IL VALZER DELLE POLTRONE, RENZI STRINGE - MAUGERI-DESCALZI PER ENI – STARACE PER ENEL (E CONTI PRESIDENTE) - QUASI CERTA MONDARDINI ALLE POSTE, CAIO-TERNA, PANSA-FINTECNA – E GUBITOSI RESTA IN RAI A PROMUOVERE IL RENZIANO DE SIERVO (RENZI LO VUOLE)

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Alessandro Barbera per ‘La Stampa'

«Lo spread più basso libera possibilità di fare credito. Se vogliono risparmiare, le banche possono stare più attente a risparmiare sui superstipendi dei propri amministratori. Sulla demagogia li sfidiamo a viso aperto. È giusto che anche loro paghino come i cittadini».

Di fronte alle minacce di ricorsi dei banchieri contro la nuova tassa per la rivalutazione delle quote Bankitalia, Matteo Renzi non arretra di un millimetro. Il rullo compressore - come lui stesso si è definito - non fa marcia indietro su nulla. Non sul taglio degli stipendi ai manager pubblici: «Qualcuno dice che per 238mila euro se ne vanno nel settore privato? Se ti prendono vai, vorrei vederli. Noi abbiamo detto che ci deve essere un limite e 238mila euro lordi sono tanti». Non sulla consistenza del taglio Irpef il quale - garantisce il premier - non sarà una tantum ma strutturale: «Siamo in grado di dire ai profeti di sventura che non è così, il taglio sarà confermato nei prossimi anni, è una piccola quattordicesima agli italiani. Per troppi anni hanno pagato sempre i soliti».

Renzi ha passato la giornata a Palazzo Chigi per occuparsi del decreto sulle tasse - dovrebbe essere varato il 18 aprile - e degli altri dossier sul tavolo. In mattinata ha parlato di nomine con Casini e Alfano, nel pomeriggio ha parlato di Alitalia con il numero uno di Etihad James Hogan. In entrambi i casi si tratta di vicende vicine alla soluzione, ma se nel caso Alitalia la partita è fra due azienda private, l'ultima parola sulle nomine nelle partecipate è la sua.

La lista dei candidati è ormai pronta. Lo fa capire da Washington Piercarlo Padoan: «Verranno scelte persone competenti e in alcuni casi nuove». Renzi vuole definire entro la fine della settimana i nuovi vertici di tutte e cinque le società, ma non è un caso se i candidati più papabili sono quelli delle aziende per le quali le scadenze sono ravvicinate.

La linea è in ogni caso tracciata: si tratta in gran parte di nomi nuovi, ma interni all'azienda. Qualche conferma ci sarà, ma solo per le presidenze. Per l'Eni pare ormai certo un tandem che porterà alla presidenza Leonardo Maugeri - già direttore delle strategie di Bernabé e Mincato - e alla guida operativa Claudio Descalzi, sostenuto da Scaroni. Per la nomina a capoazienda di Finmeccanica sono rimasti in pista due nomi: il numero uno di Aermacchi Giuseppe Giordo e Antonio Perfetti di Mbda, società specializzata nella costruzione di missili. L'ex capo dei servizi Gianni De Gennaro punta alla conferma come presidente con il sostegno del Quirinale, ma non c'è altrettanta convinzione a Palazzo Chigi.

L'attuale amministratore Alessandro Pansa dovrebbe invece trasferirsi sulla poltrona di Fintecna. Per l'Enel è sempre più probabile la nomina ad amministratore delegato del capo della divisione Green Power Francesco Starace, che ha anche il gradimento interno all'azienda. Mentre l'attuale numero uno Fulvio Conti potrebbe rimanere come presidente. È ormai certa la nomina di Monica Mondardini a numero uno delle Poste; vince il derby al femminile con la candidata interna, la numero uno della divisione assicurativa Bianca Maria Farina.

Sotto egida centrista per la presidenza avanza l'ipotesi Sarmi il quale - come nel caso di Conti - si trasferirebbe dalla direzione operativa. L'ultima casella da riempire è quella di Terna: in questo caso i bookmaker danno per probabile la nomina dell'ex capo di Cable and Wireless Francesco Caio, attualmente commissario all'agenda digitale. Luigi Gubitosi - lo conferma lui stesso - resta invece alla direzione generale della Rai: ha dalla sua buoni risultati e il sostegno del governo.

 

 

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