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Estratto dell’intervista di Malcom Pagani per il “Fatto quotidiano”
1996 Ezio Greggio Enzo Iacchetti e le veline Lello Arena Marina Graziani Alessia Mancini
[...] Volevo fare questo mestiere fin da bambino e questo mestiere ho fatto. Con ostinazione, fin da quando mi sbattevo in 4 locali per notte e in pizzeria, gli avventori mi tiravano le patatine o le croste di margherita addosso per divertirsi. Io le raccoglievo quelle croste. E le riscaldavo a casa".
Dice davvero?
Ogni tanto mi lanciavano anche le monetine. Una sera spostai in fretta le corde della chitarra e usai il buco per raccoglierle. Portai a casa tremila lire. La mattina dopo mi telefonò il proprietario della pizzeria: "Vieni ancora stasera?", "Certo che vengo".
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willy con iacchetti a striscia la notizia
Mio padre non voleva saperne della musica: "È un mondo di puttane, di drogati e di raccomandati". Aveva i suoi pregiudizi, ma anni dopo posso dire che non aveva tutti i torti. Le ragazze, soprattutto le ragazze, dal letto del produttore passavano, sono passate e passeranno domani. Io qualcuno che per farsi una scopata tira fuori ancora un: "Ti faccio lavorare nel cinema" purtroppo lo conosco.
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Il Derby è stato una grande scuola?
C' era gente che ti seguiva e mentre cenava, ruttava. Dovevi imparare a continuare in condizioni avverse e sottostare a certe regole non scritte. Quando arrivava un grande, anche se alle 4 di mattina, dovevi dargli retta.
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Provai a fare tv. A Rete 4 cercavano un conduttore per Il gioco delle coppie poi affidato a Marco Predolin. Quel provino lo affrontai 4 volte, con 4 nomi e 4 travestimenti diversi. La produttrice Fatma Ruffini mi scoprì e mi scrisse una letteraccia: "Si è comportato male, finché sarò direttrice dei programmi di rete, nella nostra tv lei non metterà più piede". Di lì a poco Berlusconi comprò Rete 4 e mi ritrovai estromesso dalle tv commerciali. Gli anni 80 sono stati molto duri. La frase più abusata era "le faremo sapere". Capivo che non ce la stavo facendo e che con il mio repertorio non combinavo nulla. Ci voleva un' idea.
Greggi e Iacchetti - Fiction Canale 5
Come le venne?
Conoscendo Costanzo. Gli proposi canzoni bonsai, componimenti demenziali di 20 secondi. A Costanzo piaceva l'idea e gli piaceva che sul palco del Teatro Parioli, ai tempi di Sgarbi che mandava a far in culo chiunque, ci fosse un personaggio non aggressivo. Dopo la prima puntata, Maurizio capì che potevo dargli tanto perché i miei intermezzi gli permettevano di cambiare tono e discorso.
Mi chiuse in una stanza e mi fece capire che se mi fossi impegnato sui testi sarei durato a lungo. "Vieni in trasmissione il 12, il 14, il 18, il 21, il 23 e il 27 - mi disse - ti chiudi al Parco dei Principi e io ti do 500 mila lire a puntata". Mangiavo, bevevo, scrivevo due stronzate e intanto, dentro ridevo. Arrivai a Roma con un rosso in banca di 35.000 lire e in 10 giorni mi ritrovai a 3 milioni.
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Poco dopo arrivò Ricci con Striscia la Notizia . Il mio unico problema con Antonio è che ho un po' di sudditanza intellettuale. Quando mi rivolge la parola non so mai se fa sul serio o mi prende per il culo, ma so che parlargli è un privilegio. Lo conosco da 23 anni. Forse è l'uomo più intelligente della tv italiana e oltre a essere la persona che l'ha rimodernata, è anche un provocatore di difficile lettura che senza graffiare non può vivere. Di eredi di Antonio, escluso forse Davide Parenti, non ne esistono.
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Che ricordo ha di Berlusconi?
Una sera, prima che entrasse in politica, mi si avvicinò a una festa palpandomi le tasche: "Perché fa così?", "Per vedere se hai nascosto qualche bambino da mangiare, non sei comunista tu?". Emilio Fede, sempre pronto a ungerlo e a leccargli il culo, gli disse: "È vero, lui è un comunista" e Berlusconi lo zittì: "Se tu mi avessi portato i soldi che mi ha portato il comunista, l'azienda andrebbe meglio". Non l'ho più visto Berlusconi, ma mi è dispiaciuto che - anche per pararsi il culo - sia entrato in politica. Fu un peccato. Di tv capiva più di tutti. Al suo posto, comunque, sarei alle Barbados da trent' anni.
A proposito di trentennali, tra poco ci sarà quello di Striscia .
La farò con Greggio. All'inizio mi chiamava Iannuzzi e per senso animalesco del palco, forse, mirava inconsciamente ad annientarmi. Abbiamo trovato in fretta un punto di incontro e da allora, nonostante le tante diversità caratteriali, abbiamo imparato a rispettarci. Striscia è tra le poche cose che farò in tv e poi forse a 70 anni, la tv non la farò più. I giovani cercano spazio. È giusto che ci sia un ricambio, Barbara D' Urso a parte. Lei sarà lì fino a 150 anni perché qualcosa ha capito.
Cosa ha capito?
Che c' è una fetta di italiani che vuole vedere solo trash e sangue. Lei non è Maria De Filippi che ha un altro senso e un altro stile. La D' Urso porterebbe in tv anche il mostro di Düsseldorf. Però io non ce l' ho con lei. Ce l' ho con chi la guarda e con chi non riesce a scegliere di meglio.
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