoli ribolle di cinema, tv, musica, cultura: «Dopo tempi bui, stiamo vivendo un periodo di rinascita, c' è una nuova onda di autori, penso ai David a Indivisibili , ai premi a Enzo Avitabile». Finite le riprese della serie, Donadio cambierà aria, anzi risalirà in superficie, come «quando si va in fondo al mare con le bombole e poi si riemerge».

 

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L' aspettano le Baccanti di Euripide al Teatro Grande di Pompei e, prima ancora, una nuova collaborazione con Enzo Moscato, «compagno di strada» dall' alba dei '90: «Sta preparando, per il "Napoli Teatro Festival", una sua versione di Spoon River con venti interpreti. Non posso mancare, Enzo è la mia famiglia».

 

 

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