LA CORSA PIÙ LUNGA DI SCHUMI – DALL’OSPEDALE NESSUNA CONFERMA SU UN TRASFERIMENTO A CASA DELL’EX PILOTA TEDESCO, I MEDICI: ‘SCHUMACHER NON È IN STATO VEGETATIVO’ - ALESI: ‘BASTA DIFFONDERE NOTIZIE INVENTATE SULLO STATO DI MICHAEL: È ROBA DA AVVOLTOI’

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Elisabetta Rosaspina per ‘Il Corriere della Sera'
Troppo presto per gettare la spugna, troppo presto per rassegnarsi a progettare un'esistenza definitivamente imprigionata nel limbo, né di qua né di là. Michael Schumacher non è in stato vegetativo; ed è questa l'unica, ma perentoria informazione che filtra dall'ospedale di Grenoble per tacitare voci secondo le quali il pilota starebbe per abbandonare il reparto di rianimazione, assieme alle ultime speranze di risveglio, e tornare a casa, immerso in un coma senza più ritorno.

La strada per uscire dall'incubo è lunga, non si sono stancati di ripetere in questi tre mesi i neurologi e la portavoce della famiglia, Sabine Kehm, nei suoi rari e concisi comunicati. Ma il verdetto non è ancora scritto. Verso la fine della settimana scorsa i tabloid inglesi avevano annunciato che la moglie di Schumacher, Corinna, aveva deciso di allestire un'unità di terapia intensiva nella residenza della famiglia, in Svizzera.

Si precisavano anche i costi iperbolici, 12 milioni di euro, di un'impresa ambiziosa che aveva in realtà il sapore di una disfatta. Una resa di fronte a una dichiarazione d'impotenza dei medici francesi. Niente affatto, fanno sapere fonti ospedaliere: la battaglia è tuttora in corso, il paziente resta dov'è. E rimandano alle ultime affermazioni di Sabine Kehm: «Ci sono, talvolta, piccoli ma incoraggianti segnali. Sappiamo che in questo momento occorre avere molta pazienza - scriveva la portavoce poco meno di tre settimane fa -. Siamo e restiamo fiduciosi che Michael ne uscirà e si risveglierà».

Se Corinna, che quotidianamente fa una spola di 300 chilometri tra Grenoble e il lago di Ginevra, per stare vicino al marito e nello stesso tempo non lasciare soli i figli a casa, decidesse di ristrutturare la loro villa ricavandone un reparto su misura per un paziente in coma, vorrebbe dire che bastano sofisticate apparecchiature e un po' di personale infermieristico a vegliare sul sonno del campione. Perché quel sonno è giudicato irreversibile.

Jean Alesi, uno dei migliori amici di Schumi e uno dei pochi ammessi al suo capezzale, non riesce nemmeno a immaginare un'operazione del genere: «Sarebbe ora di smetterla di diffondere continuamente notizie, perlopiù inventate, sullo stato di Michael. Basta, è roba da avvoltoi» s'indigna. Ma nonostante o, forse, proprio per l'assenza di qualunque bollettino medico ufficiale ormai dal 31 dicembre, supposizioni, diagnosi a distanza e conclusioni, magari affrettate, si susseguono quasi quotidianamente.

Nessuno ha smentito (finora) le complicazioni affrontate dal fisico di Schumacher, come un'infezione polmonare, poi superata, e un'importante perdita di peso, dovuta all'atrofizzarsi dei muscoli per l'immobilità. Ma «Michael Schumacher non è in stato vegetativo». E questa è ancora una buona notizia.

 

 

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