I NUOVI BILLIONAIRE VENGONO DA SINGAPORE E COMPRANO BRIATORE

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1 - DALLA SARDEGNA A SINGAPORE IL BILLIONAIRE DIVENTA GLOBALE
Nicola Pinna per "la Stampa"

Da allora il mondo è cambiato. Era l'11 luglio del 2003 e Flavio Briatore parlava sbronzo di gioia alla festa d'inaugurazione del suo Billionaire: «Forse non avete capito che sto trasferendo qui, in Sardegna, il turismo di Saint-Tropez». Quella sera a ballare con lui c'era Joaquim Cortés e l'ospite d'onore del party era Niki Lauda. Megan Gale sfilava sui tacchi a bordo piscina e Manuela Arcuri la sfidava dalla scalinata. Lele Mora si occupava degli onori di casa e calciatori e veline, nel frattempo, si corteggiavano in mezzo alla pista.

A Porto Cervo la musica non è più la stessa. Le grandi feste che facevano impazzire i paparazzi sono un ricordo d'archivio e sulla collina di Pantogia è scomparso persino il red carpet all'ingresso. Qualche ospite da copertina, in realtà, si è visto anche negli ultimi anni: l'immancabile Roman Abramovich, ma anche Paris Hilton e Leonardo DiCaprio, Janet Jackson e Rihanna. Briatore assicura che la prossima sarà un'altra grande stagione, ma intanto ha scaricato la metà, anzi di più, della società che gestiva una delle discoteche più famose del mondo.

A Porto Cervo, da Singapore, arrivano nuovi investitori: il gruppo Bay Capital, che attraverso il Far East Leisure gestisce strutture turistiche superlusso in Asia e India, ora si tuffa nell'avventura del divertimento. E come partner ha scelto Flavio Briatore. L'ex manager della Renault cede ai suoi nuovi soci il 51% della società nata in Sardegna e che ha creato cloni a Istanbul, Bodrum, Monte Carlo e Ibiza.

La trattativa durava da qualche mese e ancora non si sa quanti milioni di euro abbiano versato i nuovi soci sul conto del Flavio nazionale. Siddharth Mehta, che è il presidente di Far East Leisure, annuncia l'operazione senza porre freni all'entusiasmo: «I club Billionaire sono una garanzia di stile e lusso. Siamo convinti di aver acquisito il marchio più prestigioso del mondo della vita notturna».

Bay Capital è un gruppo d'investimento con sede a Singapore e l'alleanza con Flavio Briatore ha principalmente un obiettivo: esportare in Asia, ma anche in Medio Oriente, il modello di divertimento a cinque stelle che ha reso famosa la discoteca dei vip e dei magnati. La società Billionaire ora sposta la sua sede a Singapore, ma in Costa Smeralda non cala il sipario.


2 - E FLAVIO RILANCIA "NON LASCIO L'ITALIA MA PUNTO SULL'ASIA"
Nicola Pinna per "la Stampa"

Il Billionaire finito? Vedrete quest'estate. Quelli che continuano a ripetere che la Costa Smeralda è morta e il Billionaire fallito non hanno capito niente: sono solo rosiconi e cretini».

Insomma, Briatore non fugge dalla Sardegna?
«Il Billionaire è il cuore di un progetto più grande che adesso si espande ulteriormente. Fra pochi mesi apriremo a Dubai, poi in India e a Las Vegas, ma certo non possiamo abbandonare la Sardegna. E neanche la Versilia: il Twiga Beach resta un locale di grande richiamo. Abbiamo molto rispetto per i nostri 450 dipendenti europei: punteremo su Asia e Medio Oriente ma loro non saranno mandati a casa».

Vende le quote e dice che non abbandona?
«Ho ceduto solo il 51%. Continuerò a occuparmi dei miei locali, anzi lo farò con entusiasmo ancora maggiore. Questi signori di Bay Capital non li conoscevo: sono stati loro a propormi l'affare. Vuol dire che Billionaire è riconosciuto nel mondo come il marchio leader del divertimento».

Troveremo un nuovo Billionaire la prossima estate?
«Sì, completamente rinnovato. Stiamo facendo grandi lavori. Ampliamo il ristorante e riserveremo un'accoglienza ancora più calorosa».

La Costa Smeralda non sarà un deserto questa estate?
«L'arrivo del fondo sovrano del Qatar e la scelta di Bay Capital di acquisire il Billionaire dimostrano che la Sardegna ha appeal e grandi potenzialità. Però c'è il problema dei trasporti. Non è possibile che il biglietto per Olbia costi quanto quello per il Kenya. Se si abbassano i prezzi ci guadagnano tutti: anche gli alberghi tre stelle o i campeggi».

Poi ci sono i controlli fiscali e le tasse sugli yacht...
«Lo scorso anno il Governo ha fatto marcia indietro ma la stagione è stata compromessa: quando hanno cancellato la tassa sulle imbarcazioni tutti erano già fuggiti all'estero. Il turismo dovrebbe rappresentare il 40% del Pil italiano e invece si fa di tutto per cacciare i vacanzieri».

Ha risolto i problemi con gli amministratori sardi?
«Me la sono presa quando la Regione aveva inventato la tassa sul lusso, ora nessun problema».

C'è stato anche il caso Billionaire Beach: tutto chiuso dopo le proteste.
«Ogni giorno ci rompevano i maroni e alla fine ho deciso di smontare tutto. All'estero, quando un imprenditore decide di fare nuovi investimenti trova aiuto, da noi soltanto ostacoli».

Vanno avanti i progetti con i pastori sardi?
«Sono andato a visitare le loro aziende. In Sardegna si producono eccellenze ma bisogna farle conoscere. Come? Facendo crescere gli arrivi. Intanto sto lavorando con i pastori per creare un marchio per esportare pecorino e dolci nel mondo»

 

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