DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO…
Marco Lombardo per il Giornale
Si dice. Come ogni anno da qualche anno d' altronde, ma questa volta pare sia la volta buona.
Per la prossima stagione Sky farebbe a meno di Ilaria D' Amico, la donna simbolo del calcio e della domenica in tv che chiude il suo show dopo 15 anni inframezzati solo da due pause maternità. La notizia ovviamente è televisivamente epocale, anche perché Sky della D' Amico ne ha fatto la donna immagine per tutti questi anni.
Si dice, e naturalmente tutto ciò ha fatto scattare i soliti rumors che dietro le quinte agitano situazione di genere. Ilaria è stata (ed è) comunque un simbolo di donna che ha conquistato il pallone con fascino, intelligenza e altrettanta competenza, praticamente una leader del settore. E in questi casi, si sa, l' invidia fa nascere le voci più disparate.
Insomma: il siparietto di Sky Calcio Show è pronto a strambare (anche Massimo Mauro, uno dei talent dell' emittente sarebbe destinato ad altro incarico), soprattutto nell' anno in cui la pay tv si è portata a casa il banco del pallone. Ovvero serie A, Champions League e Europa League. E dunque, perché?
Si dice, sempre in attesa di conferme ufficiali, che i motivi siano diversi, a seconda di chi ne parla. Le opzioni sono che Ilaria voglia fare altro dopo 15 anni e a 45 quasi compiuti, magari andare a Parigi con Gigi Buffon e i figli e fare più vita di famiglia.
Ma si dice, anche, che lei voglia tornare a ciò che le piaceva di più, cioè condurre programmi di politica, però su altra rete. E ancora si dice, dall' altra parte, che a Rogoredo non abbiano gradito la sua deriva juventina, il suo esporsi troppo al fianco del suo compagno, cosa che avrebbe fatto infuriare gli abbonati di fede avversa. Una specie di conflitto di interessi per il mondo del tifo che non considera mai la professionalità (che si scontra tra l' altro con il fatto che Buffon non sarà più bianconero). Ma tant' è.
Poi naturalmente si dice che altre conduttrici spingano da sotto, ad esempio Diletta Leotta da molti considerata la sua erede naturale, sebbene con molta esperienza in meno: «Il talento in qualsiasi campo deve essere premiato - disse una volta la D' Amico -, e mi stupisco ancora che si parli sempre di spacchi e scollature: le persone sono credibili e rimangono tali per quello che fanno.
Diletta è un' erede in un mondo di eredi: nel mondo di Sky Sport ci sono tante professioniste apprezzate, belle e con talento naturale». Non proprio un' investitura, diciamolo. Però il posto di Ilaria è ambito e la Leotta si è conquistata una gran fetta di fan studiando il ruolo con la serie B. Ma si dice, anche in questo caso, che altri volti di Sky siano in concorrenza, per esperienza e bravura: per esempio Anna Billò, Sara Benci e Federica Lodi.
In ogni caso, tra tante voci, una cosa è certa: sostituire Ilaria D' Amico non sarebbe cosa semplice. E questo si dice senza alcun dubbio.
GIORGIA ROSSI
Davide Pisoni per il Giornale
Se ci fosse la coppa per il mondiale delle televisioni, Mediaset dovrebbe farla alzare a lei. Perché è entrata in punta di piedi nelle case degli italiani diventando la nuova regina del pallone. Anche ironica: «Certo, mi sento la corona in testa...». Lei è Giorgia Rossi. Dice che ha «vinto il mondiale perché ho l' onore di presentarlo, ma il merito è della squadra. Ho realizzato un sogno, è un evento pazzesco». Ha sorpreso per le armi che ha messo in campo: competenza e discrezione.
Non un commento sopra le righe «perché ho la responsabilità di un pubblico eterogeneo». Puntuale nei giudizi tecnici, al tal punto che quelli che di mestiere fanno le pulci dicono: «Non sbaglia neppure la pronuncia dei giocatori russi». Non potrebbe essere altrimenti per una «cresciuta a pane e calcio. Per il Mondiale ho passato giorni a studiare squadre e tattica».
La sobrietà è una scelta precisa. Nessun centimetro di pelle mostrato in eccesso. Ma ospite a Balalaika si è comunque presa la scena, nonostante l' ostentata bellezza di Belen. È onesta: «L' aspetto estetico conta. Ma non ci punto, resta un contorno. Io voglio raccontare calcio.
Il Mondiale deve essere protagonista, non io». Una passione che nasce da lontano, da bambina allo stadio Olimpico e poi a commentare a casa per imparare diagonali e sovrapposizioni: «Papà e nonno sono stati l' input.
Poi il resto l' ha fatto la mia indole di maschiaccio. Anche se non sembro...». In effetti difficile pensarlo a guardarla, però lei precisa: «Io non giocherei mai a calcio, preferisco commentare il pallone al maschile. Vorrei essere un uomo per cogliere certi aspetti, per immedesimarmi». Però è una donna e sa parlare di calcio.
Non la tocca il fatto che ancora oggi ci si stupisca. «A me fanno solo un complimento se mi dicono che mi intendo di pallone», si schermisce. Una vita orientata sul calcio: un fidanzato collega (Alessio Conti, inviato in Russia). Chi ne capisce di più? «Diciamo che vivendo insieme è meglio dire uno a uno e palla al centro. Anche se ad entrambi piace vincere sempre».
Trentuno anni, la maggior parte vissuti a correre dietro a un pallone. Quando le si ricorda una vaga somiglianza con Diletta Leotta, non esita: «La stimo, ma io sono io». Giorgia è per le donne nel pallone: «Ce ne sono tante di brave e preparate. Ilaria D' Amico, Monica Vanali, Cristiana Buonamano... Io guardo e imparo da tutte». Il successo Mondiale non le ha tolto la voglia di non prendersi troppo sul serio: «Mi ricordo di una gaffe: era il 2 novembre e annuncio ai telespettatori che possono commentare sullo smort-phone... Indimenticabile».
Come le interviste a Francesco Totti: «Sono il mio grande orgoglio». Ma adesso c' è la coppa del mondo, difende il Var citando episodi dimenticati del passato. La conferma che ne sa. Saluta con una battuta sulla carriera: Sky, Raisport e adesso Mediaset. In futuro c' è ancora e solo il pallone? «Con il Mondiale non mi sento arrivata. Piuttosto fortunata. Per il resto chi vivrà, vedrà».
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