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GUIDA MICHELIN – ‘’JE SUIS SCABIN’’! LA RIVOLTA DEL POPOLO DEI FOOD BLOGGER PER SOLIDARIETÀ COL CUOCO PIEMONTESE DOPO L’INCRESCIOSA PERDITA DI UNA CACCHIO DI STELLA MICHELIN, CONTRO QUESTO SVERGOGNATA OPINIONISTA DA STRAPAZZO CHE SI CELA DIETRO IL NOME DI LADY CORATELLA

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Lady Coratella per Dagospia

 

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Quello che è successo in rete nei giorni scorsi, sui profili Facebook di noti gourmet, blogger, consumatori seriali di street food (diversamente hamburger, ma loro ce li raccontano come la cena della vita da El Celler de Can Roca di Girona) fa riflettere su quanto le persone abbiano bisogno di appartenenza, se pur con idee confuse su cosa questo dovrebbe realmente significare.

 

Scordatevi la nobile rappresentazione dell'indimenticato Gaber. Per lui l'appartenenza, fra l’altro e soprattutto, non era “il consenso a un'apparente aggregazione”, ma “avere gli altri dentro di sé”.

Qui ci muoviamo in un ambito molto meno essenziale, indubitabilmente più futile ed esteriore. In fondo sono ordinarie questioni di pane e caciotta, ma per qualcuno che ci ronza attorno diventano faccenda vitale, al punto di scomodare il ricordo di drammatici eventi di terrorismo in soccorso di un amico cuoco e ristoratore.

 

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Proprio così: il popolo dei food blogger, quelli che postano in rete nell’intervallo digestivo fra il pranzo e la cena, non di rado consumati a scrocco, non solo ha ritenuto giusto andar dietro a uno che ha postato una leggerezza come “Je Suis Scabin” per solidarietà col noto cuoco piemontese dopo l’incresciosa perdita di una cacchio di stella Michelin, ma è addirittura insorto contro questo svergognata e superficiale opinionista da strapazzo che si cela dietro il nome di Lady Coratella.

 

Come ha osato Dagospia sfiorare la casta dei food blogger senza titolo né esperienza, quella nicchia di sedicenti esperti che mette insieme il pranzo con la cena producendo un post dal contenuto variabile a seconda del fatto che il conto sia stato pagato o offerto dalla casa?

Davide Scabin Davide Scabin

 

Ecco che in un attimo finiscono ingiustamente nel calderone anche i giornalisti preparati ed esperti, quelli che sono cresciuti facendo critica gastronomica investendo spesso di tasca propria. Non crediate che scrivere per le guide italiane o nella pagina enogastronomica delle maggiori testate sia una pacchia remunerativa.

 

E’ un mestiere per benestanti, impopolare dirlo ma è così. Nessun serio professionista, ancorché solidale, si è sognato di schierare l’esercito a difesa di Scabin che ha perso una stella perché una squadra di critici ha deciso così.

 

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Se l’idioma “Je Suis” sta dilagando ben oltre gli orribili eventi francesi significa che ha presa sul popolo e fin qui nulla di male, ma che si scomodi il concetto di appartenenza, con la stessa disinvoltura per affiancare Scabin nella disgrazia di aver perso una stella, scusate se insisto, rimane una sciocchezza, anzi, una stronzata. E se per qualche indignato in rete le parolacce fungono da rafforzativo, qui da noi restano strumento di ironia.

DAVIDE SCABIN ELIZABETH LERICHE DAVIDE SCABIN ELIZABETH LERICHE