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Marco Giusti per Dagospia
Ci risiamo. Dopo le nominations agli Oscar che hanno sollevato parecchie polemiche in America per la totale mancanza di registi afro-americani e la scarsa attenzione agli attori afro-americani, le nominations per i Césars, gli Oscar francesi, provocano invece le proteste delle registe francesi. Possibile che fra i cinque migliori registi della cinquina finalista, Cédric Klapisch (“En corps”), Cedric Jimenez (“Novembre”), Dominik Moll (“La nuit du 12”), Louis Garrel (“L’innocente”), Albert Serra ("Pacifiction”), non ci sia nemmeno una donna?
Non basta la presenza di “Forever Young” (“Les Amandiers”) diretto da Valeria Bruni Tedeschi tra i cinque migliori film dell’anno, assieme a “L’innocente” di Garrel, “Pacifiction” di Serra, “La nuit du 12” di Moll, “En corps” di Klapisch, se poi non viene inserita tra i migliori registi. Tutti maschi. E non basta nemmeno rinchiudere la Alice Diop regista di “Saint Omer”, già premiata in tutto il mondo, tra le migliori opere prime. Dove sono i riconoscimenti a Mia Hansen Love per “Un beau matin”, a Rebecca Zlotowski per “I figli degli altri”, a Alice Winecour per “Revoir Paris”.
In tanti anni di Césars solo una volta è stato dato un premio a una regista , a Tonie Marshall. Troppo poco. E in Francia lavorano ben 80 donne registe. In tutto questo fa la parte del leone “L’innocente” di Louis Garrel, che trovate in sala da noi in questi giorni, con 11 nominations e 4 sono per tutti i suoi 4 protagonisti, seguito da “La nuit du 12” di Dominik Moll con Bouli Lanners con 10 nominations e dal più complesso “Pacifiction” di Albert Serra con 9, a pari merito di “En corps” di Klapisch, seguito da “Novembre” di Cedric Jimenez con 7, e una è per Jean Dujardin, il protagonista, a caccia dei terroristi dopo gli attentati del 13 novembre del 2015 a Parigi.
“Saint Omer” di Alice Diop ha solo 4 nominations. Ma film come “Un bel mattino” di Mia Hansen Love con Léa Seydoux, appena uscito in Italia non ne ha nessuna e lo stesso “I figli degli altri” di Rebecca Zlotowski con Virginie Efira. Tra i migliori film stranieri brillano nella cinquina anche ai Césars “Eo” di Jerzy Skolimowski, “Triangle of Sadness” di Ruben Ostlund “Close” di Lukas Dhont, ma trovano spazio anche “La cospirazione del Cairo” di Tariq Saleh e “As bestas” di Rodrigo Sorogoyen. Ovviamente Cannes trionfa. I vincitori si sapranno il 24 febbraio. Ma le polemiche non cesseranno.
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