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serena rossi con i manetti bros
Giampiero De Chiara per “Libero quotidiano”
Nel desolato panorama del cinema italiano, inizia a brillare la stella dei fratelli Manetti (Marco e Antonio, conosciuti come i Manetti Bros) sceneggiatori e registi da oltre 20 anni.
I recenti successi hanno tolto loro quella patina di autori di nicchia e li hanno fatti conoscere anche al grande pubblico.
serena rossi e uno dei manetti bros
La svolta è stata con Ammore e Malavita il loro ultimo film (una commedia musical ambientata a Napoli) scelta per rappresentare l' Italia in concorso all' ultimo Festival di Venezia. Al box office, nello scorso week-end, è stato il terzo film più visto in Italia dopo Blade Runner 2049 e Emoji - Accendi le emozioni. E su Rai Due è anche tornato L'Ispettore Coliandro, con la sesta stagione. Venerdì sera, la prima puntata, ha ottenuto 1.906.000 telespettatori con l' 8,14%.
Proprio questo telefilm è stato il prodotto che ha fatto conoscere al grande pubblico i due registi romani. Dal 2006 la serie poliziesca va in onda sulla Rai, sempre con un successo maggiore. Tenuto in «fresco» per sei anni da Viale Mazzini (tra la quarta e la quinta stagione) la serie, che vede l' originale ispettore della Mobile di Bologna districarsi tra criminali e belle donne, è ritornata in onda grazie alle continue richieste dei fan.
Un successo nato dalla penna di Carlo Lucarelli, autore di due romanzi con protagonista Coliandro (interpretato da Giampaolo Morelli, attore feticcio dei fratelli) e anche di tutte le sceneggiature tv, che i Manetti hanno fatto proprio mischiando azione, commedia con un tocco di «politicamente scorretto» che ha fatto storcere il naso a qualcuno, ma che ha solo reso più credibile la figura di un uomo delle forze dell' ordine alle prese con i problemi di tutti i giorni.
manetti bros song e napule giampaolo morelli lollo love
E se in tv i Manetti da anni erano riusciti a ritagliarsi un loro spazio, gli mancava la consacrazione al cinema. Un successo inseguito fin dal 2000, anno del loro debutto con Zora la Vampira, un flop prodotto da Carlo Verdone che vide il debutto sul grande schermo di Micaela Ramazzotti.
Nati come registi di videoclip (soprattutto legati al giro dei rapper come Frankie hi-nrg e il Piotta) evidentemente non avevano ancora la mano salda per il grande salto al cinema. Il passo successivo è lavorare sulle idee. Piccoli film, spesso girati in una sola stanza (l'ascensore di Piano 17 del 2005, la stanza degli interrogatori in L'amico di Wang del 2011), convincono e diventano dei piccoli cult.
Manca il riconoscimento popolare, il riscontro al botteghino che i Manetti riescono a raggiungere con il loro penultimo film Song 'e Napule (2014), che è anche un po' la summa della loro filmografia. Perché i due autori hanno riscoperto il cinema di genere, quello che negli anni '70 riempiva le sale italiane con i cosiddetti «poliziotteschi», le commedie e i film di «paura».
Amanti del cinema tout court non hanno pregiudizi verso nessuna storia o genere.
«Il motivo per cui abbiamo toccato tanti temi prima di altri non è perché siamo avanti sui tempi o grossi studiosi, ma soltanto perché siamo persone libere. Facciamo quello che vogliamo senza alcun tipo di paura, ansia del successo per forza», hanno spiegato recentemente all' Agi. E c' è già chi ha deciso di omaggiarli: dal 20 al 30 ottobre il MIC di Milano (il museo interattivo del cinema) propone una panoramica sulla loro filmografia.
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