IN USA IL REALITY SULLA GUERRA PERDE LA GUERRA DEGLI ASCOLTI - FLOP PER LA PRIMA DI “STARS EARNS STRIPES”, CONDOTTO DAL GENERALE CLARK, PASSATO DALLE BOMBE SGANCIATE SULLA TESTA DI MILOSEVIC AL PRIME TIME - SVIPPATI DI SERIE B GIOCANO A FARE I SOLDATI IN COPPIA CON VETERANI VERI - MENO MALE CHE C’E’ LA POLEMICA! NOVE PREMI NOBEL PER LA PACE CHIEDONO LA SOSPENSIONE DEL REALITY DI NBC ED E’ TUTTA PUBBLICITA’…

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Alberto Flores d'Arcais

SI CHIAMA "Stars earns Stripes", reality "militarista" dove le stelle (intese come celebrità) conquistano le stellette sul campo, sfidandosi - in coppia con ex militari di forze speciali (Delta Force, Navy Seals, Berretti Verdi, Marines) - in missioni spericolate, lanci da elicotteri in volo, assalti con armi automatiche.

LA NBC l'ha pubblicizzato in modo ossessivo durante le Olimpiadi (il titolo con stelle e strisce della bandiera Usa gioca facile sul patriottismo) e lunedì scorso conclusi i giochi di Londra - di cui la Nbc aveva l'esclusiva - il network lo ha lanciato in pompa magna. Senza grande successo, ma con molte polemiche: di veterani e famiglie, di critici tv e addirittura con una lettera di condanna di nove Nobel per la pace.

Le "star" sono un po' da serie B. Si va da Todd Palin, marito di Sarah (la pasionaria repubblicana dell'Alaska che ha sognato la Casa Bianca) qui in veste di pluricampione di motoslitte a Laila Ali, figlia del grande Mohammed, fallita come pugile e riciclata come ospite di talk-show, da Picabo Street (olimpionica di sci) a Eva Torres (affascinante campionessa di wrestling), per finire con l'attore- cantante Nick Lachey, l'ex giocatore di football (nonché attore) Terry Crews e il Superman televisivo Dean Cain.

Il più famoso è il conduttore. Ma vedere Wesley Clark, il generale che ha bombardato la Belgrado di Milosevic e sfidato i serbi nel Kossovo (nonché protagonista di una disastrosa campagna democratica per la Casa Bianca nel 2004) guidare la trasmissione a fianco di Samantha Harris (Dancing with the Stars) lascia un minimo perplessi.

Un reality come tanti altri, ennesimo tentativo della Nbc di battere la Fox di Murdoch nel suo terreno preferito. Stando alla prima "audience" tentativo non riuscito, visto che - nonostante gli sforzi pubblicitari e la data - "Stars earns Stripes" è stato surclassato da "Hotel Hell", dove un Gordon Ramsey in gran forma trasforma stanze e breakfast di fatiscenti motel ed "Inn".

Per risollevare le sorti del programma potrebbe essere di aiuto la pubblicità non richiesta e le polemiche che hanno accompagnato la prima puntata. Dagli attacchi delle famiglie dei soldati (quelli veri, impegnati ogni giorno in Afghanistan) e dei veterani cui ha dato spazio l'Huffington Post, all'appello di Joan Wile, fondatrice di ‘Nonne contro la Guerra:

«Venerdì sei soldati americani sono stati uccisi in Afghanistan. Non è un gioco. È orrendo che un grande canale televisivo faccia un programma in cui la guerra è presentata
come qualcosa di glamour mentre i nostri giovani muoiono in guerre vere».

C'è stata anche una dimissione. Quella di Sharon Osbourne - moglie del mitico ‘front man' della band ‘heavy metal' Black Sabbath (nonché protagonista di un reality sulla sua famiglia) - che se ne è andata sbattendo la porta da America's got Talent (un successo
Nbc) sostenendo che il figlio John era stato scartato da "Stars earns Stripes" perché affetto da sclerosi multipla. Mentre uno dei "comedian" più amati dai giovani, Stephen Colbert, ha rincarato la dose con il suo inimitabile stile.

Il vero colpo pubblicitario (gratuito) è stata però la lettera inviata alla Nbc da nove premi Nobel per la pace, tra cui Shirin Ebadi, Oscar Arias e la Menchu. Guidati dal vescovo sudafricano Desmond Tutu i Nobel hanno biasimato pubblicamente il programma chiedendone la censura: «Vuole disinfettare la guerra, paragonandola ad una competizione sportiva. Andrebbe assolutamente sospeso ».

La Nbc si difende, ricordando come ai vincitori del reality andrà un premio in denaro che verrà devoluto a organizzazioni dei veterani di guerra e come il programma non difenda i conflitti armati «ma la dura vita dei nostri soldati». La sintesi migliore l'ha fatta per tutti il critico tv di Time: la cosa migliore del programma sono le polemiche che lo hanno circondato.

 

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