DAGOREPORT - CON UN MINISTRO DEGLI ESTERI (E UN GOVERNO) ALL'ALTEZZA, CECILIA SALA NON SAREBBE…
Silvia Fumarola per “la Repubblica”
«’Na pantera è bella assai ma nun conta nu cazz’, invece miezz’ ’e iene a cummannà song ’e femmene» spiega Scianel alla commessa che le fa i complimenti. A lady Gomorra interessa solo il potere («Una pantera è bella ma non conta niente, invece tra le iene a comandare sono le femmine») e lei, zigomi alti, occhi verdi magnetici, è un boss della camorra.
La seconda stagione di Gomorra (regia di Francesca Comencini con Stefano Sollima, supervisore artistico, Claudio Cupellini e Claudio Giovannesi), dal 10 maggio su Sky Atlantic, ha una nuova eroina spietata che conquisterà il pubblico. «Scianel è la sorella di Zecchinetta, ucciso nella prima serie.
Diventa la reggente della piazza di spaccio a Scampia» racconta Cristina Donadio, che per interpretare la iena della camorra ha tinto i suoi capelli da neri a biondo paglia. «Li ho talmente rovinati che ora li ho tagliati corti, come Sharon Stone» dice ridendo «ma Scianel doveva essere bionda. Non la classica bionda luminosa, è bionda a modo suo».
La serie dal libro di Roberto Saviano, venduta in 130 paesi (andrà in onda sulla rete via cavo Sundance tv) riparte da Ciro (Marco D’Amore) che combatte contro il sopravvissuto Genny (Salvatore Esposito) pronto a sfidare il padre Pietro. Il boss Salvatore Conte (Marco Palvetti) cerca nuove alleanze mentre all’orizzonte si delineano due donne, Scianel e Patrizia (Cristiana Dell’Anna).
Signora Donadio, “Gomorra” era nel destino: è vero che si era presentata per il provino di donna Imma?
«Sì, poi è andata come è andata. Ma la prima fan di donna Imma sono io, Maria Pia Calzone è unica e ci tengo a sottolineare che non vado a rimpiazzarla».
Partiamo dal nome: perché Scianel?
«Perché la madre aveva una bancarella di profumi: Scianel è il soprannome, nessuno la chiama Annalisa. Ragiona come un uomo ma usa strategie femminili. Il look è studiato: di giorno porta tute di ciniglia ma la sera si veste da pantera per giocare a poker.
Ha una gestualità particolare quando fuma, se fiuta il pericolo si sfiora i polpastrelli. Scianel è una borderline diffidente, feroce e spudorata; se insegue un obiettivo non conosce pietà. A Napoli la cronaca ti porta a capire quanto donne così abbiano avuto un peso nella camorra».
Non s’innamora?
«Scherza? Non ha bisogno di uomini, basta a se stessa. Le altre stanno due gradini sotto di lei, è una leader. Sul set ogni tanto pensavo “mamma mia che animale”. Forse solo le persone molto buone possono interpretare bene i cattivi».
Lei parla un italiano perfetto, Scianel il napoletano stretto. Come fa?
(Ride) «Il fonico in presa diretta Maricetta Lombardo era stupita, mi sdoppio. Parlo inglese spagnolo e napoletano, che è una lingua. Sono cresciuta a Napoli, a Posillipo. In Gomorra c’è un valore aggiunto: nessuno dei nostri straordinari registi è napoletano e Napoli è una città piena di contraddizioni, non smette mai di ferirti per poi consolarti, ma ci vuole la giusta distanza per raccontarla.
Loro ce l’hanno. Ho recitato Medea o Clitennestra ma anche le eroine di Gomorra, tragedia contemporanea, sono un archetipo. Per me che vengo dal teatro, come la maggior parte dei miei compagni, lavorare sui personaggi è meraviglioso ».
Da quanti anni fa teatro?
«Più di trenta, al cinema ho perso molti treni perché il teatro era sempre più urgente. La mia era una famiglia aperta, accogliente, cinque femmine e un maschio, papà faceva il gioielliere.
A 16 anni ho avuto un figlio, a 18 mi sono sposata, ho divorziato subito dopo. Quando ho deciso di diventare attrice mio padre mi ha detto: “Ti considererò attrice quando vincerai l’Oscar”, come a dire: vola alto. Mi è rimasto come imprinting».
Bella sfida.
«Ho debuttato con Geppy Gleijeses e il teatro è diventato la mia vita: Nino Taranto, Aldo Giuffré, Aroldo Tieri e Giuliana Lojodice. Poi ho interpretato il mio primo film, Il regno di Napoli di Schroeter. Mi sono sposata con Stefano Tosi, abbiamo fondato “Il sole e la luna”.
La vita mi ha riservato un grande dolore, Stefano è morto con Annibale Ruccello in un incidente stradale. Ho continuato a lavorare con Enzo Moscato. Poi è arrivato il successo di Libera di Pappi Corsicato, con Valeria Parrella abbiamo fatto Penelope, Circe alla radio, Clitennestra, Ciao Maschio e Dalla parte di Zeno. La vita ricomincia e ti sorprende sempre».
Che mamma è?
«Considero mio figlio il mio migliore amico: ero troppo giovane per fare la madre e sono troppo giovane per fare la nonna, ho tre nipoti».
Il futuro?
«È comico. Girerò La parrucchiera di Stefano Incerti, sarò la moglie di Carlo Buccirosso. Un po’ di leggerezza non guasta mai».
Ultimi Dagoreport
TE LO DO IO IL 2024! - CARLO FRECCERO: “NELL’EPOCA DELLA NOTIZIA TAROCCATA, IL GOSSIP RAPPRESENTA…
DAGOREPORT – MATTEO FA IL MATTO E GIORGIA INCATENA LA SANTANCHÈ ALLA POLTRONA: SALVINI, ASSOLTO AL…
FLASH – LA DISPERATA CACCIA AI VOTI PER ELEGGERE SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA RAI FA UN’ALTRA…
DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…