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"IL MOMENTO PIU' DIFFICILE? DOPO IL PRIMO ADDIO ADDIO DI ROBBIE WILLIAMS. SEMBRAVA CHE IL MONDO ANDASSE A 200 ALL’ORA E POI SI È FERMATO TUTTO" - I TAKE THAT (O ALMENO, 3 QUINTI DI LORO) SONO PRONTI A TORNARE IN PISTA CON UN NUOVO ALBUM E TOUR: "CI SENTIAMO A NOSTRO AGIO CON LE NOSTRE ETA'. AGLI INIZI I NOSTRI SHOW ERANO MOLTO FISICI E C’ERANO UN SACCO DI COREOGRAFIE. SIAMO ANCORA FISICI SUL PALCO, MA IN UN MODO DIVERSO" - "LA SECONDA VOLTA CHE ROBBIE CI HA LASCIATI (NEL 2014) CI È VOLUTO DEL TEMPO PER RITROVARE IL NOSTRO GROOVE E ALMENO UN PAIO DI TOUR PER CAPIRE DI NUOVO CHI FOSSIMO, MA ADESSO…"

 

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Estratto dell'articolo di Barbara Visentin per il “Corriere della Sera”

 

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Gary e Howard hanno la barba spruzzata di bianco, mentre Mark, seduto in mezzo a loro, ha i capelli lunghi che tendono al grigio. Alle fan bastano i nomi di battesimo per capire che stiamo parlando dei Take That, da quasi 10 anni rimasti in tre a portare avanti il ricordo della boy band britannica fenomeno degli Anni 90. Il 24 novembre arriva il loro nuovo album «This life», un lavoro di cui parlano via Zoom con sorrisi entusiastici, […]

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Proprio del tempo che passa parla uno dei brani, «The Champion», anche se nell’immaginario i Take That saranno sempre i cinque ragazzi, poco più che adolescenti, che conquistarono il mondo con hit e balletti, prima dell’addio di Robbie Williams e del meno blasonato Jason Orange: «Io mi sento molto a mio agio con la mia età a dire il vero — dice Howard Donald, 55 anni —. Penso che conti come stai mentalmente e come ti prendi cura di te stesso. Tutti e tre stiamo vivendo un bel momento, che si riflette nella musica. E anche se le mie mie ossa scricchiolano un po’ di più, mi sento ancora come se avessi 30 anni».[…]

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Tutti e tre hanno vissuto un successo stellare seguito da anni più bui, tra «bad guesses and wrong turnings» (cattive intuizioni e strade sbagliate), come cantano in «Windows», e se Mark Owen, riassestatosi dopo i problemi di alcolismo, sembra quello che ne porta i segni più evidenti, nel disco nessuno nasconde gli alti e bassi. […]

 

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Per Howard, il momento peggiore «è stata la pausa che ci siamo presi fra il 1996 e il 2005», all’apice del successo, dopo il primo addio di Robbie: […] «Sì, quello è stato un periodo strano — prosegue Gary —. Sembrava che il mondo andasse a 200 all’ora e poi si è fermato tutto. Penso che stiamo ancora finendo di capire cosa sia successo in quegli anni folli e penso che oggi sia molto più piacevole stare nel gruppo perché abbiamo rallentato e ci godiamo le cose».

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[…]  presto torneranno sul palco, con un tour che li porta anche in Italia, a luglio, per quattro date (il 7 a Marostica, 8 a Roma, 10 a Trani e 11 a Bologna): «Agli inizi i nostri show erano molto fisici e c’erano un sacco di coreografie — ricorda Mark —. Siamo ancora fisici sul palco, ma in un modo diverso e penso che questa idea dell’essere cresciuti si svilupperà anche nei live».

 

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La formazione a tre è la più lunga della storia dei Take That, fanno notare: «Nel 2014, dopo la reunion con il disco “Progress”, non abbiamo perso uno, ma ben due membri — sottolinea Mark —. Ci è voluto del tempo per ritrovare il nostro groove e almeno un paio di tour per capire di nuovo chi fossimo, ma adesso ci viene tutto molto naturale». Si considerano amici? «Per carità — scherza Gary —. Ci conosciamo da più tempo di quanto conosciamo le nostre mogli, ci prendiamo cura l’uno dell’altro e il fatto che siamo ancora qui mi pare un buon indicatore».

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